Player Relief Fund: Pella sostiene Thiem, Trungelliti no. Nel mirino però c'è l'ATP

Rubriche

Player Relief Fund: Pella sostiene Thiem, Trungelliti no. Nel mirino però c’è l’ATP

Divide ancora la questione delle donazioni dei tennisti ai colleghi di bassa classifica. Tra favorevoli e contrari, tutti comunque puntano il dito contro l’ATP

Pubblicato

il

Marco Trungelliti - Firenze Tennis Cup 2019 (foto Stefan Polini)
 

Il Player Relief Fund continua a dividere, o meglio continua a dividere la strategia di solidarietà promossa in primis da Novak Djokovic. Se infatti tutti sembrano essere d’accordo sulla necessità di aiutare i tennisti di bassa classifica (soluzione a breve termine) e ripartire i guadagni in maniera più equa (soluzione a lungo termine), non tutti hanno apprezzato l’idea di far pagare anche i tennisti stessi.

Oltre ai soldi stanziati dalle tre sigle che governano il tennis, ATP, WTA e ITF, e dagli Slam, sono state incentivate le donazioni da parte dei tennisti che popolano la Top 100. Anzi, nella proposta di Nole, sarebbero anche state codificate le cifre da donare in base alla propria posizione di classifica, fatto salvo che lo stesso Djokovic ha ammesso di non poter costringere i colleghi a mettere mano al portafogli.

C’è effettivamente chi si è “ribellato”, come Thiem, o chi ha quantomeno espresso le proprie perplessità su un piano che in effetti ha ancora qualche aspetto nebuloso, come Hewitt. In particolare le dichiarazioni dell’austriaco sono quelle che hanno suscitato più clamore, dal momento che contenevano accuse sulla scarsa professionalità di molti colleghi che frequentano i tornei Futures.

Contro questa posizione si è schierato un infuriato Marco Trungelliti (numero 231 ATP), intervistato da La Nacion: “Ci sono tennisti che non osservano nulla. Sembra che per loro noi non contiamo come esseri umani. Alla fine ognuno fa quello che vuole con i soldi, ma dire che il mondo del tennis e i tennisti non meritano aiuti quando ci sono tanti tra noi che faticano come animali per arrivare a questo punto, è davvero molto brutto“. In realtà il tennista argentino mostra di aver travisato le parole di Thiem, che si riferiva esplicitamente al circuito dei Futures e soprattutto non ha criticato il fatto che i tennisti debbano essere aiutati, ma che debbano essere aiutati a spese degli altri giocatori.

L’austriaco ha anche detto che preferisce “fare donazioni alle persone o alle istituzioni che ne hanno veramente bisogno”, ritenendo che nessun tennista professionista muoia letteralmente di fame. Dalla parte del numero 3 del mondo si è schierato un altro argentino, Guido Pella (numero 35 ATP), che ha evidenziato le falle del Player Relief Fund e ha puntato il dito contro l’ATP.

Nessun giocatore muore di fame. Preferisco dare soldi per aiutare le persone che hanno serie difficoltà. Preferisco aiutare le persone nella mia città che stanno male e che non hanno nulla da mangiare. Questo è più urgente del tennis. Ti faccio un esempio: Cristian Garin è passato dal numero 60 al numero 18 ATP, non mi sembra giusto che un giocatore appena diventato numero 18 debba pagare un importo quando la sua realtà economica non è quella di un top 20 consolidato. Ci sono giocatori tra i primi 200 come Jack Sock che hanno guadagnato più di 10 milioni in carriera. Questa questione deve essere studiata. Non è lo stesso per Federer, Nadal o Djokovic che aiutano con 30.000 dollari quando hanno guadagnato 100 milioni di dollari in carriera. Mi piace che ci sia supporto per i tennisti in modo da mantenere un buon livello nel circuito, ma non sono d’accordo con l’obbligo di dover aiutare senza che la realtà di ogni giocatore venga presa in considerazione. Sono d’accordo con Thiem. Penso che l’ATP debba intervenire per trovare il modo più giusto per tutti.“.

Sulle responsabilità dell’ATP, si è fatto sentire anche il già citato Trungelliti che, nella stessa intervista per La Nacion, non le ha mandate a dire ai piani alti del tennis e, almeno in questo, sembra concordare con il connazionale Pella. “Il mondo in cui le grandi organizzazioni del tennis gestiscono questa situazione è mediocre. Questo sistema è molto debole e lascia in stato di abbandono diversi tennisti, allenatori e preparatori atletici. Il mondo del tennis prevede che, ogni qual volta un tennista crolla in classifica, inizia ad avere problemi economici. Ad esempio, il numero 120 del mondo ha difficoltà a far quadrare i conti. Ho parlato con tante persone e in questo momento c’è tanta rabbia fra i tennisti“.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement