Senza classifica congelata Sinner n. 20, meglio di Roger. Djokovic decennio da re, ai punti batte Rafa e Roger (Cocchi)

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Senza classifica congelata Sinner n. 20, meglio di Roger. Djokovic decennio da re, ai punti batte Rafa e Roger (Cocchi)

La rasegna stampa del 5 dicembre 2020

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Senza classifica congelata Sinner n.20, meglio di Roger (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Ma come sarebbe oggi la classifica Atp se non ci fosse stato il congelamento dei punti per colpa della pandemia? Uguale, almeno per il numero 1. Nulla può scalfire il dominio di Novak Djokovic che sarebbe comunque rimasto in cima al mondo. Rafa Nadal, invece, sarebbe scivolato al terzo posto, mentre Dominic Thiem, vincitore dello Us Open e battuto in finale da Medvedev (numero 4) al Masters di Londra, avrebbe salutato il 2020 dalla seconda posizione del ranking. E Alexander Zverev? Sarebbe salito al 5° posto con 3455 punti, seguito da Andrey Rublev, unico giocatore in grado di eguagliare Nole come numero di vittorie stagionali, 41. Poi Stefanos Tsitsipas 7 e Diego Schwartzman 8°. A completare la top ten ci sarebbero due new entry: il canadese Milos Raonic che, invece, si deve accontare del 14° posto, e Pablo Carreño, ora 16. Polemica Colui che più di tutti ha beneficiato del nuovo sistema di punteggi post pandemia è stato, però, Roger Federer: dopo aver giocato l’Australian Open è rimasto fuori tutta la stagione per una doppia operazione al ginocchio destro, eppure ha chiuso da numero 5. Una posizione che avrebbe potuto essere ben peggiore senza l’intervento dell’Atp che, a seguito dello stravolgimento del calendario per la pandemia, ha deciso di “congelare” i punti del 2019: sono stati rimpiazzati in caso di risultato migliore, ma non sono stati scalati nel caso in cui il tennista abbia deciso di non giocare il torneo o abbia peggiorato il risultato. Senza questo sistema, il Magnifico sarebbe sprofondato al 29. E proprio per questo motivo Dirk Hordoff, discusso vicepresidente della federtennis tedesca e noto per aver spoilerato la cancellazione di Wimbledon quest’anno, ha scatenato una violenta polemica contro Roger: «Federer ha fatto cambiare il sistema di classifica per proteggere se stesso – ha accusato -. E una cosa scorretta e irresponsabile. Anche due anni fa aveva insistito affinché le partite del Masters contassero per la classifica»[…] Italia a due volti Il 2020 dell’Italia tennistica è stato a due facce. Quella di Jannik Sinner, capace di conquistare il primo titolo Atp a Sofia ad appena 19 anni 2 mesi e 30 giorni, e quella di Matteo Berrettini, che ha faticato a riprendere il ritmo dopo lo stop. Il romano è rimasto tra i primi 10 al mondo soltanto grazie al sistema di “salvataggio” del ranking. Se tutto fosse stato calcolato regolarmente, infatti, l’altoatesino allievo di Riccardo Piatti si sarebbe arrampicato fino al numero 20, mentre Matteo sarebbe gomito a gomito con Federer, in trentesima posizione. Resta comunque un 2020 da ricordare per l’Italia che chiude l’anno con 4 azzurri trai primi 40: oltre alle gioie di Sinner, ha visto l’exploit di Lorenzo Sonego, capace di battere Djokovic nei quarti a Vienna e ora 37 del mondo, e del 18enne Lorenzo Musetti, n.128, pronto ad aggredire il futuro per regalarci una rincorsa alla Sinner

Djokovic decennio da re. Ai punti batte Rafa e Roger (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

E’ l’eterno dibattito del tennis: chi sarà il più grande di sempre? Sarà l’amatissimo Roger Federer, il Magnifico, o Rafa Nadal, l’imperatore di (fino a oggi) 13 Roland Garros? E Novak Djokovic riuscirà a superare il record di vittorie e di Slam dei due eterni rivali? Il numero 1 al mondo, fresco di sesta stagione conclusa sul trono, per ora si affida a numeri che fanno venire il mal di testa. […] Nel periodo che va dal 2011 al 2020 compresi, secondo gli statistici Rafa si consola primeggiando sulla terra, Roger invece sul veloce indoor Atp, il serbo è nettamente avanti agli altri due arcirivali in quasi tutte le classifiche, a partire dal numero di vittorie a livello Atp. Lì Djokovic tra il 2011 e questa stagione registra un 87,64% di successi e sorpassa di quasi quattro punti Nadal (83,86%) e Federer, fermo all’83,56%. Osserverà anche uno stretto regime vegano, ma quando si tratta di successi nei tornei del grande Slam il serbo è un vero cannibale: 90.56% di vittorie nell’ultimo decennio, davanti ancora una volta al maiorchino[…] Contro i grandi La capacità di Nole nel dare il meglio contro gli avversari più difficili diventa lampante con un’altra statistica, quella dei duelli contro i top 10. Lì il n. 1 domina ancora, e con un vantaggio schiacciante rispetto ai colleghi Big 3. La lotta rimane sempre nel ristretto duo di fenomeni, e il secondo di questa speciale classifica è ancora Rafa, che se ne sta più in giù di quasi 14 punti percentuali. Federer si rimpicciolisce, addirittura distaccato di 19 punti (59,86%). Ma il vero spirito del serbo viene fuori dai confronti contro i numeri 1 al mondo, dove Nole ha il 78,57% di successi contro appena il 40 di Nadal. In questo particolare “ranking” succede l’imponderabile: Federer scende dal podio e lascia il posto a Juan Martin del Potro (38,89%), l’argentino che da ormai due anni è fermo ai box per una doppia operazione alle ginocchia, ma che ha da poco annunciato di voler rientrare nella prossima stagione. Per togliersi qualche soddisfazione contro il numero 1 al mondo, Rafa e Roger devono affidarsi ai loro territori prediletti. E allora il mancino di Manacor, indiscusso re della terra con i suoi 13 Roland Garros e la doppia cifra in quasi tutti i principali tornei sul rosso, svetta con un impressionante 90,98% di trionfi su questa superficie. Nessuno si avvicina a questi numeri da capogiro sulla terra rossa: Djokovic se ne sta più giù, secondo a quota 84,62% con Andy Murray al terzo posto (75,96%). Tra Federer e questa superficie non c’è mai stato feeling, e infatti l’ex numero 1 al mondo non compare nemmeno tra i primi 10. I cinque titoli a Wimbledon, conquistati tutti tra il 2011 e il 2019, pongono Djokovic in testa pure nella classifica sull’erba dell’ultimo decennio (90,14%) e relegano al secondo posto lo svizzero, nonostante sia otto volte campione all’All England (87,50%). Chiude l’eroe di Londra Andy Murray (87, 01%) che sul manto di Church Road ha pure conquistato l’oro olimpico nel 2012. Ma è nei match sul veloce indoor che Federer può prendersi una piccola rivincita e mettersi per una volta davanti al serbo: ha conquistati l’83,5% dei match, distaccando di un punto il serbo e Del Potro. Nadal, che anche nelle ultime Atp Finals ha confermato di non trovarsi a suo agio al coperto, compare “solo” in quinta posizione (75,47%). Insomma, i numeri incoronano Djokovic come padrone dell’ultimo decennio del tennis mondiale, anche se il serbo ha chiarito le sue priorità: «Il mio obiettivo principale è diventare il tennista nella storia con più settimane al numero uno – ha ammesso -. Lo considero un obiettivo incredibile, che ti porta nella storia per lungo tempo. Molto più che vincere tornei». Federer, che ha in curriculum 310 settimane sopra tutti, è avvisato.

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