Nadal: "O viaggiano e giocano tutti oppure sarebbe ingiusto riprendere a giocare"

Interviste

Nadal: “O viaggiano e giocano tutti oppure sarebbe ingiusto riprendere a giocare”

Lo spagnolo in un’intervista su Zoom con la stampa internazionale: “Se dovessi andare oggi a New York direi no. Tra due mesi, chissà”

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Rafa Nadal a Shanghai (foto via Twitter, @SH_RolexMasters)
 

Nell’impossibilità di dialogare di persona con i principali attori del tennis mondiale, è difficile farsi un’idea precisa di come stanno trascorrendo questa lenta fase di ripartenza dopo oltre due mesi di lockdown. Un piccolo aiuto ci viene fornito dal mezzo digitale. Oggi ho partecipato a una conferenza di Rafael Nadal su Zoom, che è durata circa mezz’ora e della quale allego audio integrale.

Nadal ha confermato una certa insicurezza riguardo alla ripresa del tennis, della quale sapremo di più tra undici giorni quando dovrebbe essere resa pubblica la decisione di USTA a proposito della disputa dello US Open. Per lo spagnolo non si tratta solo di un problema di sicurezza individuale, ma della difficoltà di consentire a tutti i tennisti di spostarsi – senza i quali non sarebbe corretto disputare il torneo.

Di seguito, una trascrizione delle domande con relative risposte di Nadal.

Simon Briggs, Daily TelegraphQuanto hai parlato con la Federazione Francese e quanto credi che il torneo si giocherà?
“Non ho parlato molto con loro, ho ricevuto un loro comunucato 10 minuti prima che annunciassero la notizia della loro decisione (di spostare il torneo a settembre, ndr). Dopo ho cercato di parlare con ATP e giocatori, così da lavorare insieme perché la situazione era complessa ed è difficile ancora oggi. Ciascuno vuole che si giochi il proprio torneo e la situazione è quella che è. Ammiro la Federtennis francese: sono positivi e vogliono andare avanti e fare il torneo. Ma bisogna vedere come la situazione migliorerà e se sarà sicuro per tutti poter viaggiare e giocare. Il tennis è uno sport internazionale”.

(minuto 2:58) Russel Fuller BBC Lo US Open dovrebbe essere giocato prima del Roland Garros. Saresti contento di giocare a New York senza spettatori,con soltanto i giocatori di alcuni paesi e un solo membro del tuo team?
“Non è la situazione giusta, non è ideale. Se mi chiedete di partire oggi e giocare a New York, vi dico di no. Ma tra un paio di mesi chissà, non so come migliorerà la situazione. Chi organizza l’evento, cioè l’USTA, vuole che si giochi in sicurezza, esattamente come la Federazione francese. Vogliono che si giochi il torneo se tutti sono al sicuro. Ho fiducia che prenderanno la decisione giusta nel momento giusto. Se il torneo sarà organizzato vorrà dire che è sicuro farlo, altrimenti non avrebbe senso. Occorre mandare un messaggio chiaro alla società ed essere un esempio positivo per come si affrontano certe situazioni. Organizzare un torneo come uno Slam non è organizzare un evento per cinque o dieci persone! Sarebbe troppo facile. In uno Slam saremmo più di 700 persone solo fra giocatori e lavoratori, anche se ci fosse un solo coach. E poi ci sono singolari, doppi, uomini, donne, qualificazioni…”

(5:30) Simon Cambers, The Sunday HeraldQuando eri giovane dicevi di avere bisogno di allenarti e giocare molto per essere al meglio. È cambiato qualcosa? Sei preoccupato per per quando tornerai a competere?
“Negli ultimi anni ho imparato a giocare un buon tennis senza avere necessità di giocare troppi match. Ho imparato che posso giocare ad alto livello anche se mi fermo per un po’. Negli ultimi anni ho giocato pochi tornei rispetto ad anni precedenti… si tratta di fare la giusta preparazione. Sono preoccupato naturalmente, il mondo si è fermato, ma ho fiducia che se avrò abbastanza tempo per organizzarmi sarò ancora una volta competitivo”.

(7:50) Isabel Musy, RTS SwissAlcuni giocatori si sono allenati molto, altri no. E tu?
“Non ho potuto allenarmi troppo, ho ricominciato due settimane fa. Non ho potuto tenere una racchetta in mano prima perché a casa mia, nel mio appartamento, non ho un campo da tennis. Cerco di evitare infortuni, va fatto passo dopo passo. Gioco qualche giorno per settimana, non tutti i giorni e non tre ore al giorno. Qualche giorno un’ora e mezzo o due…”

(9:10) Ubaldo Scanagatta, UbitennisSe tu dovessi scegliere un solo Slam fra Parigi e New York, lasceresti New York per giocare Roland Garros?
“Non lo so, non conosco la situazione, non riesco ad immaginare una situazione così, non immagino che ci possano essere due tornei nella stessa settimana, né uno Slam che segua l’altro dopo due giorni. Non faccio predizioni Ubaldo, cerco di seguire le informazioni, non devo decidere oggi… se e quando arriverà il momento di decidere, lo farò insieme al mio team quando le cose saranno più chiare”.

(10:41) Angel Muniz Garcia, Cadena COPEAvevi detto che non ci sarebbe stato più tennis nel 2020. Hai cambiato idea? Pensi che se un solo giocatore non potrà giocare un torneo, non si dovrebbe ricominciare?
“Non so prevedere il futuro. Quando dissi quelle cose la situazione era terribile. Molti soffrivano, c’erano molte vittime ogni giorno. Non pensavo al tennis in quei momenti ma alla salute di tutti. È difficile per me pensare che si possano organizzare tornei sicuri per la salute di tutti e ‘giusti’ per tutti. Quando dico giusti, intendo che ogni giocatore di ogni parte del mondo deve avere la possibilità di poter viaggiare e giocare. La chiave sarebbe trovare una cura, ma non arriverà abbastanza a breve da essere sicuri che si possa giocare senza il rischio di contrarre il virus. Finché non saremo sicuri al 100% secondo me dobbiamo aspettare un po’ di più. Il nostro sport non è come il football o altri sport che si possono giocare in un solo Paese, nel tennis si mischiano persone che provengono da tutto il mondo, le complicazioni sono tante. Sono preoccupato per questo ma allo stesso tempo sono positivo per il futuro. Oggi quel che mi preoccupa è il ritorno alla vita normale per tutti nel mondo”.

(14) Reem Abulleil, Gulf Sports Media Credi che ATP e WTA si fonderanno?
“Non lo so, è un’idea di Roger… ma metterla in pratica non è semplice. Idealmente per certi tornei potrebbe essere una buona idea…”

(17) The Sun London Al di là dei problemi con il Covid-19 negli USA ci  sono anche problemi connessi al razzismo e alla morte di George Floyd
“La situazione è bruttissima. Quando vedo quel che sta succedendo trovo che sia terribile. Ci sono situazioni che mai vorrei che accadessero, ma accadono. Spero che il Paese possa controllare quel che sta succedendo in molte città e ricostruire una vista normale di reciproco rispetto. Non c’è niente più importante che vivere in salute  e i pace. Tutti quelli che sognano un mondo migliore lo vorrebbero. Pace, salute, nessun razzismo, niente povertà, ma succedono altre cose di frequente. Vedo le proteste per le strade… e non mi pare la maniera giusta. Non è un buon esempio. Credo molto nella gente e penso che che risolveremo il problema prima o poi. È chiaro che tutti dovrebbero avere gli stessi diritti, le stesse opportunità. La violenza e la pandemia nelle quali siamo immersi creano un’atmosfera molto complicata. La violenza può creare solo disastri. Oggi questi problemi ci aiutano a diventare più sensibili, ci accorgiamo di quanto siamo fortunati e che non vale la pena dannarsi per stupidi problemi…”

(25) – Questo stop danneggerà più voi tennisti anziani o gli altri?
“Non lo so, ma penso che sia peggio per noi. I lunghi stop per giocatori più anziani sono più duri per il loro recupero. Però noi possiamo contare su una maggiore esperienza. Io per esempio ho vissuto diversi periodi  con problemi fisici e ho saputo come ritornare a giocare ad alti livelli. Ciascuno di noi farà come può. Di sicuro so che ho voglia di tornare  a giocare per un paio di anni in più. Desidero tornare a giocare a tennis in uno stadio pieno e con la energia che ti danno gli appassionati”.

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