Dagli sci alla Top 100: l'improbabile carriera di Dominik Koepfer

Interviste

Dagli sci alla Top 100: l’improbabile carriera di Dominik Koepfer

Il sito dell’ATP ha intervistato il tedesco, N.92 ATP e titolare di una gran corsa dalle qualificazioni al quarto turno di Flushing Meadows la scorsa estate

Pubblicato

il

Dominik Koepfer - US Open 2019 (foto via Twitter, @usopen)
 

Dominik Koepfer è uscito a testa alta dal Louis Armstrong lo scorso settembre. Il tedesco aveva vissuto un sogno, prima qualificandosi per il main draw e poi raggiungendo il quarto turno dello US Open, dove solo un Medvedev nella miglior forma di sempre è riuscito a fermarlo, ma solo al tie-break del quarto.

Quando i due si sono stretti la mano a rete, Medvedev ha speso delle belle parole per il venticinquenne mancino: “Amazing. Amazing play. Amazing play”. E quando Koepfer si è avviato fuori dal campo, i tifosi hanno dimostrato di aver apprezzato appieno la battaglia a cui l’allora N.188 delle classifiche aveva costretto Medvedev. “Penso di aver fatto un buon lavoro. Sono stato contento del mio livello, e ovviamente è stata una grande esperienza sentire tutte quelle persone che mi acclamavano mentre uscivo dal campo“, ha detto ad ATPTour.com. “Non lo dimenticherò mai“.

Non male per uno che non si è dedicato completamente al tennis fino ai 15 anni. Nella prima adoloscenza, Koepfer si trovò davanti a una decisione: continuare a giocare a tennis una o due volte a settimana, o concentrarsi sugli sci o sul golf, in maniera simile a Novak Djokovic e Jannik Sinner, anch’essi cresciuti sciando.

Nella mia zona [Furtwangen, in Germania] c’è spesso tanta neve, qualcosa come cinque mesi l’anno. Le alternative sono il tennis indoor o gli sci, perciò durante gli inverni facevo entrambe le cose. Quando ho compiuto 16 anni, sono arrivato in finale nei campionati tedeschi Under 16, e quindi ho deciso di giocare di più a tennis e di impegnarmici maggiormente. Più avanti sono andato all’università [a Tulane, in Louisiana]”.

Quel risultato fu però solo uno dei motivi che spinsero Koepfer a scegliere racchette e palline. Per esempio amava il cameratismo che nasceva spontaneamente fra membri dello stesso club, mentre gli sci lo lasciavano solitario su una montagna. Ma c’è anche dell’altro. “Penso che il tennis fosse decisamente meno rischioso. Gli sci sono molto rischiosi, soprattutto ad alto livello“, ha detto. “Ci sono tanti infortuni, specialmente alle ginocchia, mentre mi sono sempre divertito a giocare a tennis“.

Nonostante il cambio di rotta, Koepfer non attirò molta attenzione. Il suo ranking juniores non era abbastanza buono da generare offerte di reclutamento nel mondo del tennis universitario. Ricevette una sola offerta da college di Division I [il campionato più importante patrocinato dalla NCAA americana, che comprende più di 300 atenei], da Tulane University, dove quindi andò – oltre a quell’offerta, poca roba: solo un paio di scuole di Division II provarono a prenderlo. “La scelta fu piuttosto semplice, visto che non ne avevo altre“, ha detto Koepfer. Il suo primo viaggio per raggiungere il campus in Louisiana fu anche il suo primo negli Stati Uniti, a 18 anni.

Per i primi mesi non pensavo che sarei rimasto. Era dura, il mio inglese non era granché, nuova cultura, nuova gente, l’atmosfera all’interno della squadra era diversa, e stavo giocando tantissimo. Era molto stancante andare a lezione e cercare di gestire i miei orari, anche perché in università si fa tanta vita sociale. Perciò all’inizio ebbi qualche problema, ma poi iniziai a divertirmi per davvero e credo che questo mi abbia aiutato a diventare un giocatore migliore, soprattutto, ma anche una persona migliore“.

Arrivato al terzo anno, Koepfer iniziò a credere in sé stesso. Divenne il primo giocatore nella storia dell’ateneo a raggiungere la prima posizione delle classifiche universitarie e vinse i campionati nazionali indoor del 2015 – ironicamente tenutisi sui campi dello US Open, dove avrebbe avuto luogo il suo periodo magico meno di quattro anni dopo.

Avevo sempre sognato di diventare un professionista, ma il mio livello non era mai stato sufficiente per farlo“, ha detto. “Grazie al tennis universitario sono riuscito a sviluppare i mezzi per arrivare sul tour e competere ad alti livelli“. Passo dopo passo, Koepfer è transitato attraverso i vari livelli del tennis professionistico. Ci sono stati dei momenti in cui faceva fatica a qualificarsi per i Futures, ma nel 2019 ha iniziato a pensare di poter avere successo nei Challenger e ha vinto il suo primo titolo a Ilkley, guadagnandosi una wildcard per Wimbledon.

Da allora è stato tutto un turbinio di eventi, con Koepfer che è salito fino all’ottantatreesima posizione – e sta ancora crescendo. Quando era un junior, Koepfer era “molto emotivo” in campo, e certe volte le sensazioni negative finivano per condizionarlo. Adesso lavora con un mental coach da più di un anno, nella sua casa in Florida, e la collaborazione ha dato i suoi frutti. “Ho sviluppato molte routine giornaliere: mi sveglio, medito, mi segno delle cose prima e dopo i match. Annoto molte cose, e poi ne parlo con lui una o due volte a settimana, sia al telefono (per una o due ore) che per messaggio, è importante metterci un impegno quotidiano“, ha detto Dominik. Pensa che le sue grandi qualità siano grinta e combattività, e questo lavoro gli serve per controllarle e utilizzarle al meglio.

A volte vado fuori di testa, quando le emozioni si mettono di traverso, e quindi non combatto come dovrei. Ma in generale penso di essere un grande lottatore e voglio rendere la vita difficile al mio avversario“. Da bambino Dominik sognava di raggiungere la Top 100. Ora che c’è riuscito, ha alzato l’asticella: “Voglio certamente arrivare in Top 50. Voglio competere ai livelli più alti, voglio giocare gli Slam e affrontare i migliori“.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement