Le migliori nazioni sulla terra battuta in Era Open. Nadal guida la Spagna

Rubriche

Le migliori nazioni sulla terra battuta in Era Open. Nadal guida la Spagna

Quali movimenti tennistici si sono distinti maggiormente sul rosso dal 1968 ad oggi? La Spagna domina, ma avrebbe fatto bene anche senza Nadal

Pubblicato

il

 

Archiviato il Roland Garros con l’ennesima vittoria di Nadal, Ubitennis ha tracciato un bilancio delle migliori nazioni per rendimento sulla terra battuta. Pertanto partendo dal dataset messo a disposizione nell’articolo “I migliori giocatori su terra battuta”, si propone un’analisi dei rendimenti per nazione, con una metodologia di tipo “drill down” o di scavo a spirale verso il basso, ove per basso si intendono i primi posti di questa speciale classifica. A tal fine un nuovo dataset è stato creato in modo da poter costruire i punteggi aggregati e verificare i rendimenti nazionali anno per anno.

Come nel pezzo sopracitato, ci si è focalizzati sui cosidetti big titles”, Slam e Masters 1000 (o loro varie iterazioni durante il Grand Prix e l’ATP Tour); a questi è stato aggiunto il torneo olimpico di Barcellona 1992, pesate alla stregua di uno Slam. I tornei pertanto considerati sono stati:

  • Il Roland Garros dal 1968 ad oggi;
  • Lo US Open dal 1975 al 1977;
  • I giochi Olimpici di Barcelona 1992;
  • I tornei di Roma e Montecarlo dal 1970 ad oggi;
  • Il torneo di Amburgo dal 1978 al 2008;
  • Il torneo di Madrid dal 2009 ad oggi;
  • Il torneo di Toronto dal 1972 al 1975 e di nuovo nel 1978;
  • I tornei di Indianapolis e Boston dal 1974 al 1977;
  • Il torneo di Washington dal 1975 al 1977;
  • Il torneo di Forest Hills dal 1982 al 1985.

Per studiare il rendimento per nazione dei suddetti tornei quattro osservazioni sono state compiute:

  • Il punteggio totale aggregato ottenuto, con lo stesso sistema di punteggio dello studio precedente: da un lato, 2 punti per una vittoria Slam, 1 per una finale, 0,5 per una semi, 0,25 per un quarto; dall’altro, un punto per una vittoria in un 1000 o Masters Series o Super 9 che dir si voglia, 0,5 per una finale, e 0,25 per una semifinale;
  • Il numero di giocatori che hanno espresso il punteggio totale di una nazione;
  • L’andamento temporale del punteggio aggregato, analizzando i picchi;
  • Il numero di zeri (cioè gli anni senza punti) totalizzati dalle nazioni di punta – insomma, meno zeri un Paese ha ottenuto, meglio è.
Connors, vincitore di 12 titoli su terra verde: ha inciso molto sui picchi USA nel biennio 1976-77

Prima di procedere nell’analisi occorre sgomberare il campo con alcune precisazioni metodologiche. I punteggi aggregati per nazione sono stati costruiti considerando le eredità lasciate dai defunti stati nazionali. Pertanto al punteggio totale della Russia sono stati attribuiti i punteggi dei tennisti dell’ex URSS. Per quanto concerne gli stati smembrati, si è osservato dove avesse la residenza il tennista in questione o che ruolo ricoprisse nell’ambito della federazione tennistica dello stato vigente. Così i punteggi di Jovanovic, Franulovic e Pilic sono stai conteggiati per la Croazia, il punteggio di Mecir per la Slovacchia.

Infine le cosiddette “naturalizzazioni” di tennisti sono state ignorate, e si è considerata la scuola tennistica di origine. Quindi il punteggio di Lendl è stato attribuito interamente alla Repubblica Ceca, quelli di Kriek e Pattison al Sud Africa, Bob Hewitt e l’’azzurro’ Mulligan all’Australia.

Ricordiamo infine che nella stagione 1981 si assegnarono 10,5 punti dati dal fatto che la finale del torneo di Montecarlo non poté concludersi per le ripetute piogge, non assegnando il titolo a nessuno dei due finalisti, Guillermo Vilas e Jimmy Connors. Per chi fosse interessato a fare ulteriori elaborazioni qui sotto riportiamo il link del dataset.

DATASET

Fatte le debite precisazioni, passiamo ad analizzare i risultati.

L’ANALISI

La distribuzione geografica dei punteggi

(clicca per ingrandire)

Da una prima analisi della distribuzione geografica dei punteggi risulta che 41 nazioni hanno ottenuto punti con 255 giocatori in questa speciale classifica del tennis su terra battuta. A farla da padrone è l’emisfero boreale con Spagna, Stati Uniti, Svezia e Repubblica Ceca che hanno ottenuto punteggi tra i 30 e i 140 punti. Unica intrusa l’Argentina, che occupa il quarto posto poco distante dalla Svezia. In grigio possiamo apprezzare le nazioni che non hanno ottenuto alcun punteggio per quanto concerne il tennis su terra battuta.

Tuttavia appare importante capire quanti giocatori hanno espresso le differenti scuole tennistiche capaci di arrivare almeno a una semifinale di un Masters 1000 o a un quarto di finale di uno Slam su terra battuta, sia essa rossa o verde.

Punteggi totali per numero di giocatori

Se consideriamo le nazioni che hanno ottenuto un punteggio superiore a 5,75, ecco che l’analisi si riduce a 19 nazioni:

PaesePunteggio aggregatoN° Giocatori
Spagna13928
USA71,2529
Svezia55,2516
Argentina48,2519
Rep. Ceca33,7511
Svizzera29,755
Francia27,7521
Serbia25,53
Australia15,514
Austria16,254
Germania15,511
Romania14,55
Russia14,7511
Brasile135
Italia11,7511
Croazia118
Cile9,255
Regno Unito8,755
Paesi Bassi63

Nel grafico sottostante è possibile apprezzare i punteggi totali aggregati associati al numero di giocatori che li hanno espressi:

(clicca per ingrandire)

Oltre ai valori astronomici di Spagna e Stati Uniti, colpisce la scuola francese, capace di esprimere 21 giocatori per un totale di 27,75 punti e ad oggi la seconda scuola per numero di anni vuoti con soli 17 zeri nel corso delle 53 stagioni osservate, dietro solamente alla Spagna che ne ha cinque. Anche la scuola argentina si distingue con i suoi 19 giocatori, capaci di portare 48,25 punti, con 21 zeri.

Russia, Germania, Italia e Repubblica Ceca hanno espresso 11 giocatori ma con punteggi sensibilmente diversi specie per quanto concerne quest’ultima. Infine tra le scuole che hanno espresso tra i tre e i cinque giocatori giocatori si osserva chiaramente come Serbia e Svizzera si stacchino dal resto del gruppo, per effetto dei rendimenti dei loro due super campioni (vi lasciamo immaginare quali).

Analisi temporali

Analizziamo adesso le serie temporali delle prime cinque nazioni, ossia di Spagna, USA, Svezia, Argentina, Repubblica Ceca, considerando i rispettivi picchi di rendimento.

(clicca per ingrandire)

Degni di nota sono il picco americano del 1976 con 7,25 punti, composto dai 4 punti di Connors, 1,75 di Solomon, 1,25 di Dibbs, 0,25 di Stockton e quello del 1977 con 6,25 punti, composto da 1,5 di Connors, 0,75 di Solomon, 1 del compianto Gerulaitis, 0,75 di Dibbs, 2 di Gottfried e 0,25 di Stockton.

Nella metà degli anni Settanta vi erano però due stagioni su terra battuta: quella europea e quella nordamericana, per cui i punti disponibili per quelle stagioni erano 20, arrivando ad essere, nella stagione del 1975, il doppio degli attuali 11. Il più recente picco della scuola Statunitense è stato prodotto nel 1992 con 4,25 punti.

Per quanto riguarda i picchi di rendimento dell’Argentina, sono stati realizzati nel 1977, con Vilas a rappresentare la totalità dei 5,25 punti, e nel 2004, con 6 punti ai quali hanno contribuito Gaudio (2), Coria (2,5), Nalbadian(1), Chela (0,25) e Zabaleta (0,25). Ricordiamo anche che al torneo di Amburgo del 2003 la scuola Argentina fu capace di monopolizzare le semifinali del torneo.

Svezia e Repubblica Ceca hanno dominato le stagioni del mattone tritato degli anni Ottanta, le cui vicende ricordano una riedizione della battaglia di Praga del 1648, battaglia mai completamente vinta dagli svedesi, con i cecoslovacchi, capeggiati da Ivan Lendl nei panni di Rudolf Von Colloredo, capaci di ribattere colpo su colpo. L’apice dei rendimenti di quest’ultimi è stato raggiunto nel 1975 con 4,5 punti di un altro illustre Vichingo di nome Bjorn, e nel 1984, anno in cui hanno contribuito Wilander con 3 punti, Sundstrom con un punto, Edberg e Nystrom con 0,25 a testa.

Tuttavia, passata l’ondata vichinga battente bandiera delle tre corone (le cui ultime folate sono state espresse nel 2009 e 2010 dal prode Soderling), “l’armada invencible” è tornata a prendere il sopravvento. Anche togliendo il BIG BANG Nadal, capace di riscrivere le mappe dell’universo tennistico della terra rossa, la Spagna capeggerebbe ugualmente la classifica combinata con 12 punti di vantaggio sugli USA. L’ultimo zero spagnolo nella stagione sul rosso risale al 1987, con i tennisti iberici da allora mai scesi sotto gli 1,25 punti realizzati nelle stagioni 1999 e 2000.

Pertanto destano attenzione i picchi della Spagna delle stagioni 1998 e 2010, con 7,25 punti su 11 disponibili, seguiti dal 1975 con 6 punti su 22 disponibili. Se nel 2010 il fenomeno Nadal apporta 5 punti (nel 1975 Orantes arriva a 5,5, come detto con più tornei a disposizione), per quanto concerne il 1998 non si può esattamente dire che vi sia un giocatore totalmente dominante, perché i punteggi appaiono più distribuiti. Infatti in quella stagione Carlos Moya fece 3 punti, Albert Costa e Alex Corretja 1,5 ciascuno, Felix Mantilla 0,75 e Alberto Berasategui 0,5 punti. Dall’avvento di Nadal la Spagna non è mai scesa al di sotto degli 1,5 punti toccati nel 2015 e 2016 (quando il rendimento del fenomeno di Manacor era condizionato da infortuni), raggiungendo frequenti e ragguardevoli picchi di rendimento.

Aspettando Alcaraz: rendimenti generazionali degli spagnoli

Questo ci porta ad analizzare il rendimento delle generazioni spagnole, mettendo un attimo da parte l’effetto Nadal di cui si è detto ampiamente. Si sono pertanto calcolati i rendimenti aggregati delle generazioni dei tennisti Spagnoli, componendo sette generazioni, che sono le seguenti:

Ecco in seguito i risultati tennistici per generazione.

GenerazioniPerformance
Prima Generazione3,25
Seconda Generazione18,75
Terza Generazione7,5
Quarta Generazione34,25
Quinta Generazione (con Nadal)73
Sesta Generazione2,25
Settima Generazione0

Qui si può osservare che togliendo i punti di Nadal alla quinta generazione, Ferrero, Ferrer, Robredo, Verdasco, Almagro e Andujar avrebbero realizzato 17,25 punti, che è un rendimento molto simile a quello della seconda generazione, ma distribuito su più giocatori. Il grafico sotto riassume i risultati. La migliore generazione spagnola ad avviso di chi scrive è stata la quarta, capace di esprimere nove giocatori pur senza essere in grado di produrre un fenomeno assoluto.

(clicca per ingrandire)

Conclusione

Alla fine di questa analisi basata essenzialmente sui numeri è lecito porsi la seguente domanda: “È meglio avere un supercampione pigliatutto, e attorno a lui qualche buon giovane, o tanti buoni giocatori, in modo tale da avere un prato con erba omogenea e qualche fiorellino?

Pur capendo i media sportivi e non, sempre alla ricerca del fenomeno su cui scrivere storie epiche, alle quali le coscienze degli umani non sanno resistere, colui che scrive propende per la seconda ipotesi, perché consente comunque a un movimento tennistico di essere protagonista con attori differenti, sempre a patto che i risultati siano reali e misurati con metriche omogenee.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement