Sandra Reichel, direttrice di Amburgo: "Più facile organizzare un torneo maschile"

Interviste

Sandra Reichel, direttrice di Amburgo: “Più facile organizzare un torneo maschile”

La neo-direttrice del torneo anseatico predica cautela per l’eventuale passaggio al cemento: “Con Nadal se c’è una chance si può cogliere sul rosso. Per ora rimaniamo così”

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Sandra Reichel, direttrice del torneo di Amburgo
 

Il classico, forse vetusto, certamente affascinante per quanto decadente torneo di Amburgo è ripartito dall’ennesimo anno zero della sua ultra-centenaria storia. Quella appena conclusa e finita per la seconda volta consecutiva tra le mura di casa Basilashvili è stata la prima edizione svoltasi sotto le luminose insegne della Matchmaker, potente brand diretto con decisione dal magnate Peter Michael Reichel, manager capace di strappare un accordo quinquennale con la Federazione tedesca per organizzare il 500 della città anseatica.

Il carrozzone è ripartito da una situazione che, se non si può definire proprio favorevole, è quantomeno svoltata in meglio dopo la cura somministrata al sofferente torneo da Michael Stich, ex airone ed eroe locale superatosi nel tenere a galla un evento in procinto di affondare dopo il declassamento da mille a cinquecento subito nel corso della nota maxi riforma del 2009. Indirettamente messo alla porta dall’organo dirigente della pallina tedesca, Stich ha comunque lasciato una creatura sana alla nuova direzione, che nello specifico è incarnata dalla figlia del boss, quella Sandra Reichel già nota nell’ambiente per la gestione di alcuni tornei WTA oltreché dell’ATP di Kitzbuhel, organizzato nel biennio 2005-2006.

Conoscevamo la sede, l’impianto, ma non tutto ciò che avesse a che fare con la storia del circolo di Rotherbaum e tutte quelle piccole cose che si possono scoprire solo quando si entra nella stanza dei bottoni. Questo è l’anno zero e abbiamo tanto lavoro da fare, ma il progetto è di medio termine e comunque siamo molto soddisfatti delle innovazioni già messe in atto“. Ciò che dalla TV è forse difficile notare: “L’esperienza crediamo sia migliorata soprattutto per chi ha avuto l’opportunità di seguire il torneo dal vivo. Oltre ai cambi di logo e dei colori di sfondo abbiamo introdotto un campo per i bambini, un torneo under 21 e soprattutto un clinic coordinato da Judy Murray. Ci stanno girando altre idee per la testa, ma già quest’anno sentiamo che la direzione intrapresa è quella giusta. La stragrande maggioranza degli spettatori oggi è tedesca e crediamo di poter differenziare il trend: il torneo migliorerà e dopotutto Amburgo è una città fantastica“.

Le sofferenze sono le solite, relazionabili allo scomodo posizionamento in calendario e alla superficie fuori stagione. Problemi di difficile soluzione, ma come al solito oggetto di analisi da parte di tutte le dirigenze che si via via avvicendano. “Passare al cemento potrebbe essere una prospettiva interessante ma occorre cautela. Prima di tutto è necessario il pieno sostegno del Club e dell’ATP, ma in ogni caso si tratterebbe di un cambiamento estremamente radicale che non offrirebbe alcuna garanzia. Quest’anno con Thiem, Sascha Zverev e Fognini abbiamo presentato tre top 10 sulla terra battuta; passando al cemento siamo sicuri che riusciremmo a convincere tutti i big a venire? Bisogna essere onesti: pensare che Federer giochi ancora ad Amburgo è irrealistico, mentre con Rafa se c’è una chance si può cogliere proprio sul rosso. Per ora rimaniamo così, siamo molto contenti di come stanno andando le cose“.

Riforme strutturali e organiche a parte, un’idea che solletica la mente di Sandra Reichel per aumentare l’appeal del torneo è quella di allargare la partecipazione alle signore. “I combined rappresentano la miglior soluzione per tutti, ma l’ATP sembra non avere particolare interesse ad aumentare il numero di questi eventi. Non escludiamo l’ipotesi a priori, perché per noi sarebbe perfetto“. La chiusura è affidata a una riflessione personalissima e decisa; intonata alla discussione, anche, visto il tema combined di cui sopra. “Organizzare un torneo ATP è molto più agevole rispetto a gestirne uno WTA , perché gli uomini sono molto meno complicati delle donne. Ci sono meno incomprensioni, meno problemi a decidere ordine di gioco e scaletta delle conferenze stampa. Meno necessità di chiarire ogni minima questione. Nondimeno, ripeto: un evento che contempli la presenza di entrambi i sessi sarebbe ottimale“. Sempre in evoluzione le faccende sull’estuario dell’Elba. Stich o non Stich.

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