Si ritira Carlos Berlocq, gladiatore del tennis

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Si ritira Carlos Berlocq, gladiatore del tennis

A 36 anni il tennista argentino appende la racchetta al chiodo. Nel suo palmares 2 titoli ATP, ben 19 a livello Challenger, e la Coppa Davis del 2016. Oltre che una fama da lottatore di razza

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Carlos Berlocq - Coppa Davis 2017 (foto Prensa AAT/Sergio Llamera)
 

Ci sono i tennisti destinati a brillare sui campi più importanti del mondo, grazie ai loro colpi potenti e, alle volte, anche stilisticamente perfetti. Poi ci sono quelli che quei colpi nel loro arsenale non ce li hanno, devono sudarsi ogni singolo punto per vincere la partita, in qualche piccolo torneo senza le comodità di Wimbledon. L’argentino Carlos Berlocq apparteneva sicuramente a questa seconda categoria. Il passato è diventato d’obbligo dopo la notizia del ritiro dal tennis professionistico a 36 anni, dopo una carriera lunga e ricca di soddisfazioni. Tutta all’insegna del dare sempre il massimo in campo e del non mollare mai, come un gladiatore.

Che Berlocq potesse appendere la racchetta al chiodo al termine della stagione era nell’aria. L’annuncio ufficiale è arrivato al termine del campionato per club argentino, il corrispondente della nostra Serie A, in cui il tennista di Chascomus, ha raggiunto la semifinale con i suoi Harrods. In seguito, il principale circolo di Buenos Aires ha deciso di rendergli una meritatissima celebrazione, omaggiandolo con una targhetta. Voglio ringraziare tutte le persone che in qualche modo mi hanno aiutato durante la mia carriera. Chi lo ha fatto lo sa e non voglio dimenticare nessuno. Grazie mille, ha detto un Berlocq molto emozionato in campo. 

In carriera, Berlocq ha vinto due titoli ATP, il primo a Bastad nel 2013, in finale contro Fernando Verdasco, e il secondo l’anno successivo ad Estoril superando nell’atto conclusivo niente di meno che Thomas Berdych, allora n.6 del mondo. A questi due trofei nel circuito maggiore, ne vanno aggiunti ben 19 nel circuito challenger. Attualmente è il quarto di sempre per numero di titoli di questa categoria dietro a Lu, Sela e Lorenzi. Il primo Challenger lo ha conquistato a Manta nel lontano 2004 e l’ultimo a Montevideo l’anno scorso. Naturalmente, tutti questi tornei sono stati vinti sulla terra battuta, la superficie dove si è formato tennisticamente e dove le sue qualità di indomito lottatore e i suoi colpi in topspin potevano essere valorizzate. Ha raggiunto il suo best ranking di n.37 al mondo nel 2012, anno della sua prima finale a livello ATP a Vina del Mar.

In Argentina, Berlocq è stato particolarmente apprezzato anche per il suo grande impegno e per alcune performance esaltanti in Coppa Davis. In totale, nella massima competizione a squadre, ha giocato match 13 di singolare, vincendone 7, e altri 7 di doppio vincendone 3. I tifosi argentini ricordano con particolare piacere la sua nettissima vittoria in tre set nel singolare decisivo contro l’israeliano Bar Tzuf Botzer, che permise alla formazione albiceleste di rimanere nel gruppo mondiale nel 2014.

Nello stesso anno, e questo magari ce lo ricordiamo noi, fu capace di battere Andreas Seppi, al primo turno sulla terra di Mar del Plata, prima di perdere con onore da Fognini. Nel 2017, sempre al primo turno, sempre in Argentina, superò Paolo Lorenzi in cinque set. Berlocq è stato protagonista di altre maratone di Davis contro tennisti ben più quotati di lui come Tsonga e Kohlschreiber. Ha fatto parte della squadra che ha vinto l’insalatiera nel 2016 pur giocando un solo doppio con la Polonia al primo turno. 

Insomma, un vero davisman. Un vero gladiatore. Come non ce ne sono molti in giro.

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