WTA Finals: Osaka batte una Kvitova sciupona, Barty quasi certa del N.1

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WTA Finals: Osaka batte una Kvitova sciupona, Barty quasi certa del N.1

Nel remake della finale dell’Australian Open 2019, Naomi Osaka si impone ancora su Petra Kvitova al terzo set. Barty rimonta Bencic e vede la vetta di fine stagione

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Guida alle WTA Finals 2019 (AGF)

Sono le finaliste dell’Australian Open 2019 ad aprire le danze delle WTA Finals di Shenzhen. Nove mesi dopo, Naomi Osaka e Petra Kvitova incrociano nuovamente la racchetta nel primo match dell’ultimo grande appuntamento stagionale del circuito femminile, mentre il ‘Masterino’ di Zhuhai si è appena concluso con la vittoria di Sabalenka. La finale di Melbourne 2019 era stato il loro primo scontro diretto, in cui si è imposta la giapponese con lo score di 7-6 5-7 6-4, conquistando così il suo secondo titolo Slam di fila. Ora Naomi è salita a cinque titoli, mentre Kvitova, classe 1990, ne annovera in bacheca ben 27. Osaka e Kvitova, insieme a Barty e Bencic che sono scese in campo al termine del loro incontro, compongono il “Red Group“, mentre Halep, Andreescu, Pliskova e Svitolina animeranno le sfide del “Purple Group“.

UNO PARI – Subito in difficoltà la giapponese, che subisce un inizio deciso da parte di Kvitova. Ma la reazione di Naomi non si fa attendere e, sotto 2-0 15-40, la n. 3 del mondo riesce a risollevare le sorti del primo parziale rimontando e salendo in vantaggio 4-3: Kvitova commette infatti tre doppi falli negli ultimi quattro punti ed è il contro-break per Osaka. La ceca risponde in maniera eccelsa e con il dritto si procura un’altra palla break, ma è ancora parità; alla fine Naomi è solida abbastanza da portarsi ulteriormente avanti 5-4, annullando ben tre palle game per l’avversaria. Petra non si perde d’animo e la raggiunge sul 5-5. Una percentuale alquanto bassa di prime di servizio però non l’aiuta e deve ancora rincorrere l’avversaria sul 5-6; tuttavia, alla fine, è propria un’ottima prima che le consente di portare Naomi al tie-break.

Sparacchia malamente il dritto Kvitova, che permette a Naomi di salire 2-0. Il dritto affossato a rete due volte di fila fa sì che la giapponese salga 4-0, che diventa 5-0 con il sesto ace del set. L’ennesimo dritto sciagurato di Kvitova le regala ben sei set point consecutivi: la ceca salva il primo con un gioco di fioretto a metà campo. Ma oggi il suo dritto funziona decisamente poco e, con il suo ennesimo colpo fuori misura, Naomi Osaka si conferma padrona incontrastata del tie-break vincendolo per 7 punti a 1. Kvitova è stata sì più aggressiva, con 21 vincenti, ma anche troppo fallosa, avendo commesso ben 24 gratuiti.

All’inizio del secondo set Osaka subisce un lieve calo della tensione e Kvitova allunga rapidamente il passo sul 2-0. Ma il contro-break, come nel primo set, è altrettanto rapido: con l’ennesimo doppio fallo (il quinto), Petra le ridà ossigeno e Naomi completa la rimonta raggiungendola sul 2-2. Brava la giapponese a muovere da una parte all’altra del campo Kvitova, molto spesso in difficoltà nei recuperi estremi. Ma la giapponese non approfitta del vantaggio ritrovato subisce la contro-rimonta dell’avversaria: Petra spinge con il rovescio e mette a segno sette punti consecutivi per portarsi sul 4-3. Un secondo set a fasi alterne, con entrambe le giocatrici in preda a improvvisi cali compensati poi da reazioni di carattere e di potenza. E infatti la Osaka si scuote di nuovo, ritrova un ottimo servizio e impatta sul 4-4. Petra lotta e sale ancora 5-4; un incrociato stretto di rovescio di Osaka esce di poco e regala a Kvitova un set point, ma Petra sbaglia di poco. Ce n’è un secondo per la ceca ed è quello buono che fa suo il secondo parziale con il punteggio di 6-4.

TERZO SET – Nella frazione decisiva, assistiamo all’ennesima oscillazione. Osaka parte più decisa, tant’è che si porta velocemente sul 3-1, mentre Kvitova perde ancora in precisione ed incisività. Ma la ceca si aggrappa al match con le unghie e con i denti, compiendo un ulteriore passo in avanti per il 2-3. Ancora una volta Naomi rivela maggiore lucidità, allunga ulteriormente le distanze sul 4-2 e si procura ben tre palle break. Sulla seconda Kvitova incappa nell’ennesimo errore, sbagliando malamente una volée e consentendo così a Osaka di volare sul 5-2. Troppe sbavature per la ceca che alterna colpi dirompenti a soluzioni troppo frettolose. Naomi si procura due match point che vengono annullati entrambi da Petra con due soluzioni rabbiose (una volée e un potente colpo a rimbalzo). Un dritto di Osaka finisce fuori di un soffio e Kvitova ha addirittura a disposizione una palla break, trasformata poi da un’altra soluzione rabbiosa. Siamo sul 3-5.

Kvitova è convincente al servizio e si avvicina sul 4-5, ma Osaka guadagna il terzo match point e questa volta lo converte senza tentennare. La giapponese vince un match dai mille volti con il punteggio di 7-6(1) 4-6 6-4: nonostante i tanti momenti di indecisione, l’ex numero uno del mondo ha dimostrato di essere complessivamente più solida e soprattutto lucida, nonostante debba a Petra – volontà e 40 vincenti non sono bastati oggi – ben sette anni.

BARTY IN TESTA – Al primo posto del girone rosso, per una manciata di game, ci va però Ashleigh Barty, brava a completare la rimonta sull’ultima qualificata Belinda Bencic e soprattutto a garantirsi un altro pezzetto del numero uno di fine stagione. La svizzera ha probabilmente sfruttato nel primo set l’abbrivio del torneo di Mosca vinto appena una settimana fa, grazie al quale ha ottenuto l’accesso a Shenzhen, convertendo l’unica palla break avuta a disposizione nell’undicesimo game (due doppi falli e uno slice errato di Barty). Alla lunga però l’australiana ha rimesso le cose in ordine, giocando da professoressa e impedendo scientemente alla sua avversaria di trovare la giusta distanza dalla palla. Il resto l’hanno fatto la crescita al servizio e l’esperienza maturata in una stagione giocata quasi interamente ai vertici.

Il numero uno di fine stagione costituirebbe un traguardo meritatissimo per Ash, campionessa quest’anno nello Slam che sembrava potesse adattarsi di meno alle sue caratteristiche. Nonostante il sito della WTA dia il traguardo per acquisito, anche dando per acquisiti i 250 punti che Barty guadagnerebbe perdendo le prossime due partite del girone (ma deve comunque scendere in campo), l’australiana si isserebbe a 6726 punti, un bottino superabile sia da Pliskova che da Osaka a condizione che vincano il torneo senza perdere una partita.

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