Medvedev non cerca scuse: “Ho perso i punti che contavano di più”

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Medvedev non cerca scuse: “Ho perso i punti che contavano di più”

Nonostante la netta sconfitta nella semifinale dello US Open contro Thiem, il russo è comunque contento. “Ho avuto problemi ad allenarmi quest’anno. Quindi va bene così”. Ma ribadisce il concetto sui supervisor: “Se stanno sempre lì senza far niente a cosa servono?”

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Daniil Medvedev - US Open 2020 (via Twitter, @usopen)
 

Nessun rimpianto per Daniil Medvedev al termine della sconfitta contro Dominic Thiem nella seconda semifinale degli US Open. Nonostante non abbia vinto nemmeno un set. Nonostante l’anno scorso a New York si fosse issato fino alla finale persa sul filo di lana contro Rafa Nadal. Nonostante quest’anno, senza i big 3, avrebbe potuto giocare l’atto conclusivo del torneo da favorito. “Cosa avrei potuto fare di diverso? Probabilmente non molto. Possiamo stare qui a parlare di alcuni colpi, del passaggio a vuoto nel primo set. Ma la realtà è che Dominic ha giocato molto bene. Il tennis è una questione di pochi punti a volte. A volte li vinci e altre li perdi. Io oggi ho perso i punti più importanti”, ha affermato con grande lucidità il russo in conferenza stampa. 

Questa folle edizione degli US Open ha ulteriormente confermato che Medvedev è uno degli uomini da battere nel circuito, soprattutto quando si gioca sul veloce. Il 24enne moscovita può tornare a casa con la consapevolezza che anche dopo la lunga interruzione del tennis internazionale a causa del Covid-19 e tutte le difficoltà che essa ha comportato per i tennisti, lui è ancora lassù, davanti a moltissimi, dietro a pochissimi. Sono più contento che deluso. Se due o tre mesi fa mi avessero detto che avrei raggiunto la semifinale agli US Open, sarei stato felicissimo. Non sentivo di star giocando bene. Lo ammetto: ho avuto qualche problema col mio gioco e con la mia forma fisica. Faticavo in allenamento”, ha rivelato il n.5 del ranking mondiale. “Ma in questo torneo ho giocato alla grande. Anche stasera. Quindi contento per la prestazione, deluso per la sconfitta”. 

Ben poco da recriminare anche sull’episodio che ha fatto girare il primo set, con il giudice di sedia che non ha concesso il challenge a Medvedev perché la richiesta era arrivata troppo tardi. Il russo se l’è poi presa in particolare con il supervisor, colpevole secondo lui di non aver interferito con la decisione dell’arbitro di dargli un code violation per le troppe proteste. “Ero molto arrabbiato. Ma non c’era motivo per prendersela con il supervisor”, ha ammesso il russo. Però davvero mi sorprende che a volte il supervisor sia sempre lì e non faccia niente. Per esempio, oggi riguardo alla mia code violation: cosa avrei fatto di male? Ho fatto male a qualcuno? Ho detto qualcosa di sbagliato? No, non ho fatto nulla. E ho pensato: ‘Supervisor perché sei lì? Fai qualcosa!’”. 

Per lui però è già tempo di guardare avanti. Al mini-swing sulla terra europeo. Medvedev ha confermato la sua assenza agli Internazionali d’Italia. Il suo unico torneo in vista degli Open di Francia sarà quello di Amburgo. “Domani torno a casa a Montecarlo. Mi allenerò per alcuni giorni. Poi mi riposerò un po’. Andrò ad Amburgo per giocare almeno un torneo su terra rossa prima del Roland Garros. Per arrivare più preparato”, ha detto il tennista di Mosca. Non vedo l’ora. Diciamo che nella scorsa stagione i miei migliori tornei su terra rossa sono stati i primi. Quest’anno ne giocherò due. Speriamo che riesca a fare dei buoni risultati”. Considerato il tennis messo in mostra a New York, difficile che siano cattivi quantomeno. 


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