Sinner sta ancora crescendo, letteralmente! "Il suo fisico ha 17 anni"

Interviste

Sinner sta ancora crescendo, letteralmente! “Il suo fisico ha 17 anni”

Parole e musica del preparatore e dell’osteopata del tennista altoatesino, intervistati da Stefano Semeraro per il Corriere dello Sport. “Jannik sta giocando 4-5 volte a settimana”

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Jannik Sinner - ATP Challenger Ortisei 2019 (foto Marco Corriero)
 

Quando si dice che un atleta sta ancora crescendo, normalmente il discorso si articola su termini astratti o ineffabili, alludendo ad aspetti tecnici, fisici o mentali da perfezionare, ma nel caso di Jannik Sinner la serietà del linguaggio riemerge, perché la metafora lascia totalmente spazio al significato letterale, e più letterale di così è dura.

In un’intervista con Stefano Semeraro sul Corriere dello Sport, infatti, Dalibor Sirola e Claudio Zamaglia, rispettivamente preparatore fisico e osteopata/fisioterapista del Team Piatti, hanno parlato dell’evoluzione fisica del campione Next Gen, che risulta ancora in divenire, una notizia confortante per il tennis italiano se si pensa a quanto Sinner sia già fuori dalla curva, come notato recentemente da O’Shannessy.

Queste le parole di Sirola, i cui clienti passati includono Maria Sharapova e Milos Raonic: “L’età biologica di Jannik è in ritardo rispetto a quella scritta sul passaporto. Voglio dire che adesso ha 18 anni, ma la vera età del suo fisico è forse di 17. Si sta ancora sviluppando e per questo non sono in grado di fare una lista precisa di punti forti o deboli. Un punto forte è sicuramente è l’elasticità: lo si vede da come fa viaggiare veloce la palla e da come si muove leggero senza spendere tante energie“.

Questa risposta sottintende quanto si debba fare attenzione a non gonfiare troppo i muscoli di un ragazzo così giovane quando ancora non si sa che normotipo diventerà, una fallacia che potremmo chiamare la maledizione di Pato (o eventualmente di El Shaarawy). Il suo collega conferma: “Sì, si sta assestando solo ora, per quello abbiamo sempre evitato in passato di sovraccaricare la colonna vertebrale. Bastava un centimetro in più e diventava instabile, perdendo la coordinazione. Questo periodo di stop serve anche a migliorare la tecnica dell’esercizio in palestra, sempre nell’ottica di evitare infortuni e di presentarsi nelle condizioni migliori all’appuntamento“.

L’ultimo punto porta introduce un’altra tematica, quella più attuale, ovverosia come controllare lo sviluppo del ragazzo in un periodo in cui non è stato possibile allenarsi, ma i due specialisti hanno le idee molto chiare. Sirola ha infatti parlato dell’importanza di “rimanere fisicamente attivi”, autentica conditio sine qua non. Nelle sue parole, infatti, “già dopo due settimane di inattività la capacità di potenza aerobica (VO2max) può diminuire di più del 10%. E lo stesso più o meno capita con gli altri parametri“.

Per certi versi, però, il preparatore vede lo stop forzato come una grande opportunità per un atleta come Sinner, perchè gli consente di lavorare esclusivamente sul corpo, non dovendosi spostare settimanalmente per i tornei.

Jannik Sinner – Rotterdam 2020 (via Twitter, @abnamrowtt)

A conferma del suo pensiero, Sirola ha esposto in linea di massima il programma prescritto a Jannik durante la quarantena: “Abbiamo diviso il lavoro in diversi blocchi. Il primo si è concentrato sulla resistenza generale e specifica, il secondo sullo sviluppo della forza. Nel terzo e ultimo proveremo a trasformare il tutto in potenza-rapidità-velocità. Dopo l’ultimo blocco faremo una ‘deload week’, una settimana in cui ci sarà meno carico su tutto sistema neuromuscolare. Complessivamente è un macro-ciclo di sette settimane, poi a seconda di quando riprenderà la stagione decideremo cosa fare. Jannik sta giocando 4-5 volte a settimana, fondamentale per un giovane come lui“.

Zamaglia, che pure è abituato a seguire Sinner in giro per il mondo e riconosce le difficoltà del lavoro fisico a distanza, vede a sua volta qualche aspetto positivo nella quarantena-COVID: “Per me è un periodo utile soprattutto per lavorare sul bilanciamento posturale e sul recupero funzionale. In uno sport asimmetrico come il tennis, un giocatore può aveRe scompensi in un lato del corpo che vanno riequilibrati. Si agisce per compensare i disequilibri muscolari […] con esercizi di stretching, di bilanciamento e di mobilità in base alla situazione“.

La materia prima è in ogni caso di primissima scelta, e Zamaglia non ha dubbi sull’abnegazione del suo protetto: “È molto forte di testa, si diverte tanto a stare in campo, impara in fretta e fa tutto quello che gli viene richiesto. Muscolarmente e tecnicamente sta crescendo. Deve lavorare in prospettiva sulla resistenza, mentre è incredibile la sua capacità dinamica di coordinazione e cambio di direzione, dovuta a una fibra muscolare molto forte e reattiva. Questo compensa il volume muscolare, anche se va considerato che è comunque alto 1.88“.

Jannik Sinner all’Australian Open 2020

FUOR DI SINNER… – Semeraro ha chiuso l’intervista ponendo la stessa domanda ad entrambi, vale a dire chi (o meglio, quale tipo di giocatore) pensano sarà favorito dallo stop, un quesito che ha diviso l’opinione pubblica nel tennis e che probabilmente trova in due specialisti la risposta più attendibile.

Secondo Sirola “si troverà meglio chi è rimasto attivo. Nel tennis la componente tecnica e quella tattica sono molto importanti, continuare a colpire la palla e stare sul campo è un vantaggio“, mentre Zamaglia vede un solco generazionale che si allarga ulteriormente: “I più anziani hanno l’occasione di recuperare. Penso a Nadal che può occuparsi delle sue ginocchia, o a Federer che si è operato perché vuole continuare. I Next Gen sono abituati a giocare ogni settimana per salire in classifica, non sappiamo come reagiranno a una lunga inattività: bisogna saper mantenere allenata anche la mente, altrimenti riprendere è difficile. Poi ci sono gli ‘intermedi’ che giocavano per guadagnare e si mantenevano a fatica: alcuni di loro potrebbero anche smettere“.

Due risposte differenti, ma vuoi per un motivo, vuoi per un altro, se alla ripresa vi aspettate una finale Slam fra Gulbis e Paire siete destinati a rimanere delusi.

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