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Non sempre piove sul bagnato: a Rio è stato il carnevale di Gianluca Mager

L'azzurro supera Balazs al terzo set dopo l'interruzione per pioggia di ieri e raggiunge la prima finale ATP in carriera. Qui vi raccontiamo la sua storia

Last updated: 24/02/2020 11:59
By Lorenzo Colle Published 23/02/2020
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8 Min Read
Gianluca Mager - Rio 2020 (foto Twitter @RioOpenOficial)

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Il Rio Open 2020 verrà sicuramente ricordato come il torneo di Gianluca Mager, classe 1994, presentatosi sulla terra brasiliana con una sola vittoria a livello ATP e una classifica da numero 128 del ranking e capace di stupire tutti superando nei quarti di finale il numero 4 del mondo, Dominic Thiem. Una vittoria ancora più importante e degna di nota, perché maturata in due giorni a causa della pioggia insistente che ha costretto gli organizzatori a rinviare il programma di gioco quando l’azzurro era in vantaggio di un set e di un break. Mager però non si è fatto sopraffare dalle emozioni e ha portato a casa la vittoria più importante della carriera, ripetendosi poi – sempre in due atti ma questa volta in tre set – contro Attila Balazs, già battuto nelle qualificazioni, per raggiungere la prima finale in carriera (e un best ranking di numero 77).

Una carriera scelta e intrapresa con pieno coinvolgimento solo a diciotto anni, quindi piuttosto tardi rispetto agli standard degli altri colleghi professionisti. Fino alla maggiore età Gianluca – che ha preso in mano la racchetta a Sanremo quando aveva sette anni – giocava a tennis per divertirsi, tant’è che il suo nome non è mai apparso nelle classifiche ITF degli juniores, e anzi aveva rischiato di compromettere sul nascere la sua carriera a causa di uno sfortunato episodio. A 16 anni, fu infatti squalificato per quattro mesi per aver fumato marijuana ad una festa, lui che all’epoca ancora non giocava tornei professionistici.

Se il nativo di Sanremo ha poi deciso di cambiare idea e di fare della propria passione un lavoro, molti meriti vanno dati a Diego Nargiso che, stregato dal suo potenziale, lo ha spronato a dare il massimo, di nuovo, come prima e più di prima. “Grazie a lui ho ritrovato la passione per il tennis, la voglia di vincere e tutto il resto“, ha ammesso lo stesso Mager in una vecchia intervista apparsa su ‘Il Tennis Italiano’. Non va inoltre sottovalutato l’aiuto della Federazione che lo ha ospitato da fine 2016 e per alcuni mesi del 2017 nel centro federale di Tirrenia, nell’ambito del progetto “Over 18” curato da Umberto Rianna (e che ha coinvolto tra gli altri anche Lorenzo Sonego e Matteo Berrettini).

I primi punti ATP arrivano nel luglio 2013 e nei tre-quattro anni successivi la sua attività si limita quasi totalmente ai Futures, con quattro titoli e la soddisfazione di sconfiggere un futuro top 10 e finalista Slam come Daniil Medvedev. Nel 2017 esordisce a livello ATP grazie ad una wild card concessagli dagli organizzatori degli Internazionali d’Italia, ma i crampi gli impediscono di terminare il proprio match contro Aljaz Bedene. Ottiene qualche buon risultato nei Challenger, ma, nonostante l’ottimo servizio e un bel drittone carico, la sua dimensione a cavallo tra il 2017 e il 2018 sembra essere ancora quella di giocatore da Futures.

Il salto di qualità arriva nel 2019 che lo vede sempre più continuo e sempre più protagonista a livello Challenger. La sua bacheca si arricchisce di ben tre titoli, equamente distribuiti durante l’anno, a testimonianza dell’ottima condizione raggiunta: Koblenz a gennaio, Barletta ad aprile e Biella a settembre. A fine stagione Mager centra anche la prima vittoria in un torneo ATP, a Stoccolma contro Pablo Andujar, non certo uno specialista del veloce indoor, ma pur sempre un ex top 40 con quattro trofei ATP all’attivo. Evidenti sembrano i miglioramenti in risposta, che assieme al gioco di volo costituisce una fase del gioco in cui Gianluca si porta dietro i maggiori difetti. In prima linea ci sono il gran servizio e un ottimo dritto carico, con il quale ama prendere in mano l’iniziativa e spesso chiudere il punto. Lo aiuta un fisico piuttosto strutturato, perché Gianluca guarda tutti dall’alto dei suoi 188 centimetri nonostante sulle sue doti fisiche non abbia mai creduto di poter fare grande affidamento (‘dal punto di vista fisico mi sento piuttosto scarso!‘, ebbe a dire nella già citata intervista del 2013).

Gianluca Mager (foto Francesco Peluso)

SETTIMANA SPECIALE – Con questa nuova consapevolezza, il venticinquenne azzurro ha iniziato l’anno senza trovare grandi risultati, ma comunque fiducioso. Attualmente nel suo team ci sono Flavio Cipolla (che allena anche Giannessi) e Matteo Civarolo, che lo seguono nei tornei insieme alla ragazza di Gianluca, Valentine Confalonieri, a sua volta ex tennista professionista. Proprio Civarolo, alla vigilia della sfida contro Thiem, non si è detto sorpreso delle prestazioni del proprio pupillo. “Sinceramente me l’aspettavo“, ha dichiarato a RivieraSport. “Vedendo il livello espresso da Gianluca nei primi tornei dell’anno, soprattutto con Purcell all’Australian Open e con Cuevas a Cordoba. Quelli sono stati due match persi per pochi punti, ma giocati alla grande“. Era solo questione di tempo insomma.

Il carattere di Mager si è fatto vedere anche nella ripresa del match contro Attila Balazs, curiosamente già affrontato e battuto dall’azzurro nelle qualificazioni proprio qui a Rio. La partita, interrotta ieri sul punteggio di 7-6 3-3 in suo favore, non ha brillato per la qualità di gioco e si è maledettamente complicata per Mager, che si è trovato sotto di un break nel terzo set dopo aver perso il secondo 6-4. Il tennista italiano è però stato bravissimo a rimanere attaccato al match, aiutato anche dall’avversario che gli ha regalato il contro-break con due doppi falli. Il capolavoro di Mager è stato il tie-break decisivo (il quinto vinto nel torneo su cinque disputati), dominato 7 punti a 2 grazie ad una ritrovata brillantezza e scioltezza nei colpi.

Dopo poche ore, Gianluca è tornato in campo per disputare la finale contro Christian Garin, che ha superato 6-4 7-5 Borna Coric. Una partita, la più importante della sua carriera, che andava presa con spensieratezza e con la sicurezza di avere molte carte da giocare. Purtroppo Garin ha prevalso in due set, vanificando il vantaggio di 4-2 che il sanremese si era costruito nel secondo set e che sembrava una buona base per portare la partita al terzo. Comunque vada da le cose cambieranno per Mager, perché il suo nuovo ranking potrebbe inevitabilmente influenzare le scelte di programmazione dei prossimi mesi.


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TAGGED:ATP Rio de Janeiro 2020Gianluca Mager
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