ATP San Pietroburgo, la finale sarà Rublev-Coric: il russo 'vede' le Finals di Londra

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ATP San Pietroburgo, la finale sarà Rublev-Coric: il russo ‘vede’ le Finals di Londra

Rublev e Coric rimontano la coppia canadese Shapovalov-Raonic e giocheranno per il secondo 500 delle rispettive carriere

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Andrey Rublev - San Pietroburgo 2020 (via Twitter, @atptour)
 

Giornata di semifinali nell’ATP 500 di San Pietroburgo, la cui promozione da torneo 250 si riflette nella qualità dei giocatori presenti e conseguentemente in quella degli incontri, chiusisi al terzo set fra giocatori di assoluto livello. A contendersi il titolo saranno Andrey Rublev e Borna Coric.

PRIMA SEMIFINALE – All’ora di pranzo sono scesi in campo il beniamino del pubblico Andrey Rublev e Denis Shapovalov (anche lui di origini russe peraltro, tant’è che ha sempre fatto le conferenze in entrambe le lingue durante la settimana); il primo l’ha spuntata per 4-6 6-3 6-4 in due ore e sette minuti, pareggiando l’head-to-head sul 2-2 e salendo all’ottavo posto dell’ATP Ranking.

Il match ha avuto due volti e un chiaro momento di svolta. Nel primo set ha funzionato praticamente tutto per Shapovalov, soprattutto il dritto lungolinea e il servizio, praticamente intoccabile nel parziale. Rublev non ha giocato male, ma si è ritrovato spesso indietro nello scambio contro un avversario che disdegna la rimessa anche più di lui. Shapo ha sprecato una palla break all’inizio, ma si è preso altre due opportunità nel settimo gioco con una buona discesa a rete. Il russo le ha salvate ma nulla ha potuto sui tre dritti con cui il secondo seed l’ha sfondato, prendendosi il break e chiudendo il set senza patemi – 81 percento di punti vinti con la prima e 70 con la seconda per lui.

Il punto di svolta di cui sopra è arrivato nelle prime battute del set successivo. Shapovalov si è procurato una palla del 2-1 e servizio con un passante di dritto in corsa, ma l’ha sprecata mettendo un dritto in manovra in rete. Nel game successivo, senza la minima avvisaglia, il canadese ha infilato quattro-doppi-falli-quattro facendosi rimontare da 40-0, e si è sostanzialmente offerto al russo, ormai uso agli alti e bassi di partite di questo livello, visto che in stagione solo Djokovic ha più vittorie di lui. Preso il vantaggio, il padrone di casa è cresciuto ulteriormente, e non ha mai dato la minima chance all’avversario di rientrare, sprecando anzi una chance per chiudere con un game d’anticipo – anche in quel caso Shapovalov era avanti 40-0.

Anche il terzo set ha mostrato chi dei due abbia più killer instinct al momento. Ancora una volta, Shapovalov è partito meglio, salendo a palla break nel secondo gioco su un errore di dritto del classe ’97, ma ha messo lungo uno slice non impossibile, e ancora una volta ne ha pagato il prezzo, anche perché la mitraglia da fondocampo di Rublev non fornisce mai troppe aperture, specialmente su campi dove può colpire pulito. Il russo ha atteso il momento propizio, giunto nel quinto gioco, quando ha comandato fin dalla risposta e picchiato sul rovescio con l’inside-in, guadagnandosi il 30-40 subito sfruttato grazie a una risposta profonda.

Shapovalov, disturbato da un tifoso di Rublev, ha minacciato di non continuare se l’heckler non fosse stato allontanato, e non è sostanzialmente più rientrato in partita, riuscendo giusto a salvare una palla del doppio break e chiamando un MTO subito dopo per un dolore alla spalla sinistra. Rublev non si è lasciato distrarre dalla pausa, e ha tenuto la battuta tranquillamente, chiudendo su un errore di rovescio del canadese.

Mi avrebbe potuto battere in due, stava giocando benissimo, ma sono riuscito a girarla“, ha detto Andrey dopo il match. “Il pubblico è stato fondamentale, sono contento di non essermi scomposto nei momenti più importanti della partita“.

Questa sarà l’ottava finale in carriera per Rublev, la quarta stagionale (vittorie a Doha, Adelaide e Amburgo, quest’ultima tre settimane fa – il suo record stagionale è 33-7), la terza in un 500 (la prima è arrivata proprio nel nord della Germania), e la seconda in patria (ha vinto un anno fa a Mosca). Shapovalov volerà subito in Germania invece, essendo iscritto come tds N.3 al torneo di Colonia 2.

SECONDA SEMIFINALE – Decisamente più opaco l’andamento della seconda semifinale fra gli ex-allievi di Riccardo Piatti, Borna Coric e Milos Raonic, con il croato a spuntarla per 1-6 6-1 6-4 in un’ora e 57 minuti, raggiungendo la finale a San Pietroburgo per il secondo anno di fila (nel 2019 perse nettamente contro Medvedev, nel suo periodo di kleos ingiocabile, nell’allora ATP 250).

Il canadese ha dominato il primo set, girando bene attorno alla pallina e comandando con il dritto dal centro, oltre a servire al curaro come al solito – sette ace, 80 percento di punti vinti con la prima e 71 con la seconda. Raonic ha breakkato grazie a un doppio fallo del croato nel secondo gioco al termine di un gioco di quasi 10 minuti, ed è rapidamente salito 5-0, chiudendo in maniera molto simile al set d’apertura di ieri contro Karen Khachanov.

Stavolta, però, il piano inclinato dell’inerzia si è improvvisamente inclinato, e Coric ha vinto i primi sette punti del secondo set, salendo 0-1 0-40 grazie a due doppi falli dell’avversario. Il croato è passato alla terza chance, quando un suo attacco di rovescio ha costretto Raonic a cercare un passante di dritto fuori equilibrio. L’errore ha portato l’ex-N.3 ATP a perdere il servizio per la prima volta nel torneo e ad accusare visibilmente il colpo, anche perché Coric ha iniziato a leggere le sue traiettorie in maniera apparentemente subitanea, minando le sue sicurezze per una seconda volta con il fidato rovescio a dargli un nuovo break con un lungolinea a 139 all’ora e un passante stretto. Lo score del set è stato un ingeneroso 25-9 in suo favore, con un solo non forzato e l’83 percento di punti vinti sulla seconda di Raonic.

Il terzo set è stato decisamente più equilibrato, e si è deciso nel secondo game, allorché Raonic ha sprecato tre palle break non consecutive, l’ultima delle quali in maniera veramente esiziale, sparando ampiamente lungo un passante di dritto. Il buon Borna ha mostrato nuovamente maggior resilienza, breakkando nel quinto gioco soprattutto grazie a questa spettacolosa difesa in arretramento con choppettino fra le interminabili leve di quella gru della sua vittima:

Il match non ha avuto altri sussulti, e Coric ha difeso i suoi tre turni di servizio con agio, anche perché Raonic ha smesso di colpire il rovescio coperto, offrendosi nello scambio con degli slice di pura rimessa. Un passante in rete ha offerto due match point alla tds N.7, che ha chiuso con un efficiente combo servizio&dritto.

Nel primo non ho avuto una risposta a quello che stava facendo Milos, ma nel secondo ho trovato il mio ritmo“, ha detto dopo il match. “Sarà difficile affrontare Rublev, mi ha battuto l’ultima volta che ci siamo affrontati, l’anno scorso a Shanghai [il totale è 3-0 per il russo, ndr]. Sono contento di essere in finale e spero di poter giocare al meglio“.

Coric ha così pareggiato il contro nei confronti diretti, dopo che Raonic l’aveva battuto a Delray Beach nel 2017. Per il croato questa è la settima finale in carriera (due vittorie), la seconda in un 500 – la prima fu anche la vittoria più importante della sua carriera, ad Halle 2018 contro Roger Federer. Raonic si trasferisce invece ad Anversa, dove sarà nuovamente il sesto seed.

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