Djokovic vince un bel derby a Vienna: adesso la sfida a Coric

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Djokovic vince un bel derby a Vienna: adesso la sfida a Coric

Un paio d’ore più che buone per iniziare la campagna viennese, Krajinovic sconfitto in due set

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Novak Djokovic – ATP Vienna 2020 (foto via Twitter @ErsteBankOpen)
 

A poco più di un mese di distanza dalla vittoria non esaltante di Roma, Novak Djokovic torna a battere il connazionale Filip Krajinovic, con lo stesso punteggio, 7-6 6-3, ma questa volta offrendo una prestazione decisamente migliore. Con il livello che si è alzato sul finire della prima partita, ne ha tratto giovamento lo spettacolo grazie anche alla prova di Krajinovic, che si è visto annullare un set point al tie-break dopo aver inutilmente servito per chiudere al decimo gioco. Saldo winner/unforced ampiamente positivo per entrambi, in particolare per il n. 1 del mondo che ha chiuso con un rispettabilissimo 39-27. Merito anche della superficie che ha suggerito, fortunatamente ascoltata, di limitare decisamente il numero delle smorzate.

IL MATCH – Si comincia subito con un game da nove minuti con poche prime da parte di Djokovic che ha scelto di iniziare con la battuta, un bel passante, qualche errore in palleggio, una smorzata che non c’entra e arrivano anche un paio di palle break; Krajinovic è però troppo conservativo rispondendo a una seconda debole e l’opportunità sfuma. Quando è Nole a strappare per il 3-1, sembra che il suo set possa filare via in discesa solo mantenendo una buona velocità di crociera, ma la precisione dei colpi ha ancora bisogno di una messa a punto e così non solo Filip rientra immediatamente nel punteggio, ma opera addirittura il sorpasso, nonostante un altro fallo di piede e l’inevitabile tensione che inizia a farsi sentire. Qualche fiammata di Novak è oscurata da troppi errori, Hawk-eye forse si annoia perché fa vedere un paio di close call che in realtà sono più vicine al centro del corridoio che alla linea laterale, il tutto in attesa del momento della verità, il 5-4.

Lì il serbo meno forte combina cose inguardabili e consegna il gioco all’avversario. Farsi tre set per prendere confidenza con il torneo potrebbe essere un’idea da non scartare a priori per chi ha giocato l’ultimo incontro sulla terra parigina, ma questo non significa certo regalare; anzi, Nole alza il livello mentre arriva il tie-break e il ventottenne di Sombor gli sta dietro, nonostante decida di farsi apprezzare dal pubblico quando evita di chiudere a campo aperto facendo diventare lo scambio spettacolare al prezzo di cedere subito il mini-break. Serve di nuovo sul 5-4, Filip, ma il serve&volley sul rovescio del fenomeno di Belgrado ha l’esito che chiunque può predire. Il set point arriva comunque in risposta (aggressiva la seconda di Nole) e se ne va con un errore. Un facile smash affossato e un dritto comodo che atterra ben largo impacchettano il set per Djokovic e mettono di fatto la parola fine sul match: le occasioni mancate non possono non avere conseguenze.

Ecco allora che, alla prima palla break affrontata nella seconda partita, il n. 30 ATP capitola trattenendo il braccio; il 17 volte campione Slam è sul punto di dilagare, ma non capitalizza appieno lasciandosi sfuggire un ghiotto 0-40 che l’avrebbe mandato a servire sul 4-1. Non che Krajinovic sia scomparso – buon ritmo e scambi godibili, piazza pure una mezza volata da applausi tenendo la racchetta solo con la sinistra sul cuore –, è solo prigioniero di una sceneggiatura che lo fa avvicinare almeno al traguardo minimo senza permettergli di raggiungerlo. Ne è esempio l’ultimo game, quando serve sul 3-5 cercando almeno di prolungare il match perché sia l’altro a doverselo prendere con la battuta: ottimi scambi da parte di entrambi, poi arriva il 6-3 e l’amichevole abbraccio a rete. Un paio di ore di gioco dunque positive per Djokovic, in attesa del prossimo turno con Borna Coric, contro il quale non ha perso alcun set nelle tre sfide passate.

THIEM – Ha scommesso e gli è andata bene. Parliamo di Vitaliy Sachko, 529° del ranking, che ha deciso di andare a Vienna invece di partecipare a un ITF, nonostante l’alto livello degli iscritti in Austria paresse precludergli qualsiasi possibilità di entrare nelle qualificazioni. Invece ce l’ha fatta, ha battuto Pierre-Hugues Herbert e si è arreso a Gombos dopo tre set tirati. Ripescato come lucky loser per il suo primo incontro ATP, lui che vanta appena tre match nei main draw a livello Challenger, ha anche fatto un’ottima figura contro Dominic Thiem. È stata ovviamente necessaria la collaborazione del n. 3 del mondo che, per venirne a capo in due set, ha faticato molto più del dovuto (non del previsto, perché le sue capacità di complicare incontri sulla carta più che agevoli sono ben note).

Era troppo facile sul 5-1 del primo set, così Dominic si è rilassato, ha iniziato a sbagliare e ceduto i due break di vantaggio. Tornato a essere preciso con il dritto, ha annullato due palle del 5 pari per prendersi il 6-4. Quasi lo stesso è accaduto nel secondo parziale, dove il vantaggio di 4-1 non è stato però sufficiente per evitare di farsi riagguantare. Senza alcuna paura, Sachko ha continuato a tenere il campo con quel suo dritto un po’ troppo macchinoso, arrendendosi solo al dodicesimo gioco, quando Thiem ha sfoderato alcuni colpi da fenomeno. Va bene il rientro con cambio di superficie, ci sta pensare che un match troppo rapido sia inutile, ma Dominic a volte è un vero mistero. Per lui, il vincente fra Wawrinka e Garin. Per Vitaliy, 26.340 euro che praticamente raddoppiano il suo montepremi in carriera.

Risultati:

G. Dimitrov b. K. Khachanov 7-6(6) 6-3
[1/WC] N. Djokovic F. Krajinovic 7-6(6) 6-3
[2] D. Thiem b. [LL] V. Sachko 6-4 7-5
C. Garin b. S. Wawrinka 6-4 6-7(9) 6-3
H. Hurkacz b. [Q] A. Balazs 6-3 7-5
[SE] D. Evans b. [Q] A. Bedene 6-3 4-5 rit.
[LL] L. Sonego b. D. Lajovic 6-4 6-3

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