Priorità, priorità, priorità: Alison Riske testata dall'anti-doping nonostante l'emergenza

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Priorità, priorità, priorità: Alison Riske testata dall’anti-doping nonostante l’emergenza

La N.19 WTA ha raccontato l’accaduto su Twitter, divertita. Suo marito un po’ meno

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In questi giorni, quando un essere umano riceve una visita a domicilio per essere testato, il pensiero va in una sola direzione, e probabilmente è quello che è successo ad Alison Riske-Amritraj nella giornata di ieri. E invece, nonostante il blocco totale delle attività competitive, il test era un controllo anti-doping, amministrato a dispetto dello stato d’emergenza proclamato dal Presidente Donald Trump. La giocatrice, se non altro, sembra aver preso l’avvenimento con una certa flemma:

Peraltro Riske era già risultata fra i tennisti più testati del 2019 con 28 controlli (14 in-competition e 14 out-of-competition). E forse è per questo che suo marito, Stephen Amritraj (nipote di Vijay, vincitore di 32 tornei fra singolare e doppio), non ha lesinato accuse alle agenzie deputate (WADA e USADA, mentre evidentemente l’ITF, il terzo organo governativo che si occupa dei test casuali, non era coinvolta), infastidito dalla poca opportunità, dall‘implicito rischio corso dagli enti nel mandare in giro per il mondo (e a meno di un metro di distanza dai testati) i propri dipendenti, e probabilmente anche dalla sveglia anticipata di sabato mattina:

La proposta – tenere a casa i dipendenti pagandoli regolarmente – sembra ragionevole, anche se non così scontata. Sarà in ogni caso interessante vedere se nei prossimi giorni altri tennisti avranno problemi simili o se si è trattato di un caso isolato, un controllo che semplicemente non è stato annullato per tempo.

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