Il sistema delle bolle – alla base del riavvio dello sport professionistico negli USA – presuppone un rigido meccanismo sanzionatorio. L’ha sperimentato a proprie spese Danielle Collins, numero 51 del mondo, esclusa dal World Team Tennis (torneo di esibizione a squadre) per aver lasciato senza autorizzazione il Greenbrier Resort e il territorio della West Virginia. “I protocolli sono stati messi in atto sin dall’inizio – ha dichiarato in una nota il direttore del torneo Carlos Silva – e sono stati comunicati più volte, al fine di tutelare nel migliore dei modi giocatori, tecnici e staff, la cui salute è ritenuta di massima importanza per il WTT“. Da parte della semifinalista dell’Australian Open 2019 non è arrivata alcuna reazione ufficiale.

Fondato nel 1973 e proseguito tra alterne fortune, il World Team Tennis si è preso quest’anno la scena (e andrà avanti fino al 2 agosto) complice lo stop dei circuiti ATP e WTA. Riuscendo a coinvolgere nelle nove squadre miste protagonisti anche dal nome di richiamo come Venus Williams, Kim Clijsters (che sembra trovarsi particolarmente a proprio agio, ndr) Sloane Stephens e Taylor Fritz. Il protocollo è quello che stiamo imparando a conoscere: tra le altre misure, prevede la rilevazione quotidiana della temperatura, l’assenza dei raccattapalle in campo, un limite alle presenze degli spettatori sulle tribune e il divieto di accesso alle strutture del torneo per chiunque fosse risultato positivo. È il motivo per cui non è stato autorizzato alla partecipazione Frances Tiafoe, fermato a inizio luglio nel corso dell’esibizione di Atlanta.