Cosa rimane del 2020: e se si giocasse in off-season? - Pagina 2 di 2

Opinioni

Cosa rimane del 2020: e se si giocasse in off-season?

Stagione a metà: da agosto ad ottobre. Con la missione impossibile del recupero dei tornei. Internazionali a settembre o ottobre? Indian Wells prima o dopo le Finals?

Pubblicato

il

Federer e Nadal - Match in Africa 6
 

L’IPOTESI ‘INVERNALE’: PERCHÉ SÌ…

Terminato a metà ottobre l’irrinunciabile asian swing in entrambi i circuiti, con la stagione che comincia a volgere al termine, potrebbe iniziare da parte delle stesse ATP e WTA il disperato tentativo di recupero di alcuni tornei persi in primavera. Certo ci sono alcuni tornei importanti in calendario. Soprattutto in quello ATP, con i due 500 di Basilea e Vienna e il 1000 di Bercy. Ma niente al quale non possa essere sovrapposto qualcosa di ancora più importante, se prendiamo per buono l’esempio parigino.

Così ad esempio verrebbe risolta la questione romana. Il clima della capitale permette di giocare all’aperto anche in quelle settimane. C’è sempre l’incognita superficie, dato che quello è solitamente periodo di tornei indoor sul cemento. Ma Binaghi ha affermato di valutare anche un passaggio al veloce. La WTA magari penserà anche a recuperare Stoccarda, un torneo a lei molto caro, anche perché organizzato da Porsche, e uno dei pochi eventi femminili non combined di un certo spessore. Già si doveva giocare indoor in primavera, quindi poco cambierebbe fare lo stesso in autunno.

Dopo le due Finals dei rispettivi circuiti e quelle di Davis, tre eventi assolutamente improrogabili (anche se indeboliti da classifiche ‘incomplete’), a novembre inoltrato potrebbe iniziare l’invasione della off-season da parte di alcuni tornei che sono stati rinviati. A rigor di logica la priorità andrebbe a Indian Wells e Miami. Anche perché sia in California che in Florida, il clima consente di giocare all’aperto anche in pieno inverno.

In particolare, Indian Wells probabilmente farà di tutto per trovare una qualche collocazione in calendario. Larry Ellison, l’organizzatore nonché cofondatore di Orcale, ha contatti e leve fenomenali all’interno del mondo del tennis. Se c’è un evento che si cercherà in ogni modo di recuperare sarà quello. Compreso magari lo spostamento delle Finals e di tutta la stagione indoor europea a fine 2020 e un inserimento del BNP Paribas Open in ottobre. Una rivoluzione nella rivoluzione. Ma se Indian Wells è sostanzialmente in grado di accentrare su sé stesso quasi tutto il mese di Marzo, si può pensare che riesca a conquistarsi almeno un paio di settimane ad ottobre.

L’IPOTESI ‘INVERNALE’: PERCHÉ NO…

Nonostante la prospettiva di un bimestre novembre-dicembre pieno di tennis sia allettante, questa si scontrerebbe con almeno un paio di ostacoli organizzativi.

Ogni ipotesi di fantacalendario dovrebbe infatti essere accompagnata dal caveat che il tennis non si disputa in uno spazio vuoto. Ci sono altre cose nel mondo. Anche in una ipotesi di mondo “tornato alla normalità” e anzi, soprattutto in quell’ipotesi, bisogna fare i conti con la disponibilità degli impianti. Non tutti i tornei di tennis infatti dispongono di impianti dedicati che rimangono dormienti 50 settimane l’anno in attesa del torneo di tennis. Laddove si gioca in strutture multiuso (palasport, centri congressi, o ancora di più, strutture provvisorie) bisogna capire se è possibile avere il periodo necessario per far svolgere un torneo di tennis (almeno 8-10 giorni tra torneo, qualificazioni, allestimento e smontaggio delle strutture) libero da altri impegni. L’esempio più calzante è quello del torneo di Miami, traslocato lo scorso anno nello stadio dei Miami Dolphins: se la NFL dovesse riprendere, lì non si potrebbe sicuramente giocare.

Il centrale del Miami Open, all’interno dell’Hard Rock Stadium

In ultimo, all’interno di uno scenario con ancora parecchie restrizioni all’inizio dell’autunno, è facile supporre che la nazione messa meglio potrebbe essere la Cina. Le ATP Finals sarebbero probabilmente l’evento più adatto a una disputa “in bolla”, come sta pianificando di fare la NBA con la fine della stagione. Potrebbero offrirsi di prendere gli otto giocatori con relativi staff, blindarli in un albergo e in un palasport a scelta, con test giornalieri e senza pubblico, e far disputare le Finals in questo modo per il beneficio del pubblico televisivo. E magari non soltanto le Finals.

Tra pro e contro, queste sono alcune ipotesi su come prenderebbe forma il calendario di una folle stagione 2020 da luglio a dicembre. Ma sono solo ipotesi. L’unica cosa certa è che tutti sembrano voler salvare il salvabile, coronavirus permettendo. E che per questo sono disposti a mettere molto sul piatto.

Pagine: 1 2

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement