Interviste
Cecchinato: “Chi non credeva in me ha fatto presto a fare le valigie. Per fortuna!” [AUDIO]
ESCLUSIVA – Dopo la sconfitta con Schwartzman, Marco appare comunque fiducioso. Contento del nuovo team, si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa

da Montreal, il nostro inviato
Cecchinato lotta ma perde di misura
Dalla tribuna, l’impressione è stata che ci sia mancato un nulla, hai anche fatto meglio in tutte le statistiche… una partita così va presa come un punto di risalita, per quanto uno ovviamente rosichi!
Sì, nelle ultime partite sono sempre stato sopra, con Delbonis, Chardy, ora con uno che ha appena vinto un ATP, un top-20… il livello c’è, di sicuro mi manca fiducia, e si vede nelle palle break, nei momenti in cui si deve chiudere. Oggi la partita fa rosicare tanto, però è solo un momento, secondo me appena scatta quel click che vinco una o due partite posso ritornare a essere tranquillo, ad avere il livello dell’anno scorso.
Di fianco si vede bene dove stanno i giocatori, e lui era sempre in difesa, la partita la facevi tu.
Sì, ero sopra di livello, comandavo lo scambio. Ora sono ritornato a lottare, sono presente, ho passato un periodo difficile. Anche cambiare allenatore è difficile, come vedi ci sono state tante sconfitte. Adesso sono fiero di avere questo team al mio fianco, veramente unito, con Uros Vico, col mio preparatore da sette anni, col mio manager che non è solo quello. Sono presenti, sono fiduciosi, positivi nel momento di difficoltà, a differenza di qualcun altro che ha fatto presto a fare le valige e andare via. Quindi sono contento di avere delle persone al mio fianco che credono in me, stiamo facendo un buon lavoro per tornare ad alti livelli.
Beh, Uros Vico faceva tipo la telecronaca durante la partita, ero seduto vicino a lui, ed era estremamente presente, si faceva sentire continuamente. Ti piace questo approccio?
Sì, mi trovo bene, è molto positivo, presente, carico, ha voglia di uscire da questo tunnel come tutto il mio team. Non è stato ad Amburgo, dove ho avuto tre match point, non è stato a Kitzbuhel, dove ho avuto tanti set point, non è stato qui a Montreal, ma l’importante è avere il livello, non ho disimparato a giocare a tennis, sono numero 60 del mondo, non 200, come ti dicevo mancano solo una o due partite, manca solo la vittoria per tornare ad alto livello.
Come gestisci la transizione dalla terra al cemento?
Beh, finito la terra a Kitzbuhel una settimana fa, e adesso ero già sopra di livello a Schwartzman su questi campi, ormai il cemento non è più l’incubo di due anni fa, mi è bastata una settimana di allenamenti e si sono visti i risultati. Ok non ho vinto la partita, ma ero in vantaggio contro un giocatore in fiducia, che ha vinto tantissime partite quest’anno, quindi anche sul cemento posso stare alla pari con questi giocatori. Manca solo la vittoria, non manca altro, sto bene mentalmente e fisicamente, ho di fianco persone che credono in me. E per fortuna, ci tengo a sottolinearlo, quelle che non credevano più in me sono andate via. Ci divertiremo ancora tanto.
Cosa significa il logo MC13 che hai sulla tuta?
È il mio logo, con le iniziali e il mio numero fortunato!
Un’ultima cosa, più sul quadro generale. La prima volta che abbiamo parlato, allo US Open 2016, ti eri qualificato grazie a una bellissima primavera di challenger. Hai perso con Mardy Fish, no?
Sì!
Ecco, per te era un gradino, ma ora è lontano. In questi due tre anni è successo di tutto. Come rivedi questo tuo percorso, chi è Cecchinato ora rispetto a quello che era emozionato di giocare il suo primo US Open?
Mi sono messo in gioco sul cemento, superficie che non conoscevo, ho fatto tanti tornei, dove ci sono state tante sconfitte, ma comunque ne sono uscito anche quella volta lì. E ora sul cemento ho tante vittorie, l’ho dimostrato l’anno scorso, a Pechino, a Shanghai, quindi Marco Cecchinato si mette sempre in gioco, ci sto mettendo la faccia, perché otto sconfitte negli ultimi otto tornei non è facile. Ritornerò a vincere, ne sono più che convinto rispetto a un mese fa, che era proprio un periodo negativo. Manca solo un po’ di fiducia, e sono convinto che ritornerò a divertirmi in questo circuito, con una classifica che conta.
Flash
Roland Garros, Arnaldi analizza la sconfitta con Shapovalov: “Sono mancato nei momenti importanti”
“La partita è girata su pochi punti” dichiara Matteo Arnaldi. “Ma giocare contro ex top ten mi aiuta a crescere”

Matteo Arnaldi può reputarsi soddisfatto del suo Roland Garros. Intanto, perché ha portato a casa la prima vittoria in un Major in carriera, e poi perché ha strappato un set al n° 32 ATP Denis Shapovalov al secondo turno, in un incontro, poi perso in quattro parziali, che forse con un pizzico di esperienza e malizia in più avrebbe potuto allungare ulteriormente. Presentatosi alla stampa nel post-match, di seguito riportiamo le sue dichiarazioni.
D. Matteo, qual è stata la difficoltà maggiore?
MATTEO ARNALDI: “Mah, non saprei dirtelo in questo momento. Sicuramente non era una partita semplice. Lui è molto discontinuo perché alterna fasi in cui gioca molto bene ad altre in cui commette qualche errore, e per questo non mi ha dato continuità. Ha giocato meglio nei momenti importanti, mentre io in quei frangenti non sono riuscito a fare la differenza. Alla fine il match è girato su un break per ogni set. Io potevo prendere vantaggio nel terzo e quello poteva significare un risultato finale diverso, ma va detto che lì è stato bravo anche lui”.
D. Una curiosità. In questi giorni in cui ti stai allenando a Parigi e vedi altri giocatori nella loro quotidianità, c’è qualcosa che hai carpito da loro nella routine, nel modo di approcciare le partite? Qualcosa che ti possa essere utile per progredire.
MATTEO ARNALDI: “Sinceramente mi faccio un po’ gli affari miei (ride, ndr). Io e il mio team abbiamo le nostre idee. Certamente mi sto abituando a stare in questo ambiente, nel quale non sono solito trovarmi. Ma sinceramente faccio le mie cose come sempre”.
D. Senti, invece secondo te cosa è mancato per fare di più?
MATTEO ARNALDI: “Sono mancato nei momenti topici, semplicemente. È ciò che ha fatto pendere l’ago della bilancia in suo favore. In più, lui certamente ha fatto una buona partita, mentre io no. Se fossi riuscito a comportarmi meglio in qualche frangente, saremmo qui a parlare di un altro match e forse di un altro punteggio. Meriti suoi, senz’altro, ma anche qualche demerito mio”.
D. Abbiamo visto che, soprattutto nel terzo set, insistevi parecchio sul dritto di Shapovalov. L’avevate preparate così?
MATTEO ARNALDI: “Senza dubbio lui stava commettendo diversi gratuiti con il dritto. Per questo ho cercato di insistere un po’ di più da quel lato”.
D. Cosa ti porti via di buono da questo Roland Garros?
MATTEO ARNALDI: “Intanto la prima vittoria a livello Slam e tanta esperienza. Poi ho giocato i primi match tre su cinque, e questi sono i fattori più importanti. E mi ha fatto bene anche disputare partite contro tennisti di un certo valore, come Shapovalov stesso, ex n° 10 ATP. Ciò mi darà più consapevolezza per i prossimi match e tornei”.
D. VANNI GIBERTINI (Ubitennis) – Qual è il tuo rapporto con l’erba?
MATTEO ARNALDI: “Non l’ho mai vissuta tanto in realtà. Ci ho giocato quando ero Junior e l’anno scorso ho disputato una sola partita. Al momento non abbiamo programmato di giocare tanti tornei prima di Wimbledon, anche perché non so ancora se lì sarò direttamente in tabellone oppure no. Cercherò di racimolare ancora qualche punto in qualche Challenger in Italia, credo su terra, e poi si vedrà”.
Flash
Djokovic e la frase che fa discutere. “Il Kosovo è il cuore della Serbia, fermate la violenza”
In seguito agli scontri accaduti in Kosovo in seguito alle elezioni, Djokovic ha manifestato il suo supporto alla Serbia. Critiche da parte del governo francese

La situazione geopolitica in Europa non è delle migliori. Da oltre un anno prosegue l’invasione della Russia in terra ucraina, la cosiddetta operazione militare speciale secondo il gergo utilizzato da Putin. Ad aggiungere tensione nel vecchio continente è quanto sta accanto nei territori dell’ex Jugoslavia. É, infatti, cresciuta la tensione negli ultimi giorni in Kosovo, in seguito alle elezioni locali tenutesi nel nord del paese.
A porre ulteriore attenzione sulla tematica, aumentandone la risalta a livello mondiale è stata la frase scritta da Novak Djokovic sulla telecamera, in seguito alla vittoria nel suo match di primo turno contro lo statunitense Aleksandar Kovacevic. “Il Kosovo è il cuore della Serbia, fermate la violenza”.
La Serbia non ha mai riconosciuto la dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo dalla Serbia avvenuta nel 2008. Il Kosovo, infatti, è oggi ancora considerata come una regione autonoma della Repubblica serba. Si tratta di un’area caratterizzata da tensioni politiche con le forze NATO che sono presenti nel territorio kosovaro da oltre venti anni.
Il messaggio di Djokovic segue quanto accaduto nella città kosovara di Zvecan, uno dei comuni situato nel distretto di Kosovska Mitrovica, e a grande maggioranza serba. Nella città si sono verificati degli scontri nei giorni scorsi. Questo è avvenuto dato che la polizia ha utilizzato gas lacrimogeni per disperdere una folla di cittadini di origine serba che si erano ritrovati davanti agli uffici municipali. Tale assembramento avevo lo scopo di impedire l’accesso nel suo ufficio al sindaco neoeletto di origine albanese.
“Non sono un politico e non ho intenzione di entrare nel dibattito politico“, ha dichiarato un emozionato Djokovic, parlando ai media serbi. “Questo argomento è molto delicato… Come serbo, tutto ciò che sta accadendo in Kosovo mi fa molto male.”
“Questo gesto è il minimo che avrei potuto fare.” – ha dichiarato Djokovic, che non ha nascosto il peso emotivo che ha percepito davanti a questa questione.
“Sento la responsabilità come personaggio pubblico, non importa in quale campo, di mostrare il mio sostegno. Soprattutto come figlio di un uomo nato in Kosovo, sento il bisogno di dare il mio sostegno a loro e alla Serbia. Non so cosa porterà il futuro per il popolo serbo e per il Kosovo, ma è necessario mostrare sostegno e dimostrare unità in questo tipo di situazioni”.
Djokovic ha sottolineato con orgoglio quanto fatto: “Ho sentito che ci sono state tante obiezioni, rispetto al mio gesto sui social. Io non voglio né nascondermi, né trattenermi. Lo rifarei di nuovo”. Alla richiesta dei media serbi su eventuali pressioni degli organizzatori in seguito a quanto fatto, il tennista serbo ha sottolineato come nessuno si è avvicinato a lui per parlare del tema e che spera la cosa rimanga così.
“La mia posizione è chiara: sono contro le guerre, la violenza e ogni tipo di conflitto, come ho sempre affermato pubblicamente. Sono una persona che comprende bene e che mostra empatia con tutte le persone, ma la situazione relativa al Kosovo è un precedente nel diritto internazionale. Sono molto dispiaciuto per la situazione in cui ci troviamo: il Kosovo è la nostra casa, la nostra roccaforte, i nostri monasteri più importanti sono lì… “.
Situazione che ha generato polemiche non solo nel mondo dei social. Gli organizzatori hanno rilasciato un comunicato interlocutorio. Si evidenziava, infatti, come le notizie relative ad eventi che avvengono a livello globale possano avere impatti su quanto accade nel torneo. Tuttavia, hanno rassicurato che gli organizzatori e i supervisor monitoreranno il rispetto delle regola stabilite dal Grand Slam Board.
Al contrario il ministro dello sport francese Amelie Oudea-Castera si è dimostrata molto critica. Ai microfoni di Telematin, su France 2, dichiarando quanto accaduto un episodio non appropriato, manifestando il disappunto del governo su quanto accaduto.
Flash
Monfils si ritira da Parigi per un problema al polso. “Quanti altri Roland Garros giocherò?”
Amaro ritiro per il francese che saluta Parigi per un problema al polso emerso durante la sfida con Baez. Avanza al terzo turno senza giocare Rune

Si chiude con un finale amaro uno degli ultimi Roland Garros della carriera di Gael Monflis. Il trentaseienne campione francese ha dovuto chiudere in anticipo la sua esperienza a Bois de Boulogne a causa di un problema al polso che era emerso durante l’epica rimonta contro Sebastian Baez. Salta quindi il match che avrebbe dovuto animare la sessione serale del Philippe Chatrier, con Holger Rune che beneficia del ritiro e approda senza fatica al terzo turno, dove affronterà il vincente della sfida tra qualificati che vedrà in campo il nostro Vavassori e l’argentino Olivieri.
Un brutto colpo per Monflis che dopo quella da lui definita come la vittoria più bella della sua partita ha dovuto fare i conti col suo corpo. Problemi fisici che continuano a mettere in difficoltà il corpo di Monfils con lo stesso francese che ha definito la sua carriera appesa ad un filo in caso di nuovo infortunio, minando il sogno rappresentato dalle Olimpiadi di Parigi 2024. Non sembra essere questo il caso, con il francese che si sottoporrà a nuovi esami ma mantiene ancora vive le speranze di scendere in campo già sull’erba di Wimbledon.
L’annuncio del ritiro è arrivato nella serata di ieri con il francese che ha convocato una breve conferenza stampa, di seguito riportata.
D. Gael, dispiace sentire il tuo annuncio. Qual è la situazione? È legato a quanto è successo un paio di sere fa, per la durata e la tensione di quel match? È un altro infortunio?
GAEL MONFILS: “In realtà, fisicamente, sto abbastanza bene. Ero abbastanza felice stamattina. Mi sono svegliato abbastanza bene, ma ho avuto il problema con il mio polso che non riesco a risolvere. L’ho sentito durante la partita. Il dottore dice che non è stato positivo per il mio corpo giocare con un infortunio di questo genere. In realtà è stato molto rischioso, e per questo è arrivata la decisione di rinunciare a proseguire il torneo”
D. Si tratta di un problema al polso quindi? Quando te ne sei reso conto?
GAEL MONFILS: “Si tratta di una lesione al complesso triangolare di fibrocartilagine (TFCC) del mio polso sinistro. Ieri faceva male, e c’è stato un momento in cui ho chiamato il fisioterapista per un paio di secondi, e poi ho pensato posso gestirlo da solo, non ne ho necessariamente bisogno. La partita è proseguita e l’ho ultimata con tanta adrenalina in corpo e molto altro per la testa. La sera è tornato il dolore e abbiamo usato subito il ghiaccio. Ho pensato che potesse essere sufficiente. Quando mi sono svegliato la mattina dopo il match, ho preso degli antinfiammatori, ci siamo allenati un po’ e faceva ancora male. Ci siamo allenati nuovamente nel pomeriggio e la situazione era ok. Ma sentivo che faceva ancora male. Quindi abbiamo dovuto rimandare di nuovo gli esami, con il dottore che non era del tutto d’accordo con noi. Poi è arrivato il suo consiglio di non giocare e di sottopormi subito ad una risonanza magnetica.”
D. Gael, sei preoccupato per l’inizio della stagione sull’erba? Quanto starai fuori dal campo?
GAEL MONFILS: “Ottima domanda, so che domani mi sottoporrò alla risonanza magnetica in modo da sapere esattamente i tempi di recupero. Penso si tratterà di poche settimane, non molte. Può essere un recupero veloce come potrebbe volerci più tempo. Penso che se fosse stata una lesione completa si sarebbe trattato di un infortunio più serio, ma è parziale. Quindi, dopo la visita, saprò di più sul periodo di tempo in cui sarò fuori dai campi, ma il dottore ha detto che spera di potermi rivedere in campo sull’erba.”
D. Dopo il folle scenario che abbiamo visto nel match contro Baez, non sei deluso di lasciare il Roland Garros in questo modo a causa di infortunio?
GAEL MONFILS: “Non sono davvero sicuro di cosa provo, ma di certo è molto più che semplice delusione. Quanti Roland Garros giocherò ancora? Questa è la vera domanda. Non so quale sia la risposta. Quanti ne giocherò? Ho scoperto da poco dell’infortunio e per il momento sto cercando di digerire questa notizia.”