Rafa Nadal ministro degli esteri. Purché continui a vincere Slam

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Rafa Nadal ministro degli esteri. Purché continui a vincere Slam

Un giornalista spagnolo suggerisce il maiorchino in un ideale “governo tecnico” anti-crisi

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Rafael Nadal - ATP Finals 2019 (foto Roberto Zanettin)
 

Come per la gestione dell’emergenza, per uscire dalla conseguente crisi economica esistono probabilmente tante ricette quante sono le teste (non necessariamente) pensanti. Al pari degli altri Paesi colpiti dalla pandemia, la Spagna si ritrova a fronteggiare questa pesante situazione. Da Manuel del Pozo, giornalista e vicedirettore di Expansión, arriva un’idea a suo dire utopica: “Abbiamo bisogno delle menti più brillanti del Paese per uscire da questo guaio” scrive, proponendo un ideale Governo per la Ricostruzione. Un amante degli ossimori lo chiamerebbe “governo tecnico”. Del Pozo suggerisce così il suo lungo elenco che parte da Pablo Isla, presidente e CEO della multinazionale spagnola dell’abbigliamento Inditex, ma il nome su cui si soffermano gli occhi appassionati di tennis è senz’altro quello di Rafa Nadal.

La motivazione è presto detta: “Promuoverebbe l’immagine della Spagna nel mondo come nessun altro. La sua umiltà come persona e la sua grandezza come atleta ne fanno un ambasciatore di lusso”. Capiamo le sue ragioni, ma ciò non significherebbe sacrificare l’impegno sui campi del numero 2 del mondo? Non sia mai detto. “Ovviamente” specifica a scanso di equivoci o sollevazioni popolari, “Nadal dovrebbe continuare a regalarci la gioia di vincere diversi altri tornei dello Slam”. Insomma, un Rafa nelle vesti di ministro degli esteri che incontra il presidente della repubblica francese per discutere l’efficacia di alcune misure pronte per essere adottate a livello europeo, per poi, con la camicia a brandelli in stile Hulk che rivela lo smanicato, correre per arrivare in tempo sul centrale del Roland Garros in versione toro di Manacor.

L’idea di del Pozo sembra nata apposta per farci pensare ai tennisti più adatti a guidare i vari ministeri. E, da lì a una lista che formi il “peggior governo possibile”, il passo è breve e anche più divertente. Resta un dubbio riguardo al ministero del lavoro: se i prescelti delle due liste sono Dominic Thiem e Nick Kyrgios, chi dei due vorremmo avere in carica nel governo “migliore”?

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