Sinner dopo la vittoria: "Meglio vincere così che 6-1 6-1"

Interviste

Sinner dopo la vittoria: “Meglio vincere così che 6-1 6-1”

Il neo-campione di Sofia partirà per l’Australia verso metà dicembre

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Jannik Sinner, esultanza - Sofia 2020 (foto Ivan Mrankov)
 

Jannik Sinner ha dunque vinto il suo primo torneo ATP, battendo Vasek Pospisil in una finale in bilico fino all’ultimo, e in conferenza stampa si è soffermato sulle emozioni di un risultato che lo porta per la prima volta nella Top 40 mondiale: “Vincere un torneo è sempre speciale, soprattutto con un match così equilibrato, preferisco vittorie di questo tipo piuttosto che un 6-1 6-1. Inoltre, sono contento di aver vinto il mio primo titolo nella stessa settimana in cui avevo vinto le Next Gen lo scorso anno. Spero sia il primo di tanti! Il luogo dove vinci il tuo primo torneo rimarrà sempre speciale per te, e qui sono stati tutti molto gentili, posso solo ringraziare tutti. Non mi aspettavo che il pubblico stesse dalla mia parte fin dal primo turno, è stato fantastico e mi sono sentito bene per tutta la settimana. Sono stato contento di vedere molti bambini, voglio cercare di essere un esempio per loro e di ispirarli”.

L’ANALISI DELLA FINALE

Come detto, la finale è durata oltre due ore e sarebbe tranquillamente potuta finire in un altro modo: “Partita difficile, ho giocato bene soprattutto nel primo set, poi ho iniziato a stentare un po’. Nel secondo lui ha giocato meglio di me e io ho commesso degli errori non forzati. Non è facile giocare contro Vasek, perché ci sono dei game in cui non ti fa toccare la pallina in risposta. All’inizio del secondo ero sopra di un break e mi sono fatto riprendere perché non sono riuscito a giocare come volevo, la sfida era rimanere positivo e stare lì con la testa”.

Il momento di difficoltà, durato fino all’inizio del terzo set, quando ha salvato le uniche due palle break del parziale, è da attribuire soprattutto ai meriti dell’avversario, non al nervosismo: “Il nervosismo si avverte anche prima di andare in campo, lui non ti dà ritmo, e nel momento in cui ho dovuto tirare qualche seconda in più lui ha risposto bene. Un po’ di tensione c’è stata nel secondo, perché siamo tutti umani, ma non credo che sia stato quello il problema principale. Lui ha iniziato a giocare meglio e a venire avanti di più, e non me l’aspettavo. Ho dovuto cercare una soluzione, e credo di aver servito meglio e in maniera più intelligente nel terzo. Sono stato bravo all’inizio del set quando mi sono tirato fuori dal primo game, e nel tie-break credo di aver giocato dei buoni punti”.

Subito prima della premiazione, Sinner è parso pensieroso, e, se da un lato questo si spiega con delle difficoltà logistiche (“Stavo cercando di capire cosa stessero dicendo, è difficile per via mascherina!”), dall’altro l’azzurro ha ammesso di essere un perfezionista anche dopo le vittorie, un grande indicatore per il futuro: “Stavo ancora cercando di realizzare cosa fosse successo, e allo stesso tempo volevo capire come avessi perso il secondo set, sono uno che vuole migliorare in fretta”.

IL BILANCIO DELLA STAGIONE E UNO SGUARDO AL 2021

Diverse domande si sono concentrate su statistiche da cabala come il fatto che Medvedev abbia vinto a Sofia nel 2019 o che Federer abbia conquistato il suo primo titolo a Milano nel 2001, anno di nascita di Jannik, il quale però giustamente non crede in queste coincidenze: “Non credo che farà una grande differenza aver vinto qui, i vincitori Next Gen prima di me hanno fatto subito semi in Australia [Chung nel 2018 e Tsitsipas nel 2019, ndr] mentre io quest’anno ho perso al secondo turno, non guardo questo tipo di statistiche”.

Sono contento di aver finito l’anno con una vittoria, ma ora inizia il duro lavoro di preparazione per il 2021, e spero di migliorare ancora, ha poi aggiunto. “Di sicuro sono migliorato nell’ultimo anno. Penso che ci sia bisogno di ottenere risultati per verificare i propri miglioramenti, perché a volte puoi sentire di essere migliorato e comunque perdere quattro volte di fila al primo turno”.

La prossima stagione ha avuto un ruolo importante in una scelta dolorosa ma obbligata, vale a dire quella di non giocare il Challenger di Ortisei: “Non avrei avuto tempo di andare a causa della preparazione per il prossimo anno. Dovremo andare presto in Australia, attorno al 15 dicembre: ora mi prenderò un pochino di pausa e poi faremo tre settimane a Montecarlo prima di partire. Volevo giocare ad Ortisei, dove ho vinto il mio primo match in un Challenger nel 2018 e poi ho vinto il torneo lo scorso anno. Ora è zona rossa e immagino che si giocherà a porte chiuse. Volevo andarci anche quest’anno, ma se sei Top 50 non puoi giocare tornei di questo tipo, avrebbero dovuto aumentare il prize money solo per me e ho detto loro di non farlo”.

IL LAVORO SVOLTO DURANTE LA QUARANTENA

Alla domanda su eventuali dediche speciali, Sinner non ha avuto dubbi: “Dedico la vittoria a chi mi sta intorno, il mio team, la mia famiglia, i miei amici; senza di loro a spingermi non riuscirei ad andare avanti. Una dedica speciale va probabilmente a Riccardo [Piatti, ndr] perché ho vinto nei giorni del suo compleanno come nel 2019 [era l’8 novembre]”.

I legami con la famiglia e con il team sono tornati più volte nel corso della conferenza, soprattutto per via di quello che sta succedendo nel mondo, con la pandemia a mettere tutto in prospettiva: “Non rimpiango i mesi saltati per il ranking, sono solo contento che la mia famiglia e i miei amici stiano bene. Magari potevo essere N.20, ma anche se non lo sono pace, la cosa più importante è rimanere in salute e sperare di viaggiare con meno problemi il prossimo anno. Prendo tutto quello che mi è arrivato”.

Certamente è vero che con una stagione completa avrebbe potuto mirare ad exploit ancora più importanti, ma nella mentalità del ragazzo è importante trovare stimoli in ogni situazione: “Non butto via niente, neanche ciò che purtroppo è successo da marzo in poi, anche se ovviamente spero che non capiti più. Ho preso la quarantena come una sfida, volevo stare lì con la testa e migliorare”.

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