Rafa regala alla Spagna il sesto trionfo in Davis (Cocchi). Nadal Mister Davis. Il grande di Spagna riesce a nobilitare la coppa dei dubbi (Crivelli). Federer l'ultima rock star (Piccardi). Nadal regala la Davis alla Spagna. Effetto Roger: in 42.000 in Messico (Scanagatta)

Rassegna stampa

Rafa regala alla Spagna il sesto trionfo in Davis (Cocchi). Nadal Mister Davis. Il grande di Spagna riesce a nobilitare la coppa dei dubbi (Crivelli). Federer l’ultima rock star (Piccardi). Nadal regala la Davis alla Spagna. Effetto Roger: in 42.000 in Messico (Scanagatta)

La rassegna stampa di lunedì 25 novembre 2019

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Rafa regala alla Spagna il sesto trionfo in Davis: “La mia gioia più grande” (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Il dito al cielo di Roberto Bautista Agut, le lacrime di Nadal, i salti di gioia della squadra spagnola abbracciata in mezzo al centrale della Scatola che più Magica non si può. La notte perfetta di Madrid permette alla Spagna di conquistare la sesta Coppa Davis della sua storia, davanti al pubblico di casa, battendo il Canada di Shapovalov e Aliassime, 39 anni in due e alla prima finale per l’Insalatiera d’argento. Una serata speciale, che vede seduti vicini per tutta la sera il re di Spagna, Felipe, e il catalanissimo Gerard Piqué.

(…) Una vittoria del cuore. Il cuore di Roberto Bautista Agut, spezzato dalla morte del padre mercoledì notte, a un anno e mezzo di distanza dalla scomparsa della mamma. Bautista, schierato a sorpresa dal capitano contro Aliassime, ha giocato un match perfetto chiuso in due set. Un punto fondamentale, che ha permesso a Rafa Nadal di andare a chiudere contro Denis Shapovalov. Un trionfo pieno di commozione quello del numero 9 al mondo che, abbracciato dai 12.000 della Caja Magica, ha guardato in alto e poi è scoppiato in lacrime

(…). E così Bautista si è riunito alla squadra, la sua seconda famiglia. Hanno giocato prima per lui, poi con lui, ricambiati da una prestazione impeccabile contro il talento canadese: «Questi giorni sono stati molto particolari per me e per la squadra. I compagni mi sono stati vicino e hanno continuato a lavorare tantissimo, andando a dormire alle quattro del mattino e svegliandosi il giorno dopo con la voglia di lottare per questo titolo. Un miracolo possibile solo perché siamo la Spagna», ha detto Bautista mentre Nadal piangeva per la commozione. Rafa Nadal chiude il suo anno nel modo migliore: da numero uno e sollevando uno dei trofei a cui da sempre tiene di più, davanti agli occhi della moglie Francisca, sposata poco più di un mese fa.

(…) E così, dopo l’ultimo punto nel difficile match contro Denis Shapovalov, che si è chiuso con il 52′ tiebreak del torneo su 71 partite, Rafa si butta a terra, raggiunto e abbracciato dai compagni che quasi lo soffocano di felicità. Perché c’è voluto un attimo e il vento sarebbe potuto cambiare. Il «gran ganador» ha sofferto contro il mancino canadese che ha avuto l’ardire di annullare due match point prima di cedere le armi al re di Spagna. Quello vero, almeno a livello di amore della gente nei suoi confronti. Un cannibale buono. Capace, in questa settimana convulsa, di giocare otto match e vincerli tutti, di salvare la patria in semifinale portando a casa il doppio contro la Gran Bretagna praticamente da solo (con il bel Feliciano Lopez spettatore non pagante in campo), e finalmente di sollevare insieme ai compagni la quarta Davis della sua vita: «Io ho vinto otto partite – dirà Rafa dopo la premiazione – ma, lo dico con la mano sul cuore, la persona fondamentale per questa impresa è stata Roberto Bautista. Quello che ha fatto è sovrumano: ha pianto suo padre, è tomato e si è allenato. E poi ci ha aiutato a vincere giocando al suo massimo livello. Lui è un esempio per tutti». Ma in questa settimana di Davis non si pub dimenticare il Canada di Denis Shapovalov, Vasek Pospisil e Felix Auger Aliassime. Denis e Felix, che proprio a Madrid cinque anni fa avevano conquistato la Junior Davis Cup, ora sono il futuro del tennis.

(…)

Nadal Mister Davis. Il grande di Spagna riesce a nobilitare la coppa dei dubbi (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

La favola è compiuta: nuove finali della Davis a Madrid e trionfo dei padroni di casa davanti a Re Felipe. La Coppa rivoluzionata ha una forte impronta spagnola, dal management agli ex giocatori che ne sono stati i propulsori tecnici (Albert Costa e Galo Blanco). Ma il sogno di un trionfo casalingo si è potuto realizzare solo grazie all’ultima delle mille e mille imprese di Nadal. Rafa era stato scelto fin da principio come uomo immagine del nuovo, criticatissimo format.

(…) in campo ha trascinato la Spagna al successo garantendo all’evento la conclusione più degna e la presenza forte nell’albo d’oro del numero uno del mondo e di una delle nazioni che hanno dominato l’ultimo ventennio. Appena tre settimane fa Nadal non sapeva neppure se avrebbe ancora giocato nel 2019 dopo l’infortunio ai muscoli addominali patito a Parigi Bercy.

(…) La sua è stata una settimana irreale, per di più sulla superficie meno gradita, il veloce indoor: ha giocato tutti e cinque i singolari e tre doppi, portando alla causa otto vittorie, con l’apoteosi del doppio decisivo in semifinale contro la Gran Bretagna.

(…) E ieri, in finale, ha estratto il meglio nei momenti caldi della partita contro Shapovalov confermando alla fine un dato clamoroso: in otto match delle Davis Finals, non ha mai perso il servizio. Per Rafa è il quarto successa personale in Coppa, competizione in cui non perde in singolare dal primo match disputato, nel 2004 (non aveva ancora 18 anni) contro il ceco Novak, cui ha fatto seguire 28 vittorie di fila. (…).

Federer l’ultima rock star. Prove generali di futuro (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)

II tifo, ormai diventato culto, gli ha permesso di battere un altro record: 42.517 spettatori per una partita di tennis non si erano mai visti. Li ha contenuti, a malapena, la Plaza de Toros di Città del Messico, quarta e penultima tappa della tournée sudamericana di un anziano tennista svizzero con un grande avvenire dietro le spalle, Roger Federer. Cile, Argentina, Colombia, Messico, Ecuador. 14.533 chilometri percorsi in sei giorni, in un crescendo di eccitazione e pubblico (erano 13 mila a Santiago, 14 mila a Buenos Aires, sarebbero stati 8 mila a Bogotà se il governo del presidente Marquez non avesse imposto il coprifuoco per contenere i disordini di piazza, costringendo gli organizzatori a cancellare l’esibizione),

(…). E così, in fondo a una stagione in cui si è messo in tasca di soli premi 7.634.975 dollari (per un totale di 128.149.891 vinti in carriera), Federer arrotonda il bottino di altri 10 milioni,

(…) Chi c’è dall’altra parte della rete quando in campo si manifesta lui, è secondario. Compagno di viaggio nello swing sudamericano è stato Alexander Zverev, 22 anni, dirottato dalla Coppa Davis al ruolo di damo di compagnia dello svizzero non a caso: il tedesco è il neo-acquisto di Team8 Sports e Entertainment, la società fondata nel 2013 da Tony Godsick, storico manager di Federer. Roger e Sasha si sono divertiti e hanno fatto divertire. Siparietti, gag, tonnellate di selfie, qualche scambio simile al vero tennis. A Buenos Aires per Federer si è scomodato persino Diego Armando Maradona,

(…). Oggi il volo privato con guardia del corpo riporterà il campione in Europa, da dove ripartirà per Dubai, sede invernale della Federer Corporation. Trascorse le feste al caldo e in famiglia, Roger è atteso il 27 dicembre a Hangzhou, Cina orientale, e soprattutto il 7 febbraio a Città del Capo, dove 5o mila spettatori faranno segnare un nuovo record: l’amichevole con il rivale di una vita, Rafa Nadal, servirà a raccogliere fondi in beneficenza per i bambini delle township. In mezzo, tra Cina e Sudafrica, ci sarebbe l’Australian Open da affrontare, (…). Ma è chiaro che firmando contratti pluriennali (quello con Hangzhou arriva al 2023) Federer si sta apparecchiando un futuro di lucrose esibizioni, alla scoperta di nuovi paesi fino a 42 anni.

Nadal regala la Davis alla Spagna. Effetto Roger: in 42.000 in Messico (Ubaldo Scanagatta, Nazione – Carlino – Giorno Sport)

Es banal hablar de un Rafa Nadal fenomenal. Perdonate il “comincio” in spagnolo, peraltro comprensibile a todos, ma davvero tanto di sombrero al formidabile campeon maiorchino che chiude da n.1 l’anno per la quinta volta – come Federer e Djokovic – e conquista nell’entusiasmo incontenibile di tutto il Paese per una volta unito fra castillani e catalani, la sua quinta Coppa Davis da assoluto protagonista, su un totale di 6 conquistate dalla Spagna in 10 finali. Ieri il fenomeno maiorchino (…) ha vinto sull’irriducibile e fortissimo n.1 (15 Atp) canadese Denis Shapovalov (63 76, 9-7 nel tiebreak)

(…).

Prima di questo singolare, infatti, Roberto Bautista Agut (n.9 Atp), tornato a Madrid sabato dalla sua Castellon de la Plana (423 km, 5 ore di auto) dopo la morte giovedì del padre da tempo malato e i funerali venerdì, aveva battuto 76(3) 63 Felix Augier-Aliassime, 19 anni e n.21 Atp, consentendo a Rafa di scendere sul “centrale” soldout della Caja Magica sull’1-0

(…) Prima di Bautista Agut e Augier-Aliassime si era esibita, una decina di minuti per 3 canzoni, la pop-star colombiana Shakira che di Piquè è la moglie e di Rafa Nadal buona amica. Per il Canada dei figli di emigranti – Shapovalov ha un genitore russo e l’altro ucraino, Augier Aliassime del Togo, Pospisil cechi – è stata comunque la prima storica finale in questa competizione.

(…) Ma il vero segreto del successo è stato l’aver avuto sempre disponibile il miglior Nadal, sconfitto in soli 7 match lungo tutto il 2019 e solo 2 da non top-ten (Fognini a Montecarlo, Kyrgios ad Acapulco). Roger Federer ha battuto il record di affluenza per un match di tennis, 42.000 spettatori a Città de Messico, ma che avranno potuto vedere? Una pallina da ping-pong?

(…)

Spagna campione. La ferocia di Nadal e la dedica triste di Bautista Agut (La Stampa)

È finita come doveva finire: la prima Coppa Davis «nuova serie» consegnata a Nadal e Co – la sesta della Spagna, (…) sotto lo sguardo soddisfatto di Re Felipe e del deus ex machina di tutta la faccenda, il centrale del Barca Gerard Piqué, front-man del Kosmos Group (3 miliardi di dollari investiti per i prossimi 25 anni) (…).

Ad aprire la serata l’esibizione di Shakira, che di Piqué è la moglie molto glamour, a chiuderla l’ovazione del centrale della Caja Magica, 12.500 posti di capienza, tutto esaurito perla terza volta in settimana, ovviamente sempre per i match delle furie rubie, grazie tante e arrivederci all’anno prossimo, sempre a Madrid, (…).

Il tutto mentre a Città del Messico nel suo tour sudamericano che rivaleggia con quelli di Papa Francesco, Federer si esibiva davanti a 40 mila – leggasi: quarantamila – fedeli adoranti, alla faccia del suddetto Piqué (…).

Nella prima volta della «World Cup ofTennis», come i suoi nuovi padroni amano chiamare la Davis, ci stanno dentro anche cose belle. Ad esempio l’idea di un frullato di tennis lungo una settimana e senza un attimo di respiro, denso di storie a partire da quella malinconica e commovente di Roberto Bautista Agut, il numero 2 spagnolo, tornato ieri a Madrid dopo la morte tre giorni fa di papà Joaquin, e sceso in campo ieri per primo contro il millennial canadese Felix Auger Aliassime per regalare (7-6 6-3) un punto fondamentale alla squadra, l’indice e gli occhi da ragazzo triste fissi al cielo. Il melting pot canadese di Aliassime, Shapovalov e Pospisil, che ci ha eliminato nella fase a gironi, è stato fino alla semifinale, insieme alla Russia doc di Rubleve Khachanov, uno dei capitoli più convincenti. Il fast-sport del futuro, dicono gli esperti, dovrà essere uno show condensato ed emozionale, largo quindi ai tre match che da soli fanno un incontro, un thriller lungo un giorno.

(…) Rafa del resto era destinato ad essere, ed è stato, l’eroe eponimo delle Finals, il numero 1 del mondo che in Davis non perde un match da 15 anni e che ha firmato anche il punto decisivo contro il diversamente mancino Denis Shapovalov (6-3 7-6). Abolire l’assurda fase a gironi e ridurre le squadre, creando una più sensata Final Eight, con orari meno estremi, sarebbe un bel passo in avanti per una gara che lo spirito della Vecchia Davis, per merito dei giocatori, sotto sotto lo conserva. Ma ricoperto di inutili lustrini.

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