Nella sfida che lo vedeva opposto a Daniil Medvedev, Aljaz Bedene si è reso protagonista di un episodio controverso per cui ha rischiato la squalifica. Frustrato per aver appena affossato un dritto, sul punteggio di 3-1 Medvedev nel secondo set, colpisce una palla verso il telone di fondo campo e la palla centra l’unica persona che poteva essere lì, un incolpevole cameraman, per fortuna senza conseguenze. Un gesto sicuramente non intenzionale da parte dello sloveno, che si è subito scusato per quanto avvenuto.

Indossata la mascherina, l’arbitro va prontamente a sincerarsi che l’operatore stia bene e poi avverte Aljaz che chiamerà il supervisor, per un possibile default, “perché la palla lo ha colpito”. Il giudice di sedia racconta l’accaduto al supervisor e, probabilmente, risulta decisivo che la palla non sia stata colpita fortissimo (“not super hard”), oltre al fatto che il cameraman non abbia riportato lesioni. Il supervisor ordina infatti che gli venga data una semplice violazione del Codice: l’arbitro infligge così il warning per comportamento antisportivo e Bedene può regolarmente perdere sul campo con un doppio 6-3.

Senza andare a scomodare il ben più grave incidente occorso a Denis Shapovalov in Coppa Davis nel 2017, poche settimane prima era accaduto ad una nostra giocatrice junior un episodio simile a quello che ha coinvolto Bedene. La 17enne Maria Vittoria Viviani, impegnata nel torneo junior dell’Australian Open, venne squalificata dopo il primo set del primo turno per aver colpito un raccattapalle con una palla dopo averla colpita con la racchetta mentre il gioco era fermo. Nel caso della nostra Viviani quindi venne applicato il regolamento in maniera molto più severa, cosa che invece non è accaduta in questo caso.

A cura di Vanni Gibertini e Michelangelo Sottili