Grigor Dimitrov parla della convalescenza: "Con il virus è stata dura"

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Grigor Dimitrov parla della convalescenza: “Con il virus è stata dura”

“Non respiravo bene e mi sentivo stanco. Non è stato divertente” ha raccontato il giocatore bulgaro, che è tornato in campo dopo un mese per l’Ultimate Tennis Showdown

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Grigor Dimitrov - Montecarlo 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Contrarre il coronavirus non significa sviluppare – parzialmente o completamente – i sintomi della malattia associata, il COVID-19, e i numeri dimostrano che tanto più si è giovani, tanto meno è probabile che il virus provochi problemi a chi si è infettato. In Italia, per dare un riferimento, l’età mediana dei pazienti deceduti è di 82 anni mentre l’età mediana di chi contrae l’infezione è di 61 anni.

Questo non significa che l’infezione sia incapace di procurare problemi a pazienti giovani e/o in salute – poco probabile non significa impossibile – e il caso di Grigor Dimitrov lo conferma. Il giocatore bulgaro ha ricevuto la notizia della sua positività il 21 giugno, nel corso della tappa di Zara dell’Adria Tour che ha scatenato il ben noto putiferio, ed è tornato in campo soltanto due giorni fa, il 25 giugno, nella prima giornata della seconda tappa dell’Ultimate Tennis Showdown. Ha incassato una netta sconfitta contro Gasquet e una meno netta contro Lopez, e a margine del suo ritorno in campo ha raccontato il periodo della convalescenza che si è rivelata più travagliata del previsto.

Non sono ancora pronto per competere ai massimi livelli, al momento“, ha detto Grigor (che oltre ad essere il suo nome, è anche il soprannome che gli è stato affibbiato quando ha messo piede nell’accademia di Mouratoglou per l’UTS). “Sono arrivato qui senza aspettative perché non mi sono allenato per molto tempo; sto cercando soltanto di concentrarmi sul nuovo formato e divertirmi. Il movimento va meglio e tutto sta andando nella direzione corretta ma non è facile recuperare. Sono sicuramente lontano dal mio miglior livello. Non ho giocato a tennis per oltre un mese e sono dovuto rimanere in casa. Con il virus è stata dura“.

A differenza degli altri giocatori (Djokovic, Coric e Troicki su tutti) che hanno superato il virus apparentemente senza strascichi, Dimitrov ha pagato e sta ancora pagando qualche conseguenza. “Penso che non sia uguale per tutti“, ha dichiarato a proposito dei sintomi che ha accusato durante il periodo di isolamento. “Non respiravo bene, non sentivo nessun gusto e nessun odore ed ero stanco. Non è stato divertente. Ad essere sinceri, mi sento fortunato ad essere in campo in questo momento e non dò nulla per scontato. È bello potersi misurare con degli avversari“. Sempre rimanendo all’interno del mondo del tennis, anche le dichiarazioni di Franco Davin, ex coach di Fognini, hanno tratteggiato una situazione piuttosto fosca.

Sto cercando di impegnarmi al massimo ogni giorno” ha spiegato Dimitrov. “Anche se mi sento stanco, vado avanti. Un giorno mi sento particolarmente bene e riesco ad allenarmi per quattro ore, ma poi improvvisamente ho bisogno di riposare. Devo passare attraverso questo processo e spero di recuperare completamente“.

Se mi sono preoccupato? Ovviamente sì, sono stato da solo tutto il giorno per venti giorni. Non importa quanto sei forte mentalmente, come persona o come atleta; tante cose ti passano per la testa ed è inevitabile avere dei pensieri negativi. Il mio messaggio è che non dobbiamo sottovalutare lo stato mentale in cui ci troviamo. Questa cosa è reale. Se prendiamo le giuste precauzioni le cose andranno rapidamente per il meglio, ma sono tempi difficili: non bisogna lavorare solo sul fisico ma anche sull’aspetto mentale“. Il messaggio di Grigor, che invita tutti alla cautela, sembra piuttosto chiaro.

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