Recentemente è uscita una intervista esclusiva rilasciata da Novak Djokovic a Graham Bensinger, nell’ambito del programma “In Depth with Graham Bensinger” (letteralmente “In profondità con Graham Bensinger”, format che propone interviste one-to-one con grandi campioni dello sport).

Il campione serbo ha innanzitutto chiarito una volta per tutte, se mai ce ne fosse stato bisogno, quali sono i grandi obiettivi della sua carriera. A dispetto della bacheca straripante, Nole ha lasciato intendere che c’è ancora molta strada da fare. “Penso di avere ancora cose da fare in questo sport. Credo di poter vincere il maggior numero di Slam e battere il record per il maggior numero di settimane al n. 1. Questi sono sicuramente i miei obiettivi chiari. Ma allo stesso tempo, non sono l’unica cosa che mi motiva… Ciò che mi alimenta ogni giorno è qualcosa di più legato alla mia crescita personale“.

Il serbo non è affatto messo male in nessuna delle due classifiche e l’ipotesi che possa battere entrambi i record non è affatto inverosimile. Per quanto riguarda gli Slam, Nole è al momento terzo con 17 titoli, dietro ai soli Nadal (19) e Federer (20). Il conteggio delle sue settimane da numero uno del mondo al momento è fermo a 282 (ricordiamo che il ranking e tutte le statistiche/record annessi sono attualmente congelati). Già nel mirino la seconda posizione di Pete Sampras (286), più lontano ma non irraggiungibile Roger Federer con le sue 310 settimane. Se dovesse davvero battere entrambi i record, Djokovic potrebbe anche mettere una seria ipoteca sull’annosa (e invero tediosa) diatriba sul GOAT.

Dall’ipotesi di ritiro di inizio 2018, quando il gomito lo tormentava, allo strepitoso inizio di 2020, ancora non sporcato da alcuna sconfitta (18-0 il suo bilancio) e impreziosito dal titolo vinto agli Australian Open, Djokovic ha davvero dimostrato di non avere limiti sul campo e come giocatore. Il 22 di maggio compirà 33 anni, ma la fine della sua carriera sembra adesso piuttosto lontana, parola di Nole. “Non credo nei limiti. Voglio sicuramente continuare per molto tempo… Ma sono consapevole che il numero di tornei che giocherò diminuirà molto presto. Non potrò giocare a questa intensità per molto tempo, con così tanti tornei e così tanti viaggi. Potrei giocare ancora a 40 anni, ma probabilmente il focus sarà sui tornei più grandi e sui tornei che sono più significativi per me“. La sfida è lanciata.