Murray e la parità di genere: "Ci vorrebbero più donne coach nel tennis"

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Murray e la parità di genere: “Ci vorrebbero più donne coach nel tennis”

Vi riproponiamo in versione integrale l’editoriale di Andy Murray per il Guardian in occasione del 8 marzo, festa internazionale della donna

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Sulle pagine del Guardian, Andy Murray ha scritto una lettera per sostenere un semplice principio: le donne possono, e anzi dovrebbero, allenare i tennisti uomini molto più di quanto (poco) accade. Vi proponiamo di seguito la traduzione integrale, mentre la versione originale dell’articolo potete trovarla qui

Da bambini io e mio fratello Jamie vivevamo molto vicini al circolo di tennis di Dunblane. Dato che mia mamma era stata una discreta tennista ed era anche un’allenatrice, era inevitabile che iniziassimo a giocare a tennis.

Mia mamma ha una grande energia ed è sempre stata una stakanovista. Quando eravamo piccoli la sua giornata spesso iniziava alle 4 del mattino. È stata un modello per me grazie alla sua determinazione, alla sua etica del lavoro e alla sua motivazione. Anche ora continua a viaggiare dappertutto ed è sempre in campo. Insegna tennis e dà ai bambini, alle ragazze e alle allenatrici un’opportunità.

Sono stato allenato da mia madre fin da quando ero giovane e ho avuto una lunga esperienza con coach donne nel corso della mia carriera. Ma quando sono diventato un professionista ho notato che i giocatori uomini avevano sempre un allenatore uomo e che, in molti casi, anche gli altri componenti della loro squadra erano uomini.

Quando mi sono trovato a dover scegliere un nuovo allenatore nel 2014 volevo lavorare con un ex giocatore – credo che possano aiutarmi molto dal punto di vista psicologico e che capiscano la pressione di dover giocare e vincere competizioni importanti. Come me, Amelie Mauresmo, nella sua carriera, aveva dovuto fare i conti con la propria emotività e, nonostante ciò, era riuscita a vincere Major. Sentivo che poteva comprendermi bene da quel punto di vista.

La reazione alla mia scelta, anche da persone vicine a me, mi ha fatto capire che c’è un problema. La ragione era che tutti la mettevano in discussione solo sulla base del sesso, non per la sua abilità o per i traguardi che aveva raggiunto nella sua carriera.

Sono andato bene sotto la sua guida, ho raggiunto diverse finali Slam. Ma molte persone vedono la nostra collaborazione come un fallimento perché non ne ho vinta nemmeno una. La gente dava la colpa a lei questo ed è una cosa che non è mai avvenuta con altri allenatori. Di solito ero io che venivo criticato, ero io il problema quando perdevo. Con Amelie, le domande che ricevevo spesso dopo le sconfitte erano sulla nostra relazione. Non ho mai avuto un’esperienza simile nella mia carriera.

Non è possibile che alle Olimpiadi di Rio solo l’ 11% degli allenatori fosse donna. Quando si tratta di attitudini, capacità, intelligenza non c’è ragione al mondo per cui una donna non possa essere brava quanto un uomo. Spero che le cose cambieranno quando ci saranno più opportunità per le donne. Ho letto che a Tokyo ci potrebbe essere la più alta percentuale di atlete donne di sempre. Quasi il 50 per cento. Quindi si stanno facendo dei passi in avanti.

Tra tutti gli sport, il tennis è quello migliore in termini di parità di retribuzione tra atleti uomini e donne. Ma trovo che invece di essere celebrata questa eguaglianza venga messa in discussione. Il tennis femminile è interessante per gli spettatori, gli sponsor, le TV, tutti. Quindi non bisogna sprecare il tempo a discuterne: celebriamolo e usiamolo come esempio per la crescita dello sport femminile. 

Anche le olimpiadi (sperando possano disputarsi regolarmente, ndr) hanno un ruolo molto importante nel promuovere l’uguaglianza di genere. La gente ama i giochi olimpici perché vede i migliori atleti, uomini e donne. Sono divertiti da questo mix che rende l’evento unico nel mondo dello sport. Quando ho disputato le mie prime olimpiadi a Pechino nel 2008, sono andato a vedere il doppio misto di Badminton e mi sono divertito un sacco. Allo stesso modo alla gente piace il doppio misto nel tennis. Più sport dovrebbero pensare a questo tipo di formati e al loro impatto positivo per l’uguaglianza di genere.

Io e Serena Williams che giochiamo insieme in doppio misto a Wimbledon, lo scorso anno, è stato un ottimo esempio di come si possa attrarre un diverso pubblico verso lo sport. Normalmente, quando vinco o perdo a Wimbledon, la gente viene da me e mi dice “bravo” o “peccato”. Ma con Serena mi dicevano: “è stato fantastico vedervi assieme!”. La gente si è divertita. Come è possibile non rendersi conto che è una buona cosa per lo sport?

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