US Open: un brutto Zverev si prende la semifinale a spese di Coric

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US Open: un brutto Zverev si prende la semifinale a spese di Coric

Sascha inizia molto male, ma sale quanto basta perché il croato possa mancare nelle fasi decisive

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Alexander Zverev – US Open 2020 (foto via Twitter @usopen)
 

[5] A. Zverev b. [27] B. Coric 1-6 7-6(5) 7-6(1) 6-3

Con una prestazione iniziata malissimo e poi salita a stento sopra il livello di guardia, Alexander Zverev supera in quattro set un Borna Coric non entusiasmante ma che ha dimostrato grande intelligenza tattica, appena meno perizia tecnica per metterla in atto e scarsa capacità di mantenerle nei momenti decisivi dell’incontro. Limitandosi a guardare il punteggio, non era esattamente in una buca, Zverev, sotto di un set e di un break in una sfida sulla lunga distanza; tuttavia, la sua peggior versione tra l’insicurezza nei colpi da fondo e la battuta che non lo aiutava era in balia delle scelte puntuali di Coric, che non aveva difficoltà nel mantenere ordine nel proprio gioco con tutto quel tempo che gli concedeva la palla mai veloce né cattiva di Sascha. Eppure, sono bastati un paio di errori e due smorzate “sperimentali” dell’avversario per fargli smarrire quel poco di sicurezza, compromettendo l’esito del secondo parziale, perso poi in un orrido tie-break, e in ultima istanza del match.

Se l’improvvisa novità dello Slam aperto solo agli under 30 aveva provocato un po’ di tensione in Thiem, liberatosi una volta vinto il primo set, Zverev è rimasto prigioniero delle responsabilità legate al suo status di terzo favorito ben più a lungo, pur trovando, nel corso delle tre ore e mezza di tennis che non avrebbe fatto spellare le mani a un eventuale pubblico, parte di quelle sensazioni sulla palla completamente inesistenti per oltre un set. Resta però il fatto che doveva vincere – nonostante fosse sotto 1-3 nei precedenti – e ci è riuscito con quello che aveva a disposizione. Non potevano mancare i doppi falli in doppia cifra (12, ma 18 ace) e le seconde oltre i 200 km/h in questo suo primo quarto di finale a New York. Primo quarto Slam in assoluto, invece, per Borna, che si è definito “un sopravvissuto” per aver superato Tsitsipas annullando 6 match point; ma anche contro Londero non era filata proprio liscia, con l’argentino in vantaggio 2 set a 1.

IL MATCH – “Devo rispondere molto bene oggi, il suo servizio è potente. Sarà questa la chiave” dice Borna all’ingresso in campo e la quinta testa di serie mostra subito la potenza del colpo di inizio gioco. Ma, già nel terzo game, arrivano tre doppi falli, mentre sulla conseguente palla break attacca poco convinto e manda lunga la volée bassa. Coric sta per restituirgli immediatamente il favore sbagliando nel palleggio, ma serve bene, si salva e approfitta di un avversario poco centrato per prendere il largo. “Devo essere aggressivo, più di lui” aveva detto Zverev prima di entrare in campo, ma è ben lontano dal farlo con quei colpi insicuri; senza dubbio, quel secondo turno di battuta non lo ha aiutato, ma ci sono anche i meriti di Coric che lo sposta, varia rotazioni e velocità impedendogli di imporre il ritmo superiore di cui dispone. Il 6-1 arriva in meno di mezz’ora.

Il linguaggio del corpo del ventitreenne di Amburgo tradisce pensieri negativi, come quelli che ne hanno compromesso buona parte della scorsa stagione. I colpi a rimbalzo gli escono male e perfino il rovescio viene giocato di rimessa e distante dalla linea di fondo; a riprova del momento di scarsa convinzione, tenta di chiedere l’intervento di hawk-eye ben quindici secondi dopo la correction di Eva Asderaki. Nonostante qualche dritto caduto poco oltre la rete e un doppio fallo, stavolta esce indenne dal terzo gioco. Coric risponde in campo con allarmante frequenza, tiene bene lo scambio (nessuna sorpresa, anche perché lasciato libero di farlo), ed è addirittura lui a essere più propositivo, magari con una smorzata a tradimento mentre l’altro sta pensando solo a colpire meglio la palla oppure accelerando progressivamente approfittando della posizione troppo arretrata del n. 7 del mondo.

C’è spazio anche per un errore dell’arbitro, che fa rigiocare un punto su un drittone tedesco nonostante la chiamata sbagliata sia arrivata dopo il colpo croato finito fuori. Il break che arriva al quinto gioco sembra segnare anche il destino di questo parziale, anche perché Sascha continua a non essere in grado di fare male da fondo né di prendere la rete con efficacia. Cosa rimane da provare? Il classe 1996 di Zagabria non ha la mano più delicata del circuito ed eccolo perdere due punti correndo su altrettante smorzate, mentre il dritto di Zverev pesca qualche jolly: è aggancio sul 4 pari, allora, e quello di quasi due metri fa finalmente sentire la sua voce.

Con Coric che continua a sventagliare il suo colpo meno sicuro su quello migliore di Zverev con ottimi risultati, i due giungono a un tie-break dall’alto grado di bruttezza. Dopo il “falco” ben chiamato sulla prima out di Zverev, Eva vorrebbe il potere di assegnare il punto alla risposta risparmiandogli di tirare la seconda che non può che finire in rete, ma l’errore con lo slice di Borna al termine di un lungo scambio non gli permette di cambiare campo in vantaggio. La palla inizia a scottare e Coric ne paga le conseguenze fallendo nettamente l’entrata su tre palle morbide da attaccare: quasi dal nulla, Zverev pareggia il conto dei set e inizia a prendere fiducia.

Un bel punto in recupero e il primo lungolinea vincente di rovescio gli permettono il sorpasso al terzo gioc: la partita è girata? Salirà di livello? Non esattamente. Blackout teutonico con due doppi falli e uno smash che non atterra e si ricomincia con i palleggi non certo esaltanti. Uno fallisce altre due schiacciate, l’altro va negli spogliatoi sul 5-4 per il cambio di abbigliamento sudatissimo – terzo in due set, ma adesso non più di corsa per rispettare il tempo del cambio campo – ed entrambi arrivano a 6 giochi: Zverev aumenta la velocità della palla (seconda battuta compresa) impedendo all’avversario di stragli dietro e si prende il tie-break lasciando un solo punto.

Vista la tendenza, la cosa migliore che può fare un Sascha in lieve crescita rispetto al quasi nulla iniziale è evitare momenti di vuoto e arrivare al tie-break che la testa di Coric non sa vincere; sul 2 pari, si infila invece in un problematico 0-40, ma ne viene tirato fuori da tre dritti croati di fronte ai quali il pubblico difficilmente si accontenterebbe di un super-voucher. La maggior parte dei pochi dritti vincenti tedeschi è arrivata con il passante e lascia perplessi l’idea di attaccarlo sul lato destro sulla palla break che manderebbe l’altro a servire per chiudere la contesa; Borna viene infatti trafitto e Zverev agguanta al terzo match point la seconda semifinale Slam consecutiva. Questa volta non troverà Thiem, bensì Pablo Carreno Busta.

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