Interviste
Federer: “La Davis così non andrà avanti, ho già programmato il 2020”
Alla vigilia della Laver Cup, Roger parla di tutto con René Stauffer. In dubbio la presenza sulla terra battuta e alle Olimpiadi di Tokyo. Nadal a un passo dal record Slam: “Sono contento per lui, tra noi enorme rispetto”

Lunga intervista rilasciata da Roger Federer al quotidiano svizzero Tages Anzeiger e al suo grande amico e biografo, Rene Stauffer in cui ha parlato della Laver Cup che si gioca questo weekend a Ginevra, del problema alla schiena che l’ha condizionato a Flushing Meadows e della sua programmazione per il 2020. Ma anche di Rafael Nadal che si è portato a un solo Slam dal suo record vincendo per la quarta volta a New York.
La lesione alla schiena: “Ho provato fastidio per 10/12 giorni, mi aspettavo che durasse per due o tre, ma sarò pronto per il weekend di Ginevra. Il Palexpo rinnovato è ancora meglio dello United Center di Chicago dell’anno scorso. So che Tony (Godsick) e il suo team non hanno badato a spese, hanno investito molti soldi nella Fan Zone in modo che anche coloro che non hanno accesso alle tribune possano vivere una grande atmosfera. Spero per il meglio non solo per i giocatori ma anche per il pubblico”.
Team Europe, la Laver Cup e lo squilibrio tra le due squadre:“Abbiamo una chat di gruppo su WhatsApp di cui fa parte tutto il team. Sulle squadre, sulla carta siamo favoriti, ma non significa nulla anche perché loro sono favoriti nei doppi. Sia a Praga che a Chicago sono andati vicini a vincere. Prima o poi comunque questo squilibrio cambierà”.
Su Rafael Nadal a un passo dal suo record di Slam: “Io sono felice per lui quando vince come lui è felice per me quando vinco io. Il rispetto tra noi due è enorme. Per quanto mi riguarda, sono profondamente orgoglioso di giocare ancora per vincere Slam alla mia età”.
Piqué ha detto che potrebbe giocare la Coppa Davis nel 2020…“Mi pare normale che lo dica e che gli chiedano di me di tanto in tanto ma non è nei miei programmi giocare la Coppa Davis, non c’è nemmeno una discussione a riguardo. Spero che la Davis e l’ATP Cup funzionino bene entrambe e poi magari ATP e ITF si siedano a un tavolo a discutere. La mia opinione è che la Davis così non andrà avanti: 34 dei primi 35 del mondo hanno già confermato la presenza per l’ATP Cup perché ha un posto migliore in calendario”.
La programmazione per il 2020:“Ho già deciso dove giocherò fino a Wimbledon. Abbiamo parlato anche delle Olimpiadi di Tokyo guardando dove si trova in calendario. Devo decidere io perché è la mia carriera, prenderò presto una decisione in merito. Ad ogni modo annuncerò molto prima del solito la mia programmazione per l’anno prossimo”.
E sulla terra battuta resta criptico… “Abbiamo preso una decisione anche su questo con il team…”.
Roger ha anche confermato l’intenzione di tornare a giocare un tour di esibizioni in Sudamerica (Argentina, Colombia, Cile, Messico) dopo le ATP Finals: “Sì, è già stato deciso, lì ho visto un pubblico incredibile, che raramente ho trovato nella mia carriera per questo mi piacerebbe sperimentarlo di nuovo. La mia preparazione nella off-season non sarà compromessa perché inizierà comunque più tardi rispetto al solito, inizierà l’11 dicembre. Non dovrei essere al 100% per l’ATP Cup, ma la priorità è l’Australian Open“.
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Rune: ”Voglio vincere il Roland Garros. Io, Alcaraz e Sinner saremo i nuovi Big 3”
Il giovane danese allontana la fama da bad boy: “Non sono arrogante, ho solo passione”. Poi svela gli obiettivi futuri e parla del forte legame con la mamma

Una delle rivelazioni più grandi del 2022, anche se chi segue i tornei giovanili conosceva già il suo nome da diverso tempo, è stato senz’altro Holger Rune. Il 19enne danese, primo della sua nazione ad entrare nella top ten ATP, ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, intervistato da Federica Cocchi.
Il 2022 è stato infatti un anno di successi per il Rune, con tre titoli vinti, tra cui il Masters 1000 di Parigi Bercy in finale contro Novak Djokovic. E proprio nel torneo parigino, il danese è diventato il primo tennista nell’Era Open a battere cinque top ten nello stesso torneo (Hurkacz, Rublev, Alcaraz, Auger-Aliassime, Djokovic) a soli 19 anni.
Dopo il secondo atto della “commedia” tra il numero 8 del ranking ATP e Stanislas Wawrinka, andato in scena ad Indian Wells, la fama di bad boy è cresciuta a dismisura, ma Rune dice che “a volte sono un po’ troppo sanguigno, ma è soltanto perché ho una passione incredibile”. Sulla sua vivacità si è espresso anche un altro bad boy per eccellenza, Nick Kyrgios, che si è schierato dalla parte del nativo di Gentofte contro le critiche del collega svizzero. Il danese ha apprezzato molto il sostegno dell’australiano, con cui condivide l’esuberanza, che li porta a differenziarsi dalla maggioranza dei tennisti. Il finalista di Wimbledon 2022 ha dichiarato addirittura che gli piacerebbe fare da allenatore a Rune. La risposta lusingata del danese non si è fatta attendere, con il numero 8 del mondo che esprime apprezzamenti verso il collega anche sul piano tennistico: “Se mi fosse data l’occasione di rubare un colpo a qualcuno, ruberei il suo servizio”. Poi afferma di voler migliorare nella gestione delle sue emozioni e concentrarsi sul suo gioco, improntato sullo spettacolo e sulla bellezza delle partite, ma soprattutto sulle vittorie.
A proposito di vittorie, Holger commenta anche il successo del suo coetaneo e avversario da una vita, Carlos Alcaraz: “Se lo è meritato, ma non vivo il tennis come una competizioni tra noi due”. Poi fa un pronostico audace, affermando che i prossimi Big Three saranno lui, lo stesso Alcaraz, e Jannik Sinner. Sull’italiano aggiunge: ”Ha un atteggiamento incredibile. Sembra sia sul tour da una vita ma ha appena 21 anni, e ogni volta che gioca mostra miglioramenti”.
Una figura molto importante per il giovane è rappresentata dalla madre, che riveste il ruolo di suo manager e lo accompagna in giro per il mondo, e con cui Holger afferma di avere un rapporto meraviglioso: “Nessuno mi conosce meglio di lei, a chi dovrei dare retta?”. Rune racconta poi del suo amore per il tennis, arrivato ai livelli di un’ossessione, cosa che ritiene fondamentale per poter vivere al meglio la vita nel circuito. Sui sogni futuri Rune ha le idee chiare, tanto che non c’è più da chiamarli sogni, ma obiettivi. Sul primo Slam che vuole vincere dichiara senza esitare: “Il Roland Garros, e molto presto”. Gli avversari, Rafa su tutti, sono avvisati.
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ATP Miami, Alcaraz: “Paul è molto talentuoso, sarà una battaglia”
“Quando commetto più errori cercando di essere aggressivo, vario il mio gioco” così Carlos Alcaraz dopo il complicato successo contro Lajovic. “Miami o Indian Wells? Non ho preferenze di condizioni”

L’uomo del momento per quanto riguarda il circuito maschile, ruolo che sembra destinato a ricoprire per ancora molti anni, considerati i soli 19 di età. A margine della vittoria “a due facce” contro il numero 76 del ranking ATP, Alcaraz ha parlato dell’incontro che lo aspetta negli ottavi di finale contro Tommy Paul, con cui ha perso l’unico precedente a Montreal nel 2022. Inoltre, il numero uno del mondo ha analizzato il suo gioco e ha parlato del feeling che ha con i campi di Miami ed Indian Wells, aprendo una parentesi per ringraziare con emozione tutti i tifosi e le celebrità che cercano posto negli stadi durante le sue partite, come capitato con la star dei Miami Heat Jimmy Butler in occasione dell’ultima partita giocata.
D. Ottima partita oggi, ben fatto. Guardando a martedì, avrai una sfida importante contro Tommy Paul, che ti ha battuto in Canada lo scorso anno. Vuoi dire qualcosa a riguardo?
ALCARAZ: “Sì, oggi ho giocato un ottimo match, spero di esprimermi allo stesso livello di oggi anche martedì. Mi aspetta una grande sfida, ho perso l’unico precedente con Tommy. So che è un giocatore molto forte e molto talentuoso, quindi dovrò giocare al mio meglio. Vedremo cosa succederà martedì.”
D. Parlando del tuo stile di gioco, come fai ad essere sempre molto aggressivo ma allo stesso tempo rimanere così solido da fondo campo? Pensi che, crescendo, diventerai un giocatore più paziente?
ALCARAZ: “Mi sento a mio agio nel giocare in entrambi i modi. Quando commetto più errori cercando di essere aggressivo, vario il mio gioco e cerco di essere più solido. Mi piace molto come mi muovo in campo, mi considero un giocatore molto veloce. Cerco di trarre vantaggio da questo, essendo giovane e veloce, cercando di essere solido e non sbagliare. Credo di essere un giocatore duro da affrontare perché so mescolare entrambi gli stili di gioco. Anno dopo anno sento di essere sempre più maturo e solido nei momenti importanti.”
D. Oggi sembrava dovesse andare come lo scorso turno, ma poi il secondo set è diventato molto teso. Cosa è successo? Hai perso un po’ di concentrazione nel secondo set, o è stato qualcos’altro?
ALCARAZ: “Ci sono stati alcuni punti, come quando ho servito sul 5-4, in cui ho commesso alcuni errori che hanno cambiato il match. Ho sbagliato in qualche occasione con il rovescio, cosa che non era successa fino a quel momento durante la partita. Sì, probabilmente ho avvertito la pressione dell’essere vicino a chiudere il match. Ma sono rimasto concentrato, anche quando il punteggio era equilibrato. Ho lavorato sul mio gioco e sono rimasto focalizzato sul mio obiettivo, e questa è stata la chiave. Ho sprecato anche una palla break sul 4-2, non ho sfruttato l’occasione. Quando sprechi le chances a questo livello diventa più difficile.”
D. Prima parlavi di Tommy Paul. C’è qualcosa in particolare che credi lo abbia portato ai grandi risultati raggiunti recentemente?
ALCARAZ: “Guardo molte sue partite. Mi piace molto vederlo. Come ho detto prima, è un giocatore molto talentuoso. Fa sembrare tutto semplice, mi piace vedere giocatori di questo tipo. Sta facendo molto bene, si muove bene, è molto veloce e colpisce molto forte, sia di dritto che di rovescio. Sarà un avversario molto ostico. Mi piace molto giocare partite di questo tipo, battaglie dure. Sarà una partita tosta, e sicuramente mi divertirò.“
D. Ci sono sempre più tifosi a vedere le tue partite. Anche le celebrità vogliono vederti giocare. Ci sono molti articoli che ti definiscono come il futuro del tennis. Come ti senti a riguardo?
ALCARAZ: “Mi sento alla grande vedendo che le celebrità vengono alle mie partite. Mi sembra davvero incredibile e mi sento anche un po’ nervoso quando vedo persone come Jimmy, o come altre celebrità, ad esempio, durante lo US Open. Per me è davvero incredibile.”
D. Tu hai già vinto sia a Miami che ad Indian Wells, ma con le condizioni così diverse in termini di velocità di palla, hai una preferenza?
ALCARAZ: “In realtà no, non ho una preferenza. Mi trovo molto bene in entrambe le condizioni. Mi piace giocare ad Indian Wells ed amo giocare qui, quindi non me la sento di scegliere tra le due.”
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Gipo Arbino: “Puntiamo al best ranking entro la fine dell’anno, il livello di gioco c’è” [ESCLUSIVA]
Intervista esclusiva a Gipo Arbino, il coach di Lorenzo Sonego, uno dei due tennisti italiani che ha raggiunto il terzo turno al Miami Open

Dopo un’inizio stagione davvero avaro di soddisfazioni, al Miami Open presented by Itaù sono arrivate due vittorie di sostanza per Lorenzo Sonego, che dopo aver battuto in due set Dominic Thiem al match d’esordio, sabato pomeriggio si è imposto contro la testa di serie n. 23 Daniel Evans.
Prima del suo incontro di terzo turno contro l’emergente americano Frances Tiafoe, abbiamo scambiato due parole con l’allenatore di Sonego, Gipo Arbino, con il quale abbiamo parlato degli ultimi mesi, della programmazione e degli obiettivi per la stagione.
La vittoria di Lorenzo [Sonego] contro Daniel Evans è stata non solo una bella vittoria, ma è stata anche una bella partita. Peccato che non ci fosse tanta gente.
Eh beh, gli americani seguono gli americani, poi giocava Matteo, quindi erano due giocatori interessanti. Comunque Lorenzo è stato bravo perché il primo set gli è scappato per colpa di un primo game strano, nel quale l’altro ha steccato una palla a metà campo, poi ha tirato un diritto inside-in che è entrato per pochissimo. Quel game gli ha fatto perdere il set 6-4, e poi però è stato bravo a rimanere sul pezzo, a ripartire da capo. Gli ho detto “Dai Lory, comincia adesso la partita, del primo set non ne parliamo”, e partendo ha fatto il break a metà set ed ha confermato. Il suo livello di gioco è andato in progressione dall’inizio alla fine, ha giocato sempre meglio.
Questa partita potrebbe essere il “clic” per uscire dal periodo negativo?
Io ero molto tranquillo perché vedevo che giocava bene. Secondo me non ha mai giocato così bene. Poi è ovvio che hai il match point contro Murray [a Doha], nove set point contro Medvedev che adesso ha vinto [quasi] quattro tornei di fila,… l’unica partita è forse stata quella di Indian Wells contro Kubler, ma io insisto a dire che Kubler è forte.
E anche lui lo sentiva, parlando con lui diceva di sentire di giocar bene, di esprimere un buon tennis. Dicevo di continuare così e l’anno è lungo e le cose andranno bene. E qui, anche al primo turno con Thiem ha giocato una bella partita, perché il primo set è stato teso, ha anche dovuto annullare un set point.
Quest’anno avete cambiato la programmazione della prima parte dell’anno rispetto alla scorsa stagione, quando eravate andati a giocare sulla terra battuta in Sud America, ed eravate incappati in Kecmanovic che stava esplodendo. Quest’anno invece siete rimasti a giocare indoor in Europa e poi in Medio Oriente. Come avete maturato questa decisione?
[Lorenzo] voleva andare in Sud America. Io mi sono un po’ impuntato perché vedendo un po’ il livello, e come serviva, ho detto che era meglio evitare il cambio di superficie veloce-terra-veloce, e puntare a giocare a un livello più alto. Perché il nostro obiettivo non è quello di vivacchiare intorno al 50 del mondo, ma arrivare al massimo possibile, e per fare questo bisogna giocare con i giocatori forti. A costo di fare meno punti.
Infatti è vero che in Sud America è nettamente più facile, però essendo convinto che Lorenzo si trovi molto bene sul veloce, se il suo livello fosse salito anche solo di un po’ si poteva azzeccare il risultato in un torneo importante. In questo modo si manteneva la programmazione tutta con il veloce, evitando il cambio di superficie, arrivando poi a Indian Wells con tutta quella preparazione dietro.
Quindi se ti interessa far punti, e magari sei Alcaraz e ne vinci tre su tre, allora è un conto. Ma ormai, tra essere n. 50 ed essere n. 200 cambia poco, è questione di vicissitudini e di una-due palle. Andare a giocare con questi “cagnacci” argentini o spagnoli, specialisti della terra, assetati di vittorie, che giocano a casa loro, anche se hanno una classifica più bassa non è così facile. Certo è più facile che giocare contro tennisti più quotati, ma perché Lorenzo gioca bene sulla terra.
Però anche Musetti gioca bene sulla terra, e guarda cosa è successo a lui… ha vinto una partita in tre tornei con una trasferta lunghissima, peraltro giocando partite con gente che non ti alza il livello. Ho visto la partita con Varillas, punti di trenta scambi… e poi deve tornare qua, e giocare su pochi scambi o comunque utilizzare altri armi. E poi i viaggi sono stancanti.
Noi invece siamo rimasti in Europa, e poi Doha, Dubai e via siamo venuti in America.
L’anno scorso ricordo che Lorenzo alla fine di Miami era molto stanco, anche per la mazzata supplementare della Davis [a Bratislava].
Sì, la Davis l’anno scorso fu il colpo di grazia. I viaggi sono pesanti, e anche quest’anno quando siamo arrivati a Indian Wells, Lorenzo ci ha messo 4-5 giorni prima di essere a posto. Noi arrivavamo da Dubai e 12 ore di fuso orario sono pesanti da assorbire.
Lorenzo si sente ancora un giocatore da terra battuta?
Eh sì! Gli piace giocare sul veloce, ma a lui piace la lotta, la terra gli piace tanto, quindi noi ci prepareremo molto per far bene a Roma perché lui ci tiene davvero tanto. Ma la terra è molto più faticosa, i punti richiedono più fatica, fisicamente sono più impegnativi.
Ora bisognerà sperare di non giocare a Torino, che potrebbe essere un dolore per lui…
Se perdiamo la prima settimana, andiamo a giocare a Torino. Però speriamo di non poter giocare. Peccato però che in questo modo non possiamo giocare il doppio con Vavassori, perché se si perde in singolare e si è ancora in gara in doppio toccherebbe rinunciare a Torino e allora non giochiamo. D’accordo puntare al miglioramento, ma bisogna anche fare qualche punto e migliorare la classifica, in modo tale da poter arrivare al livello dei Top 40-45 quando si è tranquilli di entrare in tutti i tabelloni principali, per poi arrivare a essere testa di serie negli Slam, dove vuol dire incontrare un giocatore classificato peggio nei primi due turni.
A pagina 2 si parla di doppio, programma per l’estate e obiettivi