Il 2020 di Shapovalov non è ancora iniziato: Dimitrov lo ferma subito a Rotterdam

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Il 2020 di Shapovalov non è ancora iniziato: Dimitrov lo ferma subito a Rotterdam

L’allievo di Youzhny paga diversi errori con il rovescio e incappa nella quarta sconfitta consecutiva. Fognini esordirà martedì a ora di pranzo

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Denis Shapovalov - Bercy 2019 (foto via Twitter, @RolexPMasters)
 

Australian Open, Montpellier e adesso Rotterdam: diventano tre consecutive le sconfitte all’esordio per Denis Shapovalov che, per il momento, non è in grado di ritrovare quella continuità apparentemente portata da coach Youzhny nel finale della scorsa stagione (intravista anche in ATP Cup) e cede in due set a un Grigor Dimitrov – anch’egli ben poco brillante in avvio di 2020 – centrato, reattivo e con le idee piuttosto chiare.

Grisha deve subito ricorrere alla prima di servizio seguita dal dritto per salvarsi dal 15-40, ma è lui a strappare il servizio al gioco successivo, certo con la classica complicità di Shapo che commette tre doppi falli e un altro paio di errori evitabili. Denis tira il suo colpo da highlight mentre il bulgaro, n. 22 ATP, non deve far altro che tenere la battuta fino al 6-3, compito tutt’altro che complicato con il dritto che fa danni nella metà campo di un avversario che è anche uno dei peggiori ribattitori fra i top player. Il match scorre veloce, entrambi cercano di prendere immediatamente l’iniziativa e, se Dimitrov è meglio attrezzato per ribaltare l’inerzia dello scambio, Shapo lo tiene ben lontano con il servizio. Sul 5-4, il ventenne nato a Tel Aviv sceglie (glielo avranno suggerito dall’angolo) di tenere in campo qualche ribattuta; ottima idea perché Grigor sente la pressione e il doppio fallo gli costa una palla break che è anche un set point, ma ne esce con il servizio e la partecipazione non proprio straordinaria della risposta bloccata dell’ottava testa di serie.

Un po’ di fortuna due giochi dopo, quando il dritto bulgaro steccato centra la piastrella all’incrocio delle righe nel punto che segue un altro doppio fallo ed è tie-break. Grisha sa bene quello che deve fare (un mostro di strategia al confronto dell’avversario) e lo fa, mentre Shapovalov è ormai oppresso dal pensiero di non sbagliare la risposta con l’ovvio risultato di irrigidirsi e non riuscire a iniziare lo scambio. Vince allora Dimitrov, dominante con il dritto e puntuale con qualche cambio in lungolinea di rovescio, mai a tutto braccio bensì a cercare l’errore più o meno forzato dello stesso colpo canadese invece prodigo di errori.

Dopo due ore e tre quarti, sette minuti in più rispetto a quanti gli erano stati necessari a Barcellona due anni fa, Pablo Carreño Busta esce vincitore dallo strano match che lo ha visto opposto ad Adrian Mannarino. “Strano” perché, pur sempre avanti nel punteggio e dando l’impressione di controllare scambi e gioco grazie a un’indiscussa maggiore solidità, Carreño ha faticato a convertire le opportunità in un robusto vantaggio e deve forse ringraziare il let su quello che sarebbe stato l’ace francese ad annullargli il quinto match point, poi trasformato.

Mannarino sbaglia molto di più e sono proprio i suoi gratuiti a decidere il primo set, con il servizio ceduto all’undicesimo gioco. Il trentunenne di Soisy-sous-Montmorency davvero fatica a centrare il campo soprattutto con il dritto che, alla fine, conterà 35 gli errori, a fronte di 16 vincenti – comprese smorzate e volée, non è che Adrian spacchi continuamente la palla con quel fondamentale, anche se è proprio con una risposta di dritto che si prende il tie-break. Così, nonostante le otto palle break a favore e le zero concesse nel secondo parziale, Pablo si ritrova al terzo set. Riesce ad andare avanti 3-1, ma subito fa rientrare l’altro che trasforma la prima opportunità di break del match. Gli scambi lunghi non si contano, a differenza delle discese a rete spagnole: due in tutto l’incontro, entrambe con esito negativo. L’ex top ten di Gijon torna avanti ma, servendo per il match, si fa recuperare da 0-40 e cede la battuta facendo registrare un tragico zero su due anche sulle le palle break salvate. Mannarino non riesce però ad arrivare al 5 pari nonostante salvi un quarto match point e un sempre più preoccupato Carreño, per chiudere la contesa, è costretto a pescare un rovescio-jolly visto che non arrivava il non forzato numero 60 dal lato francese.

Non hanno certo una grande tradizione a Rotterdam (una finale per Ferrero nel 2004 e una per Nadal nel 2009), ma anche l’altro spagnolo impegnato nella giornata, Roberto Bautista Agut, passa al secondo turno con la vittoria in rimonta sul qualificato Marton Fucsovics. Martedì, non prima delle 12.30, esordio non semplicissimo per Fabio Fognini contro Karen Khachanov. In serata inizierà la sua campagna olandese anche il secondo favorito Stefanos Tsitsipas.

Risultati:

P. Carreño Busta b. A. Mannarino 7-5 6-7(3) 6-4
[6] R. Bautista Agut b. [Q] M. Fucsovics 4-6 7-6(1) 6-1
G. Dimitrov b. [8] D. Shapovalov 6-3 7-6(3)
D. Evans b. [Q] P. Kohlschreiber 6-3 7-5

Il tabellone completo

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