Musetti: "La chiave con Nishikori è stata mentale"

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Musetti: “La chiave con Nishikori è stata mentale”

Il tennista toscano si dice sempre più innamorato di Roma e attribuisce l’exploit capitolino ad un atteggiamento più sereno e positivo

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Lorenzo Musetti - Internazionali di Roma 2020 (foto Giampiero Sposito)
 

Lorenzo Musetti ha parlato con i giornalisti (compreso il Direttore di UbiTennis) in seguito alla vittoria di ieri sera contro Kei Nishikori. Il risultato ha confermato quanto di buono mostrato contro Wawrinka, ma per certi versi ha dato più sicurezza a Lorenzo, perché il maggior equilibrio gli ha permesso di appurare la propria crescita in un risvolto fondamentale: “Se ripenso ai miei trascorsi fra i junior, credo di essere cresciuto molto sotto l’aspetto mentale. Ho sempre saputo di essere un lottatore, ma non pensavo di poterlo fare con continuità, mi prendevo sempre delle pause durante i match, e questo è successo anche nel corso dell’ultimo anno. Da un mese a questa parte, però, e in particolare qui a Roma, sento di essere diventato più bravo a mantenere la calma e a rimanere positivo”.

Ha poi aggiunto: Anche oggi credo di averla vinta più sul piano mentale, perché è stato un match di scambi molto duri. Per ora non ho un mental coach, ma Umberto Rianna aiuta molto sia me che Zeppieri. Credo che i tanti match persi facendomi rimontare, come quello con Hanfmann a Todi, mi abbiano aiutato a riflettere, ma non mi basta avere un buon atteggiamento per un mese, devo essere in grado di sentirmi così per tutta una carriera“.

Mentre Musetti parlava si è conclusa la sfida fra Monfils e Koepfer, con quest’ultimo vincitore e prossimo avversario del classe 2002: “Non ho mai giocato contro Koepfer, ma l’ho visto giocare contro Zeppieri a Francavilla, e Giulio aveva fatto un’ottima partita contro di lui [l’azzurro aveva vinto 6-4 4-6 6-3, ndr]. So che è un grande lottatore, come ha dimostrato lo scorso anno allo US Open e qui contro De Minaur, in più è mancino quindi mi darà sicuramente fastidio, ma non ho paura, vediamo domani come impostarla. Non credo che giocare in diurna sia un problema, visto che è lo slot in cui ho giocato tutti i match di qualificazione”.

Per quanto riguarda Nishikori, Musetti non ha potuto spendere altro che belle parole: “Kei è un giocatore fantastico, so che ha avuto problemi di infortuni, ma ha un timing incredibile soprattutto con il rovescio lungolinea, sono orgoglioso di essermela giocata e viso aperto e di averlo battuto. Sono contento perché lui non me l’ha regalata, e sono contento di aver giocato bene i punti importanti. Wawrinka probabilmente non si aspettava che potessi fargli male all’inizio, e quindi mi ha concesso qualcosa, mentre Kei mi ha messo pressione da subito e mi ha portato ad avere più energia e a tirare più forte. Sono stato aggressivo da subito con il dritto e credo di aver giocato veramente bene”.

Musetti trascorre molto tempo all’Academy di Patrick Mouratoglou a Sophia Antipolis, ma ha voluto fare chiarezza sul rapporto esistente: “Non faccio parte della scuderia di Mouratoglou, ma ho una collaborazione con loro, quindi ogni tanto mi alleno lì. La Champ Seed Foundation di cui faccio parte è di grande aiuto dal punto di vista economico per me e lo è stata anche per altri, come Tsitsipas, Tseng [campione a Parigi e Wimbledon junior del 2018, ndr] e Gauff”.

Un’ultima domanda sulla curiosa frase scritta sulla telecamera a fine partita, ‘Nella buca dell’orata’: Significa trovare il punto debole dell’avversario, è una dedica al mio preparatore atletico [Roberto Petrignani, preparatore di secondo grado della FIT, ndr], perché lui è toscano e lo dice spesso. Visto che gli avevo promesso che gli avrei dedicato la vittoria, ho deciso di scrivere questa frase”.

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