Focus
Da junior a pro: la strada di Edberg e quella di Sinner
Analisi approfondita del passaggio al professionismo dei vincitori Slam junior dal 1988 al 2020. Qualcuno si è confermato, qualcuno è sparito, qualcuno è finito a girare il mondo in barca a vela

QUELLI CHE NON CE L’HANNO FATTA
Concludiamo dando un’occhiata ai casi più clamorosi di chi non ce l’ha fatta.
Potremmo iniziare dall’inglese James Baily, che, imponendosi nell’Australian Open del 1993, divenne il primo britannico a vincere un grande Slam Junior dopo ben 28 anni di digiuno (Gerald Battrick al Roland Garros 1965). Ebbe così addosso gli occhi di tutti e quando i giornali inglesi notarono che in quell’albo d’oro junior c’erano giocatori come Rod Laver, Ken Rosewell, John Newcombe e Stefan Edberg le aspettative crebbero a dismisura, fino a schiacciarlo. Il paese scelse di ignorare i tennisti inglesi che avevano vinto da giovani e poi erano scomparsi. Come Stanley Matthews Jr. che vinse Wimbledon 1962 ma fu destinato a rimanere famoso solo per essere il figlio del grande giocatore di calcio. Diciotto mesi dopo Baily avrebbe smesso di giocare.
Alexandre Sidorenko, nato a San Pietroburgo ma naturalizzato francese vinse gli Australian Open nel 2006. Da professionista non giocò mai negli Slam se non due volte al Roland Garros come wildcard (2007 e 2009). Nel 2009 fu battuto al primo turno proprio dal suo idolo Marat Safin. Nel 2015 giocò la serie A2 italiana, poco prima di ritirarsi nel 2017 a soli 29 anni.
Il britannico (nato in Australia) Brydan Klein nel 2007 vinse a Melbourne e sembrò partire col piede giusto perché nello stesso anno vinse il suo primo Futures (ad oggi sono 20, l’ultimo a marzo a Mildura). Nel 2009 superò un turno agli Australian Open ma Wawrinka mise ben presto fine ai suoi sogni. Sempre nel 2009 vinse il suo unico Challenger sempre in Australia. Sembrava l’inizio di una buona carriera e invece ne era l’apice dopo il quale iniziò una lenta e inesorabile discesa. Riuscì perfino a farsi squalificare per sei mesi per insulti razzisti contro Raven Klaasen durante un match terminato con triplo tie-break ad Eastbourne. In questo momento, a 31 anni, possiamo dire che vivacchia al n.385 ATP e che comunque dopo il lockdown non ha ripreso a giocare.
Lo spagnolo Carlos Cuadrado nel 2001 alzò le braccia a Parigi, ma per i suoi trofei da professionista gli è bastata una bacheca molto piccola: un solo Future sempre nel 2001. A 22 anni staccò la spina per fuggire in Australia dove iniziò ad allenare con successo (Daniela Hantuchova, Svetlana Kuznetsova e Anastasia Pavlychenkova) fino a quando l’anno scorso non decise per un radicale cambio di scenario: girare il mondo in barca a vela. Forse non un grande tennista, ma sicuramente un tipo originale.
Clement Morel vinse gli Australian Open 2002 battendo in semifinale Tsonga. Il massimo della sua carriera professionistica furono le vittorie in due Future nel 2006 e 2008, anno in cui prese la cittadinanza del Principato di Monaco per cui giocò due incontri di Coppa Davis. Finite le scorciatoie pensò bene di riprendere gli studi alla Business School di Lione: ora è diventato direttore commerciale (Francia/Belgio) delle racchette Wilson.
Del ceco David Skoch vincitore a Wimbledon 1992 ha mai sentito parlare qualcuno? Forse qualche appassionato di doppio… ma molto appassionato.
Il brasiliano Tiago Fernandes nel 2010 vinceva gli Australian Open chiudendo la stagione al primo posto della classifica junior. Nel 2014 si era già ritirato per concentrarsi sugli studi universitari, dopo aver collezionato un prize-money di 22.000 dollari, sicuramente non sufficienti nemmeno per le tasse universitarie.
Oliver Golding nel 2011 vinse gli Australian Open e da professionista vanta sei Future l’ultimo dei quali nel 2017 a Piombino. Molto più “brillante” la sua carriera da attore dove esordì già da bambino con “Ritorno a casa” (1998), “Kate e Emma” e “Keen Eddie”, tutte serie televisive britanniche. Vabbè, diciamo che non ha raggiunto la vetta in nessuna delle sue attività.

Il bielorusso Uladzimir Ignatik fu protagonista della stagione 2007 quando vinse il Roland Garros e fu finalista a Wimbledon. Il salto di categoria lo ha visto raggiungere un best ranking di n.137. Mai entrato in tabellone negli Slam. Diventò famoso soprattutto per aver subito il servizio più veloce della storia quando nel 2012 lo statunitense Sam Groth gli tirò addosso un missile da 263 km orari.
L’australiano Luke Saville nel 2011 vinse Wimbledon e fece finale in Australia. L’anno successivo vinse gli Australian Open e perse la finale di Wimbledon. Un fenomeno? La sua carriera successiva testimonia il contrario.
Il francese Julien Jeanpierre nel 1998 vinse sia il singolo che il doppio all’Australian Open, e soprattutto battè Federer, Nalbandian e Hewitt. Da professionista non c’è più riuscito, raggranellando comunque tra il 2006 e il 2008 tre titoli Challenger.
Lo svedese Daniel Berta vinse a Parigi nel 2009, battendo tra gli altri Pablo Carreno Busta e il nostro Federico Gaio. Oggi del 28enne vichingo non si sa più nulla. Il sito ATP lo dichiara ufficialmente inattivo.
Sul piedistallo stanno sicuramente Filip Peliwo, Nicolas Pereira e Donald Young.
Il canadese Filip Peliwo dominò la stagione 2012 facendo finale in tutti e 4 gli Slam junior vincendo Wimbledon e US Open e chiudendo l’annata al primo posto in classifica. Da pro ha vinto due future (!) e in altri due ha perso in finale. Adesso a 26 anni vivacchia al n.353 ATP e non ha ripreso a giocare dopo il lockdown.
Il venezuelano Nicolas Pereira aveva dominato la stagione 1988 portando a casa Roland Garros, Wimbledon e US Open quasi uguagliando il record di Edberg. Da professionista riuscì ad arrivare al n.74 ATP con due vittorie ATP. Un’onesta carriera come se ne vedono tante: peccato che dovesse spaccare il mondo.
Un altro che doveva arrivare in cielo era il mancino statunitense Donald Young che nel 2005, a 15 anni e sei mesi, vinse gli Australian Open. Un ineguagliato record di precocità. Nel 2007, non ancora 18enne, trionfò anche a Wimbledon e conquistò i titoli di tutti i giornali. Da troppi anni gli americani aspettavano l’erede di Connors e McEnroe. Il fatto poi che il ragazzo fosse di colore aggiungeva glamour alla narrazione. Non a caso sulla copertina di NewsWeek (Edizione ‘Who’s Next’) la sua foto era vicina a quella di un certo Barack Obama. La sua carriera professionistica è stata più che dignitosa, ha raggiunto come best ranking il n.38, ha vinto 6 Challenger e fatto due finali ATP 250. Non nascondiamoci però che tutti, lui per primo, si aspettavano ben altro.
Flash
Roland Garros: cuore Paolini! Batte Cirstea in tre set
L’azzurra batte Sorana Cirstea in tre set. Bene col servizio, toglie il ritmo alla sua avversaria nel parziale decisivo. Adesso Danilovic

J. Paolini b. [30] S. Cirstea 7-5, 2-6, 6-2
Avvio strepitoso di Roland Garros per Jasmine Paolini che batte in tre set Sorana Cirstea con il punteggio di 7-5, 2-6, 6-2 in 2ore e 14′. Il match ha cambiato padrona svariate volte, ma ha trovato nell’azzurra l’interprete migliore. La Grande Italia di questo avvio di Slam (altri due vittorie notevoli nel set decisivo da parte di Zeppieri e Vavassori) parigino parla anche dell’impresa di Jasmine che batte la n. 32 del ranking dopo aver rischiato di consegnarle le chiavi del match. Paolini approda per la terza volta in carriera al secondo turno del Roland Garros e ora affronterà la serba Olga Danilovic.
IL MATCH – Gara molto equilibrata in avvio, con l’azzurra che deve risalire da 0-40 nel sesto gioco prima di portarsi sul 3-3. Fioccano le palle break: stavolta è Paolini a sprecarne due nel settimo gioco. Stesso copione anche nel nono gioco: stavolta sono consecutive le palle break, ma ugualmente l’azzurra le spreca. L’italiana allunga sul 6-5 dopo aver annullato un setpoint e chiude 7-5 tra gli applausi del pubblico.
Nel secondo set arriva la reazione della rumena che sale 5-1 con grande temperamento. Col servizio accusa qualche rallentamento di troppo l’azzurra che, malgrado un controbreak nel settimo gioco, perde il parziale 6-2.
Sale d’intensità Paolini nel terzo set con Cirstea che non si aspetta una reazione dell’azzurra e si fa subito sorprendere. Si parte con una serie di break e controbreak, l’ultimo dei quali manda l’azzurra avanti 2-1. Cirstea subisce un parziale di 13-1 e si ritrova sotto 5-1. La n. 30 del seeding smarrisce la precisione nei colpi e soffre la profondità della sua avversaria. Paolini è estremamente regolare e porta a casa una straordinaria qualificazione al secondo turno.
ATP
Roland Garros: ribaltone Zeppieri! Bublik sconfitto al quinto set
Il romano Giulio Zeppieri vince per la prima volta in un tabellone Slam, venendo dalle qualificazioni. Eliminato al quinto kazako: ora sfida a Ruud

G. Zeppieri [Q] b. A. Bublik 6-0 4-6 4-6 6-3 7-5
Giulio Zeppieri vince il primo match in carriera nel tabellone principale di uno Slam! Alexander Bublik si arrende in cinque set dopo 3 ore e 20 di battaglia: bravissimo il romano a rimanere agganciato al match quando è stato sotto 2 set a 1 e a ribaltare tutto nel quarto e nel quinto set, tornando a giocare un tennis aggressivo e coraggioso. “Zeppo” che non si è fatto condizionare dalla pazzia del suo avversario, ma è rimasto concentrato sul suo tennis: adesso sfida nel secondo turno a Casper Ruud.
Approccio al match decisamente rivedibile da parte di Bublik che quasi prende come uno scherzo il match tra risposte con i piedi vicino alla linea del servizio, palle corte sconclusionate, doppi falli e qualche servizio da sotto. Dal canto suo Zeppieri non si fa distrarre, sul suo servizio non concede praticamente nulla e quando lo scambio si allunga in risposta arriva generalmente un errore da parte del suo avversario. Il primo set scorre via velocissimo con pochissimo spazio di riflessione tra un punto e l’altro e il tennista romano se lo aggiudica per 6-0 in poco meno di 20 minuti.
Il kazako pone un po’ più di attenzione a inizio secondo set, Zeppieri si distrae un attimo e paga subito subendo il break in apertura di parziale con un paio di errori con il dritto. Il giocatore italiano recupera solidità con il servizio e sul 3-2 arriva il contro-break con un bel recupero di rovescio sulla palla corta, un errore di dritto di Bublik e una splendida risposta bassa che non permette al giocatore di origini russe di giocare una demi-volée competitiva. L’azzurro continua a giocare in modo troppo contratto e poco sciolto, cerca di uscire frettolosamente dallo scambio con la palla corta, ma il kazako gioca due punti con grande attenzione e si riprende il break di vantaggio, andando avanti 4-3. Un break che basta al numero 51 del mondo per vincere per 6-4 il secondo set: la smorzata funziona sempre meglio e sorprende sempre più spesso Zeppieri che ha perso sicurezze e tranquillità rispetto alla prima parte di match.
Terzo set che comincia sui binari nell’equilibrio: nessuno dei due prende il sopravvento dopo due set andati via rapidamente. Le prime possibilità ce le ha Zeppieri in risposta nel quarto gioco, andando sullo 0-40 con un doppio fallo e un errore a rete banale di Bublik, ma il kazako serve benissimo per annullare tutte e tre le palle break, compresa una seconda di servizio sulla riga. Il tennista romano commette qualche imperfezione sul 3-3, non viene aiutato dalla prima e concede una palla break, ma Bublik risponde con i piedi dentro al campo e non riesce a far partire lo scambio. Zeppieri incappa in un brutto game sul 4-4: sbaglia un comodo rovescio e una volée di rovescio sopra la rete e concede il break al giocatore di Gatcina che chiude senza problemi con la battuta il set sul 6-4.
Nel terzo gioco del quarto set, Zeppieri si ritrova in una situazione difficile, concedendo una palla break, ma gioca con coraggio, buttandosi avanti sulla prima di servizio e nei successivi due punti si prende rischi che pagano con il pressing di dritto. L’azzurro concede due palle break anche sul 3-3, ma le annulla aggrappandosi ancora al servizio e spingendo con i colpi di inizio gioco, riuscendo a far giocare Bublik in posizioni scomode e con i piedi fuori dal campo. Il ragazzo di Roma, dopo aver scampato il pericolo, ottiene il break che lo porta sul 5-3: una gran risposta e un dritto lungolinea e poi un brutto dritto in chop dell’avversario. Il kazako perde la pazienza, fracassa la racchetta Zeppieri trascina tutto al quinto set tenendo la battuta senza alcun problema a zero.
Anche nel quinto set Zeppieri inizia all’insegna del coraggio: una palla break da affrontare sotto 0-1 e un dritto all’incrocio delle righe dal centro del campo per annullarlo. In questa fase equilibrata della partita è proprio il dritto a dare soddisfazioni al giocatore romano anche in risposta, nel terzo game si ritrova 15-30, ma non riesce ad arrivare a palla break. Bublik ha un’altra palla break sul 2-1, ma ancora l’azzurro spinge con coraggio e spregiudicatezza sin dal primo colpo con il dritto e annulla la seconda chance del 3-1 con un errore di dritto del kazako che gioca con maggiore tensione rispetto agli altri momenti del match. I turni di battuta di servizio vanno via in maniera più rapida. La pressione si fa ancora sentire per il numero 51 del mondo: un errore di rovescio e un doppio fallo sul 5-5 per concedere due palle break all’azzurro che si prende l’occasione di andare a servire per il match con un altro errore dalla parte sinistra dell’istrionico kazako. Zeppo scaglia un ace, arriva benissimo sulla palla corta e Bublik affossa la risposta: l’italiano vince per la prima volta una partita nel tabellone principale di uno Slam.
ATP
Roland Garros: il ritorno di Zverev è vincente, batte Harris in tre set. Avanzano Ruud e Paul
Il tedesco ha la meglio sul sudafricano n. 294 che non riesce a sfruttare le occasioni in due tiebreak. Vittorie anche del numero 4 del mondo e dell’americano, entrambe in 3 set

Non la miglior versione di Alexander Zverev ma è quanto basta per aver la meglio su LLoyd Harris con il punteggio di 7-6(6), 7-6(0), 6-1 in 2ore e 40′. Chissà cosa avrà pensato nel tornare in campo al Roland Garros da dove l’anno scorso uscì maledettamente sulla sedia a rotelle mentre era in lotta con Nadal per un posto in finale. Questo è ovviamente uno Zverev differente, ma vincere aiuta a vincere, anche se i sette doppi falli sono un dato su cui riflettere. Per continuare a essere protagonista nel torneo dovrà trovare più continuità con il servizio. Harris, da n. 294 del ranking, recrimina per le sette palle break non sfruttate che gli avrebbero dato un’altra prospettiva di gara.
IL MATCH – Primo set estremamente equilibrato, nel quale il tedesco va in sofferenza concedendo al suo avversario le uniche palle brek del parziale. Harris non riesce a concretizzare le occasioni avute con Zverev che si aggrappa alla sua prima di servizio ricavando anche 7 aces. Il sudafricano serve il 55% di prime di servizio ma con esse riesce a portare a casa l’88% dei punti. I brividi per Zverev arrivano nell’undicesimo gioco quando deve fronteggiare due palle break non consecutive. L’avversario gli dà una mano, ma riesce comunque a giocarsi le sue carte al tiebreak. Harris scappa via, ma commette un errore di rovescio che rimette in partita il suo avversario. Il tedesco ha due palle set consecutive, ma entrambe sorridono al sudafricano. Si gira 6-6, prima che Zverev cambi marcia e porti a casa il parziale.
Secondo set sulla scia del primo, con il grande rammarico per Harris di non aver sfruttato due setpoint consecutivi nel decimo gioco. Recrimina per un pizzico di sfortuna sul secondo punto set, con il nastro che rimette nello scambio Zverev e lascia di sasso Harris. Il pensiero del sudafricano rimane a quella grande occasione con la testa di serie n. 22 che riesce a recuperare da 40-15 e a portare a casa il break. Poi disfa tutto nel dodicesimo gioco, quando commette due doppi falli che rimettono in pista l’avversario. Grande scuola tedesca nel tiebreak con Zverev che infila un pesante 7-0 che vale il doppio vantaggio nei set conquistati. A cavallo tra la fine del secondo parziale e l’inizio del terzo, un Medical Time Out serve al sudafricano per farsi sciogliere tensione e cancellare un pò di stanchezza. Il problema fisico reale è al polpaccio della gamba sinistra che ne limita i suoi movimenti in campo. Molto più agevole il compito del tedesco nel terzo set: al servizio perde un solo punto nei primi suoi tre turni di battuta. Il break decisivo arriva nel corso del quarto gioco, alla seconda opportunità nel set capitata a Zverev: il sudafricano spara in corridoio un dritto non complicato da mettere in campo. E’ il preludio alla discesa del match, con Harris che ricorre al secondo Medical Time Out della gara, ricorrendo alla fasciatura al polpaccio sinistro. Conquistato il break anche nel sesto gioco, al servizio pasticcia un pò col solito doppio fallo e grazie a una palla corta chissà quanto voluta. La palla break in favore del sudafricano è annullata con la prima di servizio, poi basta un solo matchpoint per tornare ad alzare le braccia al cielo al Roland Garros. Per lui, adesso, la sfida con lo sloveno Alex Molcan che ha battuto in tre set Hugo Gaston, 6-1, 7-6(4), 6-4.