Kosmos propone un cambio di format per la Coppa Davis

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Kosmos propone un cambio di format per la Coppa Davis

Javier Alonso, CEO del gruppo Kosmos, ha espresso la volontà di allargare la durata delle Davis Cup Finals a dieci giorni. L’obiettivo è inoltre aumentare il pubblico sugli spalti

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Simone Bolelli e Fabio Fognini - Finali Coppa Davis 2019 (photo by Pedro Salado / Kosmos Tennis)
 

Il 2020 tennistico chiuderà i battenti senza Coppa Davis, cancellata a causa della pandemia, ma pronta a tornare nel 2021. Tuttavia si sta ragionando sulle modifiche da apportare per perfezionare il prodotto che nel 2019 ha lasciato molto a desiderare sotto alcuni aspetti. Ne ha parlato il Chief Executive Officer di Kosmos, Javier Alonso, in un’intervista a 2playbook.com: “Stiamo lavorando su un cambio di formato per allargare la durata della competizione a dieci giorni, permettendo così di giocare solo nel pomeriggio e avere partite in due weekend”. Inoltre la società che assieme a Gerard Piquè ha rivoluzionato la Davis nel 2018 mira a riunire più pubblico di quanto fatto nel primo (e sinora unico) appuntamento sotto la loro gestione. L’obiettivo è superare i 133.000 spettatori di Madrid 2019: è molto probabile quindi che si cerchi una sede con impianti più capienti.

Sulle modifiche da apportare Alonso è fiducioso, ma manca ancora il via libera della Federazione Internazionale: “Abbiamo 24 anni di lavoro davanti a noi: stiamo lavorando con l’ITF per apportare i cambiamenti e allo stesso tempo avere buoni risultati economici”. Le critiche più forti al nuovo formato della Davis sono state fatte a causa della programmazione, che dodici mesi fa ha costretto molte nazionali a far scendere in campo i giocatori nel bel mezzo della notte. Il torneo spalmato su dieci giorni potrebbe consentire una gestione più tranquilla dell’evento. Per quanto riguarda il pubblico invece, tanto dipenderà dalla scelta della sede, che dovrà essere possibilmente in una città dove l’interesse per il tennis possa consentire di riempire con più frequenza gli spalti, cosa che a Madrid lo scorso anno non è successa. Certamente molto dipenderà dalla situazione pandemica: tutti speriamo che per novembre 2021 si riesca a vedere la luce in fondo al tunnel.

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