Thiem crolla, Schwartzman rimane in piedi: dopo 5 ore si prende semifinale al Roland Garros e top 10

Roland Garros

Thiem crolla, Schwartzman rimane in piedi: dopo 5 ore si prende semifinale al Roland Garros e top 10

Partita non bella ma molto emozionante, vince Diego Schwartzman e ottiene il risultato più importante della carriera. Thiem fiaccato dalle fatiche degli ottavi

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Diego Schwartzman - Roland Garros 2020 (via Twitter, @rolandgarros)
 

D. Schwartzman b. D. Thiem 7-6(1) 5-7 6-7(6) 7-6(5) 6-2

Un match per lunghi tratti quasi senza senso e non eccelso da un punto di vista prettamente tecnico, ma che ha anche assunto connotati epici e regalato tante emozioni, è vinto da Diego Schwartzman, autore di una resistenza stoica davanti a un Dominic Thiem che ha risentito delle fatiche del turno precedente contro Hugo Gaston, mettendo un campo una prestazione altalenante per poi crollare nel quinto set allo scoccare delle cinque ore.

Le attese per un incontro combattuto sono state quindi confermate – anche troppo. Tuttavia, invece di assistere a un Thiem in spinta costante fin da subito contrastato da uno Schwartzman centratissimo nel ruolo di ribattitore che cerca di mischiare le carte spezzando il ritmo, il protagonista austriaco è apparso scarico per oltre tre ore, quasi sempre rifugiatosi nello slice dalla parte sinistra peraltro con scarsissima efficacia, inchiodato su quella diagonale e raramente capace di girare attorno alla palla per colpire di dritto; la co-star ha brillato di più per i primi tre set, ma non è stata del tutto all’altezza (nessuna allusione alla statura) nei momenti decisivi, permettendo all’avversario di sottrargli due set in extremis. Avversario che, nel finale della terza partita, ha improvvisamente presentato in campo una sua versione finalmente più che accettabile ancorché non continua, dando l’impressione di poter far suo l’incontro, sfuggitogli però di mano a un paio di punti dalla conclusione, soprattutto per meriti di Diego che, nella partita finale, è rimasto l’ultimo uomo in piedi.

LE PREMESSE – Gli organizzatori non possono credere alla fortuna di un match WTA in due set relativamente rapidi, quindi ne approfittano per perdere una mezz’ora coprendo il campo con i teloni invece di rifugiarsi sotto il tetto. L’attesa èpremiata con il ritorno del sole, alle 15.25 Louise Engzell lancia la moneta (Diego sceglie di rispondere) e la tabella di marcia che tutti si aspettavano è (purtroppo) rispettata. Thiem è il top player che più di tutti può incappare nella giornata storta e perdere quasi da chiunque, sia a livello Slam sia sulla terra battuta; non le due insieme, però, vale a dire al Roland Garros, dove negli ultimi quattro anni ha giocato due finali e due semifinali, tre volte sconfitto da Rafa Nadal e una da Novak Djokovic. Riguardo al turno precedente, se Hugo Gaston ci ha mostrato che un altro tennis è possibile (almeno per qualche giorno), Dominic deve dimostrare da subito di aver recuperato il ritmo nei colpi, oltre che di essersi messo alle spalle quei vuoti mentali che, certo uniti a una mano non eccellente, gli impedivano di giocare con la lucidità necessaria anche i pochi recuperi facili sulle ferali smorzate francesi. Schwartzman viene dall’ottimo torneo disputato a Roma con tanto di vittoria su Nadal e in due occasioni su otto precedenti ha avuto la meglio su Dominic.

SET 1 & 2 – Thiem può fare affidamento su un servizio chiaramente superiore e ne dà esempio nei primi due punti con altrettanti kick: un ace centrale con la seconda e uno ad aprirsi il campo per poi chiudere con il rovescio lungolinea. Esempio che non sarà più ripetuto per alcune ore, soprattutto per quanto riguarda la parte che coinvolge il rovescio. Si può anche dire che la battuta di Schwartzman sia stata determinante per la sua vittoria nel precedente sulla terra di casa, naturalmente con un eccesso di ironia, visto che Dominic steccava all’altezza del ginocchio risposte di rovescio dai teloni su seconde argentine che arrivavano forse alla velocità con cui le passano i raccattapalle. Inutile dire che quell’esperienza non ha cambiato la posizione di attesa di Dominic. Il ventottenne di Buenos Aires inizia con la l’ormai datata “tattica Goffin”: secondo quanto disse anni fa il belga, tenendolo abbastanza a lungo nel palleggio, prima o poi Thiem sbaglia. Incurante, Domi strappa la battuta al quinto gioco grazie a un recupero stretto sul cui segno Schwartzy la pensa diversamente da Engzell. Sarà che sono amici, sarà che Diego non pare affatto un giocatore scorretto, ma l’orrido turno di battuta che segue sembra risentire di un vantaggio che Thiem considera ottenuto ingiustamente.

Troppo passivo, nonostante l’alto ritmo con il dritto e le troppe variazioni slice di rovescio, il numero 3 del mondo lascia che sia l’altro a prendere l’iniziativa e così non approfitta di un 15-40 che lo avrebbe mandato a servire per il set. Si inguaia anche al game successivo che sembrava ormai in cassaforte, mentre le due risposte stile “Baires” con cui spreca i due errori argentini all’inizio del decimo gioco si sommano a precedenti scelte sbagliate a testimoniare che ancora non è entrato in partita. Piantato con i piedi quasi ai livelli dei primi due set della finale dello US Open, Domi viene travolto nel tie-break da uno Schwartzman completamente in fiducia.

Dominic Thiem – Roland Garros 2020 (via Twitter, @rolandgarros)

Lungi dal trarre tranquillità dal vantaggio, Dieguito cede precipitevole i primi due game del secondo parziale davanti a un Thiem che ancora cerca di capire cosa ci faccia lì. Sul 3-1, comincia a piovere ma, nonostante quelle che sembrano giuste lamentele dei giocatori, per Enzell si può continuare a giocare. Si sa, per quanto pioggia, freddo e vento consiglino di starsene in casa con una tazza di cioccolato o, almeno, di usare il tetto costato decine di milioni, non vietano di giocare a tennis se a giudizio dell’arbitro il campo non è diventato pericoloso. Il ventisettenne di Wiener Neustadt aveva dimostrato di soffrire il vento più del suo avversario nella loro di sfida di Rio nel 2016, quindi non sorprende che questa sua brutta versione si faccia rimontare nel bel mezzo del set. Sorprende invece che, anche quando entra provvisoriamente in modalità Dominator, cerchi di liberarsene con soluzioni estemporanee o trovando comunque il modo di perdere l’inerzia dello scambio.

Diego ci mette del suo in positivo, continuando a prendere la rete ogni volta che gli si presenta occasione, mentre l’avversario alterna momenti in cui sembra vestire i suoi panni migliori ad altri in cui incarna la versione “sono capace di complicarmela fino a perderla”. Mentre smette di piovere, di sicuro c’è che sfondare questo Schwartzy gli è pressoché impossibile e, da un momento all’altro, se lo ritrova a rete a chiudere volée. Dopo ventidue punti, tre palle break consecutive e altre quattro ai vantaggi, Diego tiene per il 5-4. Thiem gioca poi quattro smorzate pessime e senza alcun senso che non possono non suggerire che non ne abbia più né nella testa né nelle gambe, ma viene graziato da un Diego davvero disgraziato in un paio di occasioni. In pratica, la partita (nel senso di set e, forse, anche di match) era finita, però Schwartzman non è andato a raccoglierla; se ne rende conto e paga pegno mandando l’altro a battere per pareggiare il conto dei set; probabilmente neanche lui sa come, ma il campione dello US Open porta a termine la missione.

SET 3 & 4 – L’andamento del terzo parziale è caratterizzato da ancora meno senso dei precedenti, con i due che si alternano nell’illudere il pubblico di aver preso il famoso comando delle operazioni, per quanto sarebbe più corretto dire che Thiem passa dal non riuscire a fare nulla rifugiandosi – per così dire – in drop shot che gli fanno perdere il punto all’abbozzare qualche scambio accettabile accettando errori argentini che mancano per lunghi tratti salvo poi arrivare a grappoli. Con il dritto a sventaglio che è missing in action (anzi, da prima dell’action), Dominic pare ricordarsi all’improvviso di avere uno schiaffo di rovescio capace di dargli il punto diretto, ma, lasciato in soffitta a prendere polvere, quel rovescio si è dimenticato di lui, non riconosce una faccia che pare quella di un operaio in una mattina di gennaio al rientro in motocicletta senza casco da un turno di notte prolungato di ulteriori quattro ore.

Arrivato a servire sul 5-3, Diego restituisce il break alla sua maniera, si vede annullare un set point in risposta e subisce il sorpasso. Tocca a Thiem fallire con il servizio sul 6-5, ma si prende le responsabilità che il suo blasone richiede e finalmente scortica il feltro imponendo i suoi drittoni fino al 5-1; torna anche il rovescio coperto in uno scambio fantastico che gli vale due set point, ben annullati da Dieguito, che però subisce di nuovo una veemenza austriaca incontrastabile, comparsa dal nulla dopo tre ore e un quarto di match non bellissimo ma di intensità e agonismo indiscutibili.

L’inizio della quarta frazione fotografa un Thiem nei panni di sé stesso nei quarti di finale a Parigi (un set perso nelle quattro volte che li ha raggiunti), come se avesse passato la prima metà del pomeriggio a rilassarsi. Due imperfezioni al termine di scambi condotti con la sua proverbiale pressione e un pizzico di sfortuna costano a Thiem il vantaggio iniziale, finendo per ritrovarsi addirittura sotto di un break dopo il MTO di Schwartzman per farsi curare le vesciche alla mano destra. È il rovescio del marchio di fabbrica del miglior Thiem: perdere game mentre domina. Diego pare non ripetere gli errori che gli sono costati gli ultimi due parziali e va a tre set point consecutivi, ma Thiem diventa mostruoso, consegna una prima magia, non sbaglia più e sulla terza palla per il quinto set, dopo un difficile recupero sul lato sinistro, va a tirare un dritto vincente in corsa che da solo vale un’attesa di ben oltre quattro ore.

Il livello è ora stellare, il dritto austriaco incendia l’aria, Schwartzman oppone una resistenza epica rimandando pressoché qualsiasi cosa. Il tie-break è la giusta conclusione. La fatica di entrambi negli scambi durissimi travalica i confini dello schermo accompagnata da emozioni crescenti, Thiem spreca il vantaggio con due errori di dritto, si ferma a due punti dal match e allora Diego, eroico, la porta al set decisivo.

Diego Schwartzman – Roland Garros 2020 (foto via Twitter @rolandgarros)

IL QUINTO – Schwartzy continua a ribattere tutto con precisione, mentre la pressione di Thiem è in evidente calo; le gambe non gli forniscono più l’adeguato supporto né per spingere i colpi né per tenere gli scambi prolungati. Il crollo è inevitabile e arriva con quattro errori al sesto gioco. Diego non accenna a scendere di un millimetro e Thiem si consegna con due smorzate che non superano la rete. Per lui, il rimpianto del tie-break del quarto set a cui è peraltro arrivato senza neanche sapere come e, soprattutto, per quel dritto rimasto sul nastro contro Gaston che avrebbe potuto significare la vittoria in tre set. Ma la scena e gli onori sono adesso per un piccolo grande, no, enorme Schwartzman, che in un sol colpo centra la sua prima semifinale Slam e l’agognata top ten. Dopo averli fatti aspettare per ore o forse un giorno, attende chi uscirà vincitore tra Rafa Nadal e Jannik Sinner.

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