Dietro le quinte di Cecchinato: il ritorno a Sartori, il mondo di Peki

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Dietro le quinte di Cecchinato: il ritorno a Sartori, il mondo di Peki

Il palermitano si è raccontato a Behind the Raquet, ricordando gli inizi con il tecnico che l’ha lanciato e ora lo affianca di nuovo

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Marco Cecchinato - Roland Garros 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Lo stop forzato non l’avrebbe desiderato nessuno. Non si può negare però che un reset, a chi non stava viaggiando esattamente a pieni giri, potrebbe anche far comodo. Marco Cecchinato ne ha approfittato per riportare indietro la sua carriera a un paio di punti di ripristino. Il più recente, è quello fissato prima di accorgersi dell’incapacità di mantenersi sui livelli stellari di due anni fa. Tra sfortuna, malesseri fisici e scelte sbagliate da lui stesso ammesse, il palermitano non è stato all’altezza delle aspettative generate nel 2018.

Ma non può essersi del tutto dimenticato come si fa. E adesso ha tutto il tempo per rifletterci, scivolato al gradino 133 del ranking dopo essere salito fino al numero 16. Il secondo restore point lo riporta invece all’inizio della sua avventura. Quando ha lasciato Palermo a 17 anni per raggiungere a Caldaro, in Alto Adige, coach Massimo Sartori. Il tecnico veneto, che adesso fa base a Vicenza, è tornato oggi a seguirloArricchito dagli anni trascorsi a Bordighera nel team Piatti. L’operazione rinascita parte da queste coordinate e dal secondo cambio di guida in pochi mesi: a giugno 2019, infatti, Cecchinato si era separato da Simone Vagnozzi per legarsi a Uros Vico.

IL DISTACCO – Il palermitano ha raccontato così i suoi inizi a Behind the Raquet. “Quando avevo 17 anni mi sono ritrovato a un bivio. Dovevo decidere se continuare in Sicilia o spostarmi. Ho deciso di attraversare l’Italia e trasferirmi a Caldaro, dove ho avuto la possibilità di vivere e allenarmi con Massimo Sartori. I primi mesi sono stati molto difficili. Era freddo, piovoso e molto persone lì parlano in tedesco e sono abbastanza introverse. (…) A Caldaro ero solo in tutto. Questa esperienza è stata molto importante, Sartori ha creato il tennista che sono oggi e ho imparato tanto anche da Seppi. Non è solo un amico e un collega, è sempre stato un esempio per me, anche se siamo così diversi! Trovarmi in un ambiente completamente diverso da Palermo, mi ha fatto riflettere molto. Non mi sono mai sentito a casa, era come se appartenessi a un paese diverso. È stato uno shock. Nel tempo libero, quando mi ritrovavo da solo, iniziavo a piangere al telefono con mia mamma. Un duro rito di passaggio, non del tutto inedito per chi tenta il grande salto.

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“Being in a completely different place and environment, from Palermo to Caldaro, made me think a lot. It never felt like I was home, more like I belonged to a different country. It was all a shock for me. During my free time, when I was alone, I would start crying over the phone with my mom. Other times I would be laying in bed and stare at the ceiling until I fell asleep. Quitting tennis was never a concrete thought but it did cross my mind a few times during this period. I was just too determined to do well and keep going. My coach, Sartori, always believed in me and motivated me to give it my all, no matter what. I can see why people think tennis players are a bit psycho; we deal with times that are very frustrating and brutal and the week after can be so rewarding. ⁣⁣ ⁣⁣ When I met my girlfriend Peki, starting our relationship helped me transition into becoming a man. Interesting enough it corresponds with the time period when I started to win and climb up the rankings. Peki is a few years older than me, with a stable job and two kids. To keep up with her I had to grow up fast. I’ve learned a lot from her and I’ve matured on and off the court. This helped me deal with so many different situations throughout the last two years. Her kids were two and four years old, now five and seven. The three of them lived in a city in northern Italy, that I now call home. Funny to think about all my time complaining about northern Italy and now I am ‘that guy’! The moments I realized she was ‘the one’, I also had to accept that she came with kids, not just herself, and I was never going to be her #1 priority. I would start this new life journey immediately as a family, not a couple. While figuring out how to manage the situation, we knew most importantly we wanted to be together. I’ve always been stubborn, challenging and at times hot headed, but that has changed a lot since her. I have become a family man. I feel stronger, more mature and braver than ever before. I’ve also learned so much from these kids and I have tried teaching them everything I know, treating them like they are my own.” @ceck1⁣ ⁣⁣ Go to behindtheracquet.com for extended stories, podcast and merch.

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TUTTO INTORNO A PEKI – Il Cecchinato 3.0 farà base anche su un nuovo equilibrio familiare. “Ho perso tante partite negli ultimi mesi – ha raccontato a La Gazzetta dello Sport – ma qualcosa di buono l’ho comunque fatto… A fine luglio diventeremo genitori. È in arrivo baby-Ceck, un maschietto. Una famiglia, sarà questa la vittoria più bella della mia vita”.  Per Gaia, la sua compagna, la gioia della maternità verrà assaporata per la terza volta. Nella confessione a BTR, Cecchinato racconta il suo rapporto con i due figli che Peki – ama chiamarla così – ha avuto da una precedente relazione. “È interessante come l’inizio del nostro rapporto di coppia corrisponda al periodo in cui ho iniziato a vincere e salire nel ranking. Peki è un po’ più grande di me, ha un lavoro stabile e due bambini. Per restare al passo con lei sono dovuto crescere velocemente (…). Allora i suoi figli avevano due e quattro anni, oggi ne hanno cinque e sette. Vivevano in una città del nord Italia che oggi chiamo casa. E pensare a tutto il tempo che ho passato a lamentarmi del nord Italia…”. Gaia, figlia dell’ex rettore dell’Università di Brescia Sergio Pecorelli, si è laureata in medicina negli Stati Uniti ed è oggi specializzata in medicina dello sport.

GRANDE FAMIGLIA – Sin dai primi momenti, l’ottica – accettata di buon grado – è stata quella di dover condividere qualcosa di complesso. “Non appena ho realizzato che lei era quella giusta, ho dovuto accettare il fatto che non c’era solo lei, ma anche i bambini. E che non sarei mai stato la sua priorità numero uno. Avremmo iniziato questo viaggio come una famiglia, non come una coppia. Mentre cercavo di capire come gestire tutte queste emozioni, sapevamo soprattutto che quello che volevamo era stare insieme. Sono sempre stato testardo e a volte una testa calda, ma sono molto cambiato da quando c’è lei. Sono diventato un uomo di famiglia. Mi sento più forte, più maturo e coraggioso. Ho imparato anche tanto dai ragazzi e ho cercato di insegnare loro tutto quello che so, trattandoli come se fossero miei. Questa estate la famiglia si allargherà e sono più che eccitato. Questa famiglia ha fatto per me e il tennis più di quanto avrei mai immaginato, e sono sicuro che sarà ancora così“.

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