Troppi vincoli, i big disertano gli US Open? (Semeraro). Nadal e Gasol: raccolti 14 milioni. "La nostra vittoria più grande" (Cocchi). Il tennista che da 26 anni non vince una partita: "Ma se ci riesco mi ritiro" (Arcobelli)

Rassegna stampa

Troppi vincoli, i big disertano gli US Open? (Semeraro). Nadal e Gasol: raccolti 14 milioni. “La nostra vittoria più grande” (Cocchi). Il tennista che da 26 anni non vince una partita: “Ma se ci riesco mi ritiro” (Arcobelli)

La rassegna stampa di martedì 9 giugno 2020

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Troppi vincoli i big disertano gli US Open? (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Il titolo è semplice: 2020, fuga da New York. La USTA, la federazione statunitense, vuole, anzi, fortissimamente vuole organizzare anche quest’anno gli Us Open al Billie Jean King National Tennis Center di Flushing Meadows, che ne è la sede dal 1978. La pandemia è una minaccia seria, considerato che la Grande Mela è stata la città più colpita dal Covid-19 – tanto che proprio l’impianto di Flushing per qualche settimana è stato trasformato in un ospedale – e che la situazione è ancora tutt’altro che risolta. Per tentare comunque di salvare un evento che incassa oltre 300 milioni di dollari, foraggiando la stessa Usta e, a cascata, molti dei programmi tennistici del paese, si sta pensando di allestire una sorta di bolla tennistica […] «Le regole che dovremmo rispettare sono decisamente estreme», ha storto la bocca Djokovic, il numero 1 del mondo. «Non potremmo spostarci a Manhattan (Flushing Meadows è nel quartiere del Queens, ndr), dovremmo dormire negli hotel accanto all’aeroporto e ci sarebbero per tutti due o tre test la settimana. Inoltre ci sarebbe consentito di portare solo una persona con noi, e questo è veramente impossibile. Voglio dire, ciascuno di noi ha bisogno del suo coach, di un preparatore fisico e di un fisioterapista. Capisco bene che ci sono ragioni economiche ma così mi sembra tutto molto complicato». Il torneo si disputerebbe a porte chiuse, o con un pubblico contingentato, senza stampa, solo con gli operatori tv per riprendere i match, con un numero limitato di giudici di linea e arbitri di sedia (se non senza del tutto), palline ‘personalizzate’ e raccattapalle con guanti e maschera (o niente raccattapalle). «Oggi come oggi non parteciperei», ha fatto sapere il campione uscente Rafa Nadal. «In due mesi possono cambiare tante cose, vedremo, ma per me non ha senso ripartire fino a quando la situazione non sarà sicura al 100 per cento per tutti». Federer, alle prese con una convalescenza più complicata del previsto dopo l’operazione al ginocchio, per ora tace. Ma abituato come è a viaggiare con una carovana di lusso composta di moglie, quattro figli, baby sitter, genitori, due coach, preparatore fisico, difficilmente la prenderà bene (o magari sì, ma non approfondiamo). Domani è previsto un meeting virtuale fra Atp e giocatori, intorno al 15 dovrebbe arrivare un annuncio definitivo. Di certo non aiuta nemmeno il clima sociale bollente negli Usa seguito all’omicidio di George Floyd […]

Nadal e Gasol: raccolti 14 milioni. “La nostra vittoria più grande” (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport)

In questi ultimi mesi non avrà potuto sollevare trofei. Però Rafa Nadal ha raggiunto un traguardo molto importante. La raccolta fondi messa in piedi da lui e Pau Gasol, altra icona dello sport spagnolo, si è conclusa con 14 milioni di euro da devolvere alla Croce Rossa. La Spagna è stata, come l’Italia, tra i Paesi più colpiti dall’emergenza Covid. E Nadal, come era accaduto lo scorso anno quando la sua Maiorca era stata flagellata dalle alluvioni, si è subito rimboccato le maniche per dare una mano coinvolgendo anche il due volte campione Nba. I due hanno annunciato la fine della raccolta e il superamento dell’obiettivo che si erano prefissati, ovvero 11 milioni di euro. Nadal su Instagram ha parlato di un risultato «spettacolare» per cui si potranno aiutare quasi due milioni di persone colpite dagli effetti, anche economici, del Covid. «Grazie Rafa, questa idea è partita da te. Questa è la nostra vittoria più importante», ha aggiunto Gasol. Nadal ha ringraziato tutti coloro che hanno donato: «Noi abbiamo acceso la fiamma, loro l’hanno alimentata» […]

Il tennista che da 26 anni non vince una partita: “Ma se ci riesco mi ritiro” (Sergio Arcobelli, Il Giornale)

E alla duecentosettantesima volta, niente cambiò: game, set and match per l’avversario, come sempre. Stavolta appenderà la racchetta al chiodo? Macché ritiro, il 47enne nativo di Pisa ma cresciuto a Cecina, provincia di Livorno, non molla e anzi è pronto a tornare in campo, una volta che il Coronavirus lo permetterà. Il capellone Enrico Becuzzi è un tennista italiano che in 26 anni di attività non ha mai vinto un solo match. Duecentosettanta sconfitte, roba da Guinness dei primati al contrario. Per centrare l’agognata vittoria, che gli darebbe l’accesso al ranking Atp, la classifica dei professionisti, Becuzzi è disposto a tutto. La sua storia di (in)successo è finita anni fa sul Wall Street Journal, che ha definito il 47enne «la leggenda del tennis challenger». La cui passione non conosce né limiti né confini, tanto è vero che gira il mondo alla ricerca di un torneo dove iscriversi, perché, racconta, «è quello che amo da quando ho cominciato a 9 anni con una racchetta di legno, all’epoca il tennis era proprio un altro sport rispetto a quello di adesso». […] «Giocare contro questi ragazzini che sparano a 200 all’ora è sempre più complicato». Ma il Becu – come lo chiamano gli amici – è ancora lì, con la stessa grinta di sempre. «Ma non sono uno scriteriato, cerco sempre di far quadrare i conti. Quando posso vado, quando capisco che non è opportuno, rinuncio. Certo, ci restai male quella volta che entrai nelle qualificazioni del Master 1000 a Shanghai e non mi diedero il visto in tempo. Era il 2012. Ma ci pensate? Avrei giocato un torneo con Federer, Djokovic e compagnia bella. Che peccato…». Prima, nel 2003, in un torneo a Sofia, fu ad un passo dalla prima gioia, ma il match point sfumò. E il giorno dopo era già sui campi ad allenarsi come un forsennato. Qualche piccola soddisfazione se l’è tolta, in coppia con Paolo Lorenzi, il che gli ha permesso di entrare in classifica di doppio (è il n° 705 mondiale) e di intascare quasi 13mila dollari di montepremi (per tirare avanti); al contrario, nel singolare Becu non ha ranking […] «Ho iniziato a giocare tardi, a 21 anni e mi dicevano che ero già troppo grande. Non importa: finché ne avrò andrò avanti, l’età è solo un numero quando si tratta di inseguire un sogno» […]

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