La notizia che non avresti voluto dare: il coronavirus si abbatte su Dimitrov e l'Adria Tour

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La notizia che non avresti voluto dare: il coronavirus si abbatte su Dimitrov e l’Adria Tour

ZARA – La positività di Grigor Dimitrov ha gettato nello sconforto organizzatori e presenti a Zara, per la seconda tappa dell’esibizione organizzata da Novak Djokovic. Rimasta senza un vincitore

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Borna Coric e Grigor Dimitrov dopo il match di ieri. Il bulgaro è poi risultato positivo al coronavirus (foto: Mario Cuzic\HTS)
 

Dal nostro inviato a Zara

Domenica, ore 20.00. Doveva essere l’orario della finale Djokovic-Rublev, degna conclusione di un bel weekend di tennis qui a Zara. Invece è stato l’orario di una doccia fredda che ha fatto ricadere tutti nel dramma che si credeva ormai alle spalle, quello del coronavirus.

La positività al tampone di Grigor Dimitrov ha avuto le sue immediate ricadute sulla seconda tappa dell’Adria Tour, che ieri lo aveva visto disputare il primo match contro Coric prima che la febbre che lo aveva colpito lo costringesse al ritiro. “Stiamo organizzando tutto il necessario affinché il maggior numero di persone di quelle che sono entrati in contatto con Grigor effettuino i controlli necessari. Ho già contattato molte persone e posso affermare che nessuno tra i giocatori, i loro staff, i volontari e i loro familiari presenta dei sintomi” ha detto Djordje Djokovic, Direttore dell’Adria Tour, che insieme a Goran Ivanisevic, direttore del torneo di Zara, ha comunicato alla stampa che in seguito alla positività di Dimitrov la finale veniva annullata.

Djokovic ha voluto sottolineare come “nessuno dell’organizzazione e dei giocatori è stato a stretto contatto con Dimitrov“, ma è stato incalzato subito dalla domanda di una giornalista che ha sottolineato invece come Dimitrov abbia partecipato alla partita-esibizione di basket di qualche giorno fa qui a Zara, insieme a tutti gli altri giocatori. Djokovic ha glissato, rispondendo solo che al momento l’organizzazione sta attendendo le indicazioni della autorità sanitarie croate per i prossimi passi. “Io ho fatto il test tre giorni fa, e sono risultato negativo; ero stato a contatto con Dimitrov dieci giorni fa. Ora non so se dovrò farlo di nuovo” ha detto Ivanisevic, a confermare le parole del fratello di Novak.

L’incontro di basket di giovedì scorso, tra i giocatori dell’Adria Tour e il KK Zadar, presente anche Dimitrov – foto: Mario Cuzic\HTZ)

Non c’è al momento molto da aggiungere. Evidente come la situazione sia in continua evoluzione, come del resto emerso dalle parole di Djokovic e Ivanisevic in conferenza stampa. Per dovere di cronaca ripercorriamo nel seguito la giornata odierna, con amarezza e dispiacere. E rivivendo quella preoccupazione provata per tanti mesi.

IL SOLE CHE NON C’ERA – Il sole che ieri aveva fatto da splendida cornice alla prima giornata della seconda tappa del’Adria Tour, oggi aveva invece deciso di non farsi vedere dalla parti di Zara. Quasi un presagio, a pensarci ora dopo quanto accaduto, i nuvoloni scuri che sin dal primo mattino si sono addensati minacciosi sopra la città dalmata e avevano fanno tenere per tutto il pomeriggio le dita incrociate agli organizzatori per evitare possibili sospensioni per pioggia, che avrebbero rischiato di provocare l’annullamento del torneo. Purtroppo, non è stata la pioggia ad annullarlo. 

Così tra i nuvoloni carichi di pioggia ed una temperatura decisamente più bassa di qualche grado rispetto a ieri, alle 14 iniziava la seconda giornata del torneo, con un match dall’esito abbastanza scontato, dato che anche se la sconfitta di ieri sera gli aveva tolto le oggettive speranze di conquistare il primo posto nel girone, Borna Coric non voleva certo sfigurare nell’ultima esibizione davanti al suo pubblico.

Pubblico a dire il vero molto scarso, dato che tra le condizioni meteo e lo scarso appeal del match, erano solo un centinaio gli spettatori presenti sugli spalti. Come aveva fatto il giorno prima (contro Djokovic era arrivato ad avere tre set point nel primo set), Pedja Krstin ha tenuto dignitosamente il campo, ma sicuramente si ricorderà di questo torneo per lo score negativo nei tie-break. Come già ieri contro Serdarusic, il n. 246 ATP ha perso infatti entrambi i parziali al game decisivo, per un totale di cinque tie-break persi su cinque. Per curiosità eravamo andati a controllare (ora non ne avremmo di certo avuto voglia), e avevamo scoperto che in realtà l’idiosincrasia di Pedja per il tie-break non è una cosa di questi giorni, dato che nel circuito non ne vince uno dallo scorso luglio (contro il brasiliano Clezar negli ottavi del Challenger di Tampere). Da lì in poi ne ha persi sette di fila. O meglio dodici, se contiamo i cinque di Zara. Senza grossi patemi, Coric chiudeva così la pratica Krstin in un’ora esatta.

Ecco le sue parole al termine del match: “Sono soddisfatto, ho giocato un buon match, come del resto anche i due di ieri. Sinceramente ero un po’ dubbioso al riguardo, dato che sono il tipo di giocatore che di solito ha bisogno di giocare un paio di match prima di ingranare. Invece qui, a parte forse il primo set con Nole, mi sono espresso sempre ad un buon livello. Questo periodo di pausa mi ha permesso di recuperare da tutta una serie di piccoli acciacchi fisici e di lavorare nell’ultimo periodo anche su alcuni dettagli tecnici, perché ritengo di avere in tutti i colpi dei margini di crescita. E ora ho ancora due mesi di allenamento per prepararmi al meglio prima di riprendere a giocare nel circuito”.

Borna Coric – Adria Tour (foto: Mario Cuzic\HTS)

Le cose si sarebbero dovute fare più serie nel secondo match, la sfida tra Rublev e Zverev, con il tedesco costretto a vincere in due set per ottenere il pass per la finale (che non ci sarebbe stata) ai danni del moscovita. Troppa però la differenza in questo weekend tra i due, con il n. 7 ATP che riusciva a fare tutto sommato match pari nel primo set (deciso dal break al sesto gioco), ma che una volta restituito il break in apertura di secondo parziale e lasciava campo libero a Rublev, che si imponeva agevolmente in due set e diventava così il primo finalista del torneo. Non sapendo ancora che la finale non ci sarebbe stata.

Un po’ a sorpresa, non per le indubbie qualità del tennista russo, ma per il fatto che si era aggregato solo all’ultimo al gruppo e si credeva la cosa potesse rappresentare un handicap. “Sì, sono arrivato solo venerdì mattina e non avevo potuto dormire molto. Mi sono allenato subito con Sascha, ma poi c’è stata la presentazione e l’esibizione di doppio. Ma sono sceso in campo cercando come sempre di fare del mio meglio. Del resto è una condizione abbastanza abituale per noi: arrivare in un posto, giocare poco dopo e poi ripartire per andare a giocare presto da un’altra parte. Fa parte delle cose a cui devi essere preparato come giocatore” ha commentato al riguardo il n. 14 del ranking a fine match.

Intanto il vento aveva spazzato i nuvoloni più scuri, sebbene il cielo rimanesse sostanzialmente coperto, la temperatura si era alzata e le condizioni ora erano veramente ideali per assistere ad una partita di tennis. E infatti le tribune si erano riempite, tanto da raggiungere la capienza massima consentita in considerazione delle limitazioni per il coronavirus. Ovvero il 40% della capienza massima di circa 9.000 spettatori, anche se ad occhio – sottolineiamo però che era solo la nostra sensazione ottica – avremmo detto che almeno la metà dei posti fossero occupati.

Dato che siamo in argomento, diciamo che oggi qualche mascherina (poche) l’abbiamo vista. In particolare, la indossavano i camerieri del self-service a cui avevano accesso lo staff e i giornalisti. Non però i camerieri del bar accanto. A posteriori, visto quanto accaduto, tutte queste considerazioni vengono ora lette sotto un’altra luce. E non certo luminosa.

Tornando a parlare di quello che era accaduto sul Campo Centrale, c’è da osservare che le tribune si erano riempite anche perché toccava di nuovo a Novak Djokovic, in campo contro il croato Nino Serdarusic che già sabato sera era sceso in campo per sostituire Dimitrov. Non poteva certo essere il volenteroso n. 299 del mondo a frapporsi tra Nole e la finale, e infatti il fuoriclasse serbo in un quarto d’ora – il tempo che gli serviva per portare a casa il primo set – chiudeva matematicamente la pratica qualificazione.

Un leggero calo di tensione di Djokovic e soprattutto una crescita al servizio dello zagabrese (87% di prime nel secondo set ed oltre il 60% di punti alla battuta), che a sua volta si era scrollato di dosso il logico nervosismo del dover affrontare il giocatore più forte del pianeta (“Sì, ero un po’ teso all’inizio, normale. Anche se Djokovic è stato molto cortese e disponibile, abbiamo chiacchierato prima del match e questo mi ha permesso di scrollarmi di dosso un po’ di tensione” ha ammesso il croato dopo il match), consentivano a Serdarusic di portare a casa i propri game di battuta. A quel punto però Nole decideva di alzare i giri del motore di quel tanto che bastava per chiudere la questione: parziale di 11-3 dal 3-2 Serdarusic e terza vittoria in tre incontri per il n. 1 del mondo, che raggiungeva Rublev in finale. Inutilmente, purtroppo, anche in questo caso.

Novak Djokovic e Nino Serdarusic – Adria Tour (foto: Mario Cuzic\HTS)

Chiudeva la sessione pomeridiana e la fase a gironi l’incontro tra Danilo Petrovic ed il deludente Marin Cilic, reduce dalle due sconfitte in tre set contro Rublev e Zverev. Il 28enne tennista serbo si regalava un altro scampo eccellente, dopo quello di Sascha Zverev all’esordio, battendo un Marin Cilic veramente sottotono – molto più di ieri, quando aveva comunque lottato in entrambi i match – che chiudeva così tristemente all’ultimo posto del girone B. Raggruppamento che vedeva invece Petrovic piazzarsi al secondo posto, dietro a Rublev. Certo si è trattato di un’esibizione, e dopo un periodo di inattività, ma crediamo sia comunque una soddisfazione per il n. 157 del mondo (con un best ranking di n. 155) poter dire di aver concluso un torneo davanti a giocatori del calibro di Zverev e Cilic.

Il pubblico scendeva a mangiare e bere qualcosa negli stand attorno al campo centrale, per poi tornare sugli spalti in attesa della finale, senza sapere cosa era accaduto nel frattempo (anche la diretta televisiva dell’emittente SportKlub, che copriva l’evento, fino a dopo le 20 comunicava ancora che era in attesa dell’inizio del match). Era Goran Ivanisevic, in qualità di direttore del torneo di Zara, a comunicare ufficialmente al pubblico l’annullamento del match.

Logico che ora si trarranno le conclusioni su quanto accaduto, ricordando anche le polemiche sulla mancanza di precauzioni a Belgrado e anche sulle misure assolutamente non stringenti che vengono applicate qui in Croazia. Quello che possiamo dirvi in questo momento dalla sala stampa di Zara, è che la notizia ha fatto scendere il gelo e l’atmosfera serena e tranquilla di un paio d’ore fa si è dissolta, lasciando spazio di nuovo a preoccupati commenti sottovoce sul COVID-19. Neanche qui, dove il coronavirus non ha colpito in modo drammatico come in altri paesi (la Croazia ad oggi ha registrato 2317 casi e 107 decessi, ma con ben 18 casi nelle ultime 24 ore), assolutamente nessuno voleva tornare a pensarci.

RISULTATI

III TURNO
B. Coric b.s P. Krstin 4-3(4) 4-3(2)
A. Rublev b. A. Zverev 4-2 4-1
N. Djokovic b. N. Serdarusic 4-1 4-3(3)
D. Petrovic b. M. Cilic  4-2 4-2

CLASSIFICHE
GIRONE A – Djokovic 3/0,  Coric 2/1, Serdarusic-Dimitrov 1/2, Krstin 0/3
GIRONE B – Rublev 3/0, Petrovic 2/1, Zverev 1/2, Cilic 0/3

FINALE
N. Djokovic – A. Rublev – annullata

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