La rassegnazione e la sportività di Djokovic: "Nadal mi ha semplicemente surclassato"

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La rassegnazione e la sportività di Djokovic: “Nadal mi ha semplicemente surclassato”

In conferenza stampa, uno sconsolato Nole ammette candidamente i meriti dell’avversario e non cerca scuse: “Stavo bene fisicamente. Ero pronto, ma mi ha sopraffatto”

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Un Novak Djokovic sconsolato, forse addirittura rassegnato, quello che si presenta in conferenza stampa dopo la durissima sconfitta patita in finale al Roland Garros per mano di Rafael Nadal. L’espressione e le parole del serbo sembrano quelle di chi ha assistito impotente al verificarsi di qualcosa di straordinario, fuori dalla sua portata.

A metà tra ammirazione e incredulità, Nole traccia con pochi schizzi un quadro della partita molto fedele, quasi crudele nella sua semplicità. “Non ho molto da dire se non che sono stato completamente sopraffatto da Rafa, di gran lunga il miglior giocatore in campo oggi. Non ha sbagliato niente, ha ributtato di là ogni palla e giocato alla grande tatticamente. Mi sono sentito bene per tutto il torneo, pensavo di essere in ottima forma. Certamente avrei potuto giocare meglio, soprattutto nei primi due set, ma mi ha sorpreso il modo in cui stava giocando, la qualità del tennis che stava producendo, il livello. Voglio dire, è fenomenale. Ha giocato una partita perfetta, soprattutto nei primi due set”.

Nessuna scusa dunque, nessun guaio fisico come pure era stato ipotizzato alla luce dei precedenti incontri del serbo, sceso in campo con vistose fasciature al collo. Nole ribadisce che il fisico era a posto, semplicemente oggi aveva di fronte un tennista inavvicinabile su questo campo. “Stavo bene. Ero pronto per questa partita. Sono solo stato sopraffatto. Voglio dire, sono stato battuto da un giocatore che è stato semplicemente perfetto oggi. Non ho assolutamente intenzione di trovare nessun’altra giustificazione per questa sconfitta“.

E dire che le condizioni sembravano essere quelle ideali per Nole. La preventiva chiusura del tetto poi aveva indotto molti ad attribuirgli un piccolo vantaggio nei confronti dello spagnolo. Il campo però ha raccontato una storia ben diversa o meglio, ha raccontato la stessa storia di sempre: freddo o caldo, Wilson o Babolat, tetto o non tetto, sullo Chatrier vince sempre Nadal. “Anche io pensavo che queste condizioni fossero più favorevoli a me. Mi sono sentito benissimo per tutto il corso del torneo. Stavo giocando un grande tennis, avevo vinto a Roma, avevo molta fiducia nel mio gioco. Rafa ha smentito tutti. Ecco perché è un grande campione“.

Rafa ha aggredito la partita sin da subito, mettendo all’angolo Djokovic che ha abusato della smorzata per cercare di accorciare gli scambi e uscire dal braccio di ferro da fondo. A infastidire il serbo, in particolare, era proprio la sensazione di non riuscire mai a chiudere il punto, sensazione che solitamente è condivisa proprio dagli avversari di Nole. “Probabilmente avevo un po’ troppa fretta, cercavo di giocare punti più brevi, di mettere a segno vincenti. Non stavo costruendo bene i punti. Probabilmente ha influito sul risultato, ma anche questo è stato causato da lui, dalla sua straordinaria difesa. Ributtava di là molte palle. Normalmente tutti i colpi che faccio dopo due, tre accelerazioni da fondocampo, diritto o rovescio che sia, contro nove giocatori su dieci, è un vincente, il punto è fatto. Ma non contro di lui, soprattutto in queste condizioni“.

Per Nole, così come per tutti, è davvero difficile commentare quanto realizzato sulla terra parigina da Nadal. Non si è mai visto niente del genere nella storia del tennis e probabilmente dello sport in generale. Siamo ormai giunti alla classica situazione in cui una parola è poco e due sono troppe. “Non sembra esserci niente in grado di fermarlo. È fantastico. Ammiro tutti i suoi risultati, soprattutto quelli raggiunti qui. Ha perso due partite in tutta la sua carriera e ha vinto tredici volte. Tutti i superlativi che potete usare, se li merita”.

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