Muguruza: "Voglio vincere tutti gli Slam e giocare le Olimpiadi con Nadal"

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Muguruza: “Voglio vincere tutti gli Slam e giocare le Olimpiadi con Nadal”

La finalista uscente degli Australian Open non nasconde la sua amarezza per la situazione attuale: “Non c’è ancora chiarezza su tutto, quindi è, un po’ frustrante”. Ed è convinta di essere più forte rispetto al passato: “Il mio sangue non ribolle quando mi succede qualcosa”

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ph. Bene Mariano
 

Non c’è dubbio che Garbine Muguruza sia uno dei profili più interessanti del mondo del tennis femminile. La 27enne tennista spagnola si è raccontata in una lunga intervista a Nacho Albarran del quotidiano AS, spaziando dalle sue impressioni sul difficile periodo che stiamo trascorrendo fino alla sua preparazione per la prossima stagione tennistica. Garbine si sta allenando in vista degli Australian Open a Marbella, al Puente Romano Resort, sotto la guida della sua allenatrice Conchita Martinez.

La tennista di Caracas non nasconde le sue frustrazioni in merito al rinvio dello Slam australiano, in programma dall’8 febbraio al 21 febbraio.È stato bello, perché abbiamo lavorato bene, ma un po’ imbarazzante perché il 12 dicembre saremmo già dovuti partire per l’Australia. Il rinvio ha stravolto la programmazione. La partenza era vicina ed è arrivata una mail che ci ha fatto cambiare le cose. Non c’è ancora chiarezza su tutto, quindi è una situazione un po’ frustrante“.

La pandemia di coronavirus continua a lasciare parecchi dubbi sul regolare svolgimento della stagione tennistica. Di dubbi ne ha la stessa Garbine.Se si giocano i tornei in programma per questi primi mesi, l’inizio può essere buono. Che ci sarà o meno un pubblico è secondario, l’importante è che possiamo lavorare e competere, non solo allenarci. Penso che a inizio anno non saremo in grado di continuare da dove avevamo lasciato, con stadi pieni, senza maschere. Spero che accadrà in estate, anche se ne dubito“.

Un pensiero anche ai Giochi Olimpici, spostati a quest’estate. ” […]Si spera che vadano avanti, perché se no non so cosa succederà con il ciclo olimpico“. Le Olimpiadi sono uno degli obiettivi della tennista spagnola, che non si pone limiti. “Mi piacerebbe vincere tutti e quattro gli Slam, una medaglia olimpica e giocare il doppio misto con Nadal ai Giochi. La cosa più speciale è condividere i successi“.

La scorsa stagione è stata quella della rinascita di Muguruza, dopo un 2019 sotto le aspettative. Un cambiamento a cui ha contribuito un momento particolare della vita di Garbine, la scalata al Kilimanjaro. Mi piace uscire dalla mia zona di comfort, trovarmi in situazioni difficili ed espandere la mia capacità di affrontare i momenti in cui non mi sento a mio agio. […] Mi piacciono queste cose, ho in mente nuove sfide per il futuro, ma alcune non le posso ancora fare perché devo prendermi cura del mio corpo e comportano dei rischi“.

La tennista spagnola si sente più forte e soprattutto più calma nei momenti difficili, nella vita come sul campo da gioco. Affronto i momenti difficili con più serenità e calma. Il mio sangue non ribolle nemmeno quando mi succede qualcosa, o forse lo nascondo meglio. L’esperienza di aver passato un brutto periodo mi ha aiutato e mi sono calmata. Ora continuo a giocare e cambio le cose quando sono in momenti delicati“.

Garbine Muguruza – Internazionali d’Italia 2020 (foto Giampiero Sposito)

Spazio anche al rapporto con la sua allenatrice, l’ex campionessa Slam Conchita Martinez. Avevo bisogno di un rapporto diverso, più calmo. Ora ho più esperienza e so come gestire le cose. Dato che Conchita è stata una giocatrice, ci sono momenti in cui non dobbiamo parlare, va bene un gesto o uno sguardo. Quando hai quel legame che ho con lei l’unione è molto facile, non litighiamo mai e non abbiamo momenti di tensione. Ci capiamo perché lei ha già vissuto quei momenti”.

Un pensiero anche per Carla Suarez Navarro, amica, collega e connazionale, che sta continuando a lottare contro un linfoma di Hodgkin e progetta il suo ritiro a Tokyo 2021. “L’ho scoperto prima dello US Open ed è stato uno shock perché non ti aspetti mai che a qualcuno così vicino, oltre che un’atleta giovane e di successo, accada qualcosa del genere. Le ho parlato molto e lei mi ha detto cosa fare e cosa non fare. Poi a Barcellona è venuta ad assistere ai miei allenamenti e ci siamo viste diverse volte. L’ho trovata molto bene, molto vivace e con molta energia. Non sapevo cosa aspettarmi ed è stata una scarica di adrenalina per me. […] Mi ha fatto molto piacere vedere quanto è entusiasta di riprendersi e persino di tornare a giocare. Ti aspetto qui per quello che vuoi“, le ho detto“.

Una delle grandi passioni dell’ex numero 1 al mondo è la cucina, ma Muguruza fa subito presente la grande attenzione che mette nella sua alimentazione, un aspetto cruciale per ogni tennista. Ci sono persone molto rigide nel cibo e meno in altre cose. Io lo sono prima delle partite e durante i tornei, ma il resto dell’anno mangio quello che voglio. Né hamburger, ma pasta, pesce, patate. […] Mi piacciono i i dolci e la paella. […] Ci sono due cose che mangio raramente: il cibo fast food e le bibite (gassate, ndr). Ho smesso tempo fa e ora mi sembra impensabile ricominciare. Ho cominciato a reputarle schifezze ed ho smesso“.

Non solo cibo per Garbine, che nel tempo libero si diverte ad utilizzare i social media, come molti suoi colleghi.Mi piace scattare foto e video. Lo faccio tramite Instagram, che è il network più visivo. Mi piace gestirlo anche se ci vuole tempo perché mi piace anche vedere come lo fanno gli altri ed è un buon modo per avvicinarmi ai miei follower. Durante la pandemia ho potuto fare più pratica“.

La chiusura è dedicata a una delle tante attività lodevoli extra-campo di Garbine, in questo caso la sua collaborazione con l’ONG Room to Read, che si occupa di promuovere il cambiamento attraverso l’istruzione, soprattutto per le ragazze, nelle comunità svantaggiate e a basso reddito, con la lettura come punto focale.
Si chiama Room to Read e quello che mi è piaciuto è che con questa organizzazione sei sicura che ciò che viene raccolto sai dove va. I risultati sono evidenti. Ho incontrato il suo fondatore (John Wood) in California e mi ha raccontato la sua storia. Era il capo di Microsoft in Asia e durante un viaggio in Nepal è rimasto così scioccato che ha rinunciato a tutto per creare questa organizzazione. Gli ho detto che volevo aiutarlo e funziona davvero alla grande. Vedi il risultato di tutto ciò che hai raccolto. Con una campagna di crowdfunding abbiamo creato una biblioteca in Cambogia e stiamo per realizzarne un’altra. Sono soldi che puoi toccare“.

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