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Interviste

Stavolta Rafa elogia Kyrgios, che si smentisce il giusto. Con un pensiero a Kobe

Nadal non ha obiezioni: "Ha dato il suo meglio per tutta la partita, quando il suo atteggiamento è questo può giocarsela con chiunque". Ma Nick: "Lo sapevo già e mi interessa di più essere cresciuto come essere umano. Bryant per sempre un esempio"

Last updated: 30/01/2020 7:18
By Emmanuel Marian Published 27/01/2020
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7 Min Read
Nick Kyrgios - Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)

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Rafa Nadal supera lo scoglio, anche psicologico, rappresentato dal nemico giurato Nick Kyrgios e attracca ai quarti di finale dello Slam australiano. Lo fa con una prova al solito sostanziosa e convincente, battendo un rivale che ha dato tutto concedendo poco alle digressioni extra campo. Stacca il pass, per giunta, imponendo lo stesso identico score dell’ultimo precedente andato in scena a Wimbledon: seitre, tresei, settesei, settesei; eppure, ascoltando Nick, ma anche Rafa se è per quello, la sfida dal punteggio identico è stata molto più combattuta sotto il cielo di Melbourne.

“Mi sono sentito molto più vicino a lui stavolta rispetto al match di Londra – ha dichiarato Kyrgios -, perché ho giocato meglio e avuto molte più occasioni. Sul quattro pari al terzo sono riuscito ad arrivare un paio di volte ai vantaggi sul suo servizio, e se avessi vinto quel set credo avrei avuto molte chance di vincere la partita“. Il problema, e chi meglio di Nick può saperlo, è la ferocia con cui il mostro dall’altra parte del net gioca i punti da cornicione. “Lui è un campione, è ovvio, ha giocato molto bene, servito molto bene, usato lo slice e variato i colpi molto bene. In più, cosa fondamentale, ha interpretato i punti decisivi meglio di quanto abbia fatto io“. Chissà cosa sarebbe successo, qualora le condizioni fossero state più inclini alle sue preferenze… “Il campo era lento in modo snervante, soprattutto quando è calato il sole. Negli ultimi tre set la palla non viaggiava e io dovevo rischiare l’impossibile per fargli punto. Già normalmente è difficile, perché lui ti fa giocare sempre una palla in più, così è davvero troppo“.

Sia come sia, l’incontro è girato su non moltissimi game, anche se Rafa, avendo le sue ragioni, ha a lungo avuto la sensazione di avercelo sotto controllo, il match. “Ho governato i miei turni di battuta abbastanza serenamente e per lunghi tratti mi è sembrato di poter controllare piuttosto bene. Il problema è quando serve lui: è uno dei migliori battitori del circuito ma a differenza degli altri specialisti gioca benissimo anche da fondo, quindi ti mette sotto pressione per tutta la partita“. Soprattutto, e Rafa è costretto a commentare il fatto per l’ennesima volta, se l’unico obiettivo dell’australiano è vincere una partita di tennis. “Ho già risposto due giorni fa alla stessa domanda e non ho cambiato idea. Se riesce a pensare solo alla partita, proprio come ha fatto oggi, diventa molto pericoloso perché ha un talento enorme e può giocarsela con tutti, in qualsiasi torneo”.

Rafa Nadal – Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)

La carineria viene riferita a Nick, il quale replica con modalità che non necessariamente stupiscono gli astanti. “Ringrazio Rafa, ma lo sapevo già. Lo so io e lo sanno tutti: il mio problema è mantenere un alto livello di concentrazione agonistica per più ore nella stessa partita e per più giorni nello stesso torneo. Ma ora mi sento motivato a proseguire su questa strada“. Soprattutto in un momento come questo, segnato da profondi rivolgimenti emozionali. “La situazione climatica e ambientale del mio Paese è ancora disastrosa, adesso l’attenzione si è spostata sul torneo e sembra che di problemi non ce ne siano più, invece poco è cambiato. Io ho provato e proverò a dare una mano per quanto sarò in grado di fare ma non per questo mi sento un eroe, mi sento solo molto triste“.

Perché l’atteggiamento di Kyrgios si può sezionare in mille modi e a volte se ne parla persino troppo, ma la sensibilità e il profondo istinto di solidarietà umana che permea il suo essere non dovrebbero essere in discussione. “Il periodo è nero. La notizia della morte di Kobe Bryant mi ha sconvolto. Non ho avuto il piacere di conoscerlo ma è stato un’icona dello sport, prima ancora che del basket. La pallacanestro è la mia vita, non passo una giornata intera senza guardare un match. Questa tremenda disgrazia mi ha dato un’ulteriore spinta per dare tutto me stesso in campo e credo che questa sensazione non mi abbandonerà“.

Nick Kyrgios con la canotta dei Lakers di Kobe Bryant – Australian Open 2020 (via Twitter, @atptour)

Rafa è ancora scottato dalle ultime vicende che lo legano al rivale appena battuto e non può concedere troppo agli elogi, ma le sue parole, oggi, hanno un altro sapore rispetto alle più recenti dichiarazioni in merito. “Io non ho mai avuto nulla contro Nick, contro il suo modo di essere imprevedibile e di interpretare le partite in modo inusuale. Ho avuto problemi con lui solo quando non ha reso giustizia al suo talento; quando con i suoi comportamenti non ha restituito una buona immagine del nostro sport. Ha il dovere di dare sempre il massimo, come ha fatto oggi, perché tutto il movimento ne gioverebbe. Io per primo mi diverto moltissimo a guardare le sue partite“. Kyrgios, com’è naturale, raccoglie fino a un certo punto. “Diventare un giocatore migliore non mi interessa, io voglio diventare un uomo migliore e credo che la strada sia quella giusta. Non avrei dovuto aver bisogno dei tremendi eventi sociali e umani che stiamo vivendo per diventarlo ma ognuno vive e segue il proprio percorso“. Che ci venga conservata una rivalità così.


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TAGGED:Australian Open 2020Nick KyrgiosRafael Nadal
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