L'ATP Cup 'invade' il WTA di Brisbane. Fino al giovedì donne fuori dal centrale

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L’ATP Cup ‘invade’ il WTA di Brisbane. Fino al giovedì donne fuori dal centrale

A causa della contemporaneità con il torneo a squadre maschile, primi e secondi turni del torneo femminile di Brisbane si giocheranno sui campi secondari. Legittimo o scorretto?

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Manca un mese esatto all’inizio di una nuova stagione tennistica, ma già spuntano le prime polemiche in merito al rinnovato calendario del 2020. Come è noto da diversi mesi, nei primi giorni di gennaio si giocherà l’ATP Cup, una “Coppa del Mondo” del tennis che avrà un format itinerante e coinvolgerà tre città australiane, Brisbane, Sydney e Perth (qui potete leggere ulteriori dettagli). Le gare inizieranno venerdì 3 gennaio con la fase a gironi e dal 9 al 12 gennaio Sydney ospiterà gli incontri della fase ad eliminazione diretta. Quando è nata l’idea di creare un ‘doppione’ delle Davis Cup Finals i vertici dell’Association of Tennis Professionals avranno sicuramente constatato la coincidenza con un altro importante evento tennistico del calendario femminile.

Dal 6 al 12 gennaio è in programma il WTA Premier di Brisbane, una tappa importantissima del Tour WTA in vista dell’Australian Open. Il torneo si è sempre svolto nella prima settimana di gennaio, ma è stato spostato in avanti dal momento che i primi incontri della fase a gironi dell’ATP Cup sarebbero andati a coincidere con semifinale e finale femminile. Tuttavia la prima edizione del torneo maschile per nazioni si sovrapporrà ugualmente a una parte del WTA di Brisbane. Il programma dell’ATP Cup prevede infatti che il 6 gennaio si giochino sulla Pat Rafter Arena (campo centrale del Queensland Tennis Centre) le sfide Sudafrica-Cile e Francia-Serbia del gruppo A, il 7 gennaio Germania-Canada e Grecia-Australia (gruppo E) e l’8 gennaio Serbia-Cile e Francia-Sudafrica. Ne consegue che i primi turni e parte dei secondi turni del WTA di Brisbane si giocheranno tutti sui campi secondari, dal momento che il campo centrale sarà occupato. Le donne potranno giocare sul campo principale solo dal giovedì.

È stata da poco pubblicata l’entry list del torneo femminile: saranno presenti 14 delle prime 20 giocatrici del mondo e ci sono alte probabilità che Naomi Osaka o la campionessa in carica Karolina Pliskova siano costrette ad esordire sul campo 1 o sul campo 2, più piccoli, con una ristretta cornice di pubblico e un tetto che riparerebbe solo parzialmente gli impianti dal maltempo a differenza di quello retrattile installato sulla Pat Rafter Arena. Come sottolinea l’esperto del circuito WTA Diego Barbiani in un tweet, è un vero peccato che questa spiacevole situazione si verifichi proprio in casa della numero uno del mondo attuale, Ashleigh Barty. Ma proviamo ad analizzare il caso un po’ più a fondo.

Come scritto sopra, a Brisbane si disputeranno le sfide del gruppo A e del gruppo F dell’ATP Cup. Sono incluse Serbia, Sudafrica, Francia e Cile nel primo, Grecia, Canada, Germania e Australia nell’altro. Ciò significa (secondo le designazioni comunicate in settembre) che nel Queensland saranno presenti (tra i tanti) Novak Djokovic, Stefanos Tsitsipas, Alexander Zverev e il duo di casa Kyrgios-de Minaur. Nel momento in cui sono stati resi noti i nomi dei partecipanti, la Pat Rafter Arena già si è avviata verso il sold-out. Gli organizzatori hanno diviso la giornata sul campo centrale in sessione diurna e sessione serale, le quali avranno biglietti separati come accade in gran parte dei principali eventi del calendario. Per assistere ai match femminili dal 6 all’8 gennaio sarà invece sufficiente un ‘ground pass valido per tutta la giornata oppure un biglietto per il Campo Centrale. Ciò significa che chi avrà acquistato un ticket per vedere i match maschili avrà anche la possibilità di dare uno sguardo anche ai campi secondari sui quali giocheranno le donne.

Di sicuro un match di Djokovic o del team australiano attira tanti più appassionati di un incontro femminile ‘medio’, ma relegare tutti i match della categoria (anche di chi occupa una posizione molto alta in classifica, specie se in vetta alla classifica c’è proprio un’australiana) è poco rispettoso nei confronti di tutto il Tour WTA. Anche per soli due giorni. Ancor di più se si pensa che il WTA di Brisbane ha dovuto già accettare di modificare la sua collocazione in calendario pur di rimanere in vita. Altri tornei, come l’ATP di Sydney, sono stati invece risucchiati dal vortice dell’ATP Cup. Inoltre si è passati da un evento a squadre di successo e con molto seguito (complice anche l’effetto-Federer) quale l’Hopman Cup di Perth, con partecipazione sia maschile che femminile, a un unico grande evento targato solamente ATP. A fronte di questa sostituzione ‘asimmetrica’, il maggiore appeal di sfide tra tennisti compresi in top 10 e la potenza di fuoco dell’ATP hanno verosimilmente impedito una (una ragionevole) marcia indietro.

Sarebbe certo miope negare che esiste una differenza di clamore mediatico tra i migliori dieci giocatori del circuito maschili e le migliori dieci di quello femminile, tanto più in un momento storico in cui la WTA è entrata in quel periodo di rinnovamento (con conseguente declino di stelle illustri) di cui l’ATP ha avuto solo qualche assaggio. Però qui si tratta di una manifestazione appena re-introdotta in calendario, a tutti gli effetti un tentativo di intralcio dell’ATP nei confronti della nuova Davis, che va a danneggiare un evento femminile che si svolge con ottimo successo di pubblico (anche grazie al formato combined) dal 2009 e prima ancora si era disputato per 25 anni tra il 1970 e il 1994. Un evento che per punti e montepremi può essere paragonato a un ATP 500; difficilmente vedremo mai un torneo a squadre femminile nuovo di zecca occupare i campi destinati al torneo di Tokyo, per fare un esempio fruibile.

Karolina Pliskova (trofeo) – Brisbane 2019 (via Twitter, @BrisbaneTennis)

Resta difficile capire come la stessa WTA abbia ingoiato il boccone amaro e quali soluzioni si potessero preventivamente adottare, ammesso che tra ATP e WTA sia esistito un congruo tavolo di discussione. Tennis Australia poteva fare in modo che il suo WTA di Brisbane non venisse intaccato? Ammettiamo che l’evento organizzato dalla federazione maschile avesse – come probabilmente ha – quei dieci giorni di gennaio come unica possibilità per svolgersi correttamente, davvero non c’era spazio per contrattare con la WTA un anticipo di un paio di giorni per poter svolgere il torneo femminile senza problemi logistici? L’inserimento di almeno un incontro femminile sulla Pat Rafter Arena il 7 e l’8 gennaio è un’ipotesi poco plausibile, considerato che si dovranno giocare già sei match e dopo i disastri ‘orari’ di Madrid è verosimile che in Australia si farà di tutto per evitare giornate e nottate infinite.

Rimane quindi questo forte sbilanciamento politico verso il lato dell’ATP e la speranza è che nel 2021 questo problema venga risolto nel modo migliore. È curioso che questo argomento tenga banco nelle settimane in cui la presidentessa della WTA Micky Lawler ha aperto a una possibile unificazione delle due associazioni. Un cambiamento così radicale richiederà del tempo, ma, come dice Lawler, le due parti necessitano un dialogo più stretto e produttivo per evitare una situazione come quella che si creerà a Brisbane, dove in sostanza il pesce più grande (o più tracotante) si è mangiato un pezzo del pesce più piccolo.

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