Tokyo 2020: Olimpiadi rimandate? Allo studio tre alternative

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Tokyo 2020: Olimpiadi rimandate? Allo studio tre alternative

Tra quattro settimane la decisione. Il CIO valuta le possibili alternative

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Né il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) né il Comitato Organizzatore di Tokyo 2020 vogliono ammetterlo ufficialmente, ma ormai lo slittamento delle Olimpiadi estive in programma la prossima estate sembra soltanto una questione di tempo. Dopo settimane di rassicurazioni che i piani procedono come da programma anche da parte del Primo Ministro nipponico Shinzo Abe, per la prima volta il presidente del CIO Thomas Bach dopo una riunione straordinaria del Consiglio Esecutivo ha ammesso che si stanno valutando scenari alternativi alla disputa delle Olimpiadi nelle date originali (24 luglio – 9 agosto).

Secondo fonti ufficiose riportate dall’Agenzia di stampa Reuters, si stanno prendendo in considerazione tre possibilità. La prima vedrebbe un rinvio a ottobre 2020, in modo da far disputare le Olimpiadi in un periodo simile a quello durante il quale si svolsero nel 1964, l’ultima volta che vennero ospitate a Tokyo. Questa opzione tuttavia ad oggi rimane piena di incertezze dal momento che è molto difficile prevedere quale sarà la situazione mondiale il prossimo autunno e soprattutto se l’epidemia di Covid-19 sarà già stata contenuta in maniera sufficiente da consentire un evento che prevede 10.000 atleti da tutto il mondo convenire in un solo luogo, oltre a 50.000 volontari, 20.000 rappresentanti dei media e oltre 1,5 milioni di spettatori.

La seconda opzione vedrebbe lo slittamento ad agosto 2021, ritardando quindi la rassegna a cinque cerchi di dodici mesi. In questo caso però ci sarebbe da risolvere la questione dei campionati mondiali di nuoto e di atletica, le due discipline regine delle Olimpiadi, che sono previsti proprio per quel periodo. I Mondiali di Nuoto sono infatti in programma a Fukuoka, in Giappone, dal 16 luglio al 1° agosto 2021, mentre quelli di Atletica sono programmati subito dopo, dal 6 al 15 agosto, a Eugene (Oregon) negli Stati Uniti, proprio in casa della Nike.

Il terzo scenario considerato prevederebbe uno spostamento di due anni all’agosto del 2022, che vedrebbe le Olimpiadi di Tokyo infilarsi tra le Olimpiadi invernali di Pechino già previste per il mese di febbraio e i Mondiali di calcio in Qatar programmati per il mese di novembre. In questo caso nessun conflitto e sufficiente tempo per aggiustare i calendari, ma molti più problemi dal punto di vista economico. Infatti i contratti per i diritti televisivi firmati dal CIO richiedono che le emittenti firmatarie versino le cifre dovute (parliamo di miliardi di dollari) solamente poco prima dell’inizio dei Giochi, quindi tutte le Federazioni Internazionali ed i comitati olimpici nazionali che ricevono sussidi dal CIO dovrebbero attendere due anni per questi fondi, rischiando seriamente di dover portare i libri in tribunale.

Il CIO si è dato quattro settimane di tempo per valutare tutte le possibilità e quindi è probabile che utilizzerà questo tempo per pianificare al meglio le eventuali alternative ed avere già un piano alternativo al momento di un eventuale annuncio.

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