Berrettini torna ad Antalya: "È cambiato tutto, mi giocavo un punto ATP e per pochi spiccioli ero avvelenato..."

Interviste

Berrettini torna ad Antalya: “È cambiato tutto, mi giocavo un punto ATP e per pochi spiccioli ero avvelenato…”

Il numero 1 italiano commenta il ritorno sui campi che gli hanno regalato il primo punto ATP nel 2015. “Sempre bello tornare qui. La bolla? Guarda, la sera facciamo le feste…” scherza Matteo. “Finalmente sono tornato a stare bene”

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Matteo Berrettini, conferenza - ATP Finals 2019 (foto Roberto Zanettin)
 

Ho giocato un buon match, solido, ho servito molto bene. Le condizioni qui sono abbastanza lente, quindi ho cercato di colpire più forte che potevo. Finalmente sono tornato a stare bene: questa è la cosa che mi mancava più di tutte. Le basi per fare una buona annata ci sono. Ovvio che l’obiettivo è fare risultato nei grandi tornei, ma come prima cosa ci sono la salute e la continuità“.

Così si è espresso Matteo Berrettini, dopo aver sconfitto la wild card turca Kirkin al primo turno del torneo di Antalya, nella prima ‘zoomata’ di un 2021 che (per ora) promette ancora qualche mese di conferenze virtuali.

La decisione di non giocare, da una parte, può essere condivisibile” ha detto Matteo riguardo alla scelta di alcuni giocatori, tra cui Jannik Sinner, di cancellarsi dalla liste di Antalya per non rischiare la positività al virus e dunque di non giocare l’Australian Open. “Prendere il virus ora può essere pericoloso e può costringerti a saltare la trasferta australiana. Però con il mio team abbiamo pensato che, prendendo le giuste precauzioni, giocare potesse essere la soluzione migliore visto che nel 2020 non ho giocato molto. E poi negli ultimi due anni non è che abbia fatto una pre-season chissà quanto lunga; lo scorso anno quasi non l’ho fatta per nulla, perché ero infortunato, quest’anno è durata poco più di quattro settimane“.

Insomma, la voglia di campo ha prevalso sulla paura. Probabilmente hanno contribuito anche i buoni ricordi legati ad Antalya, dove Matteo ha vinto le sue prime due partite da professionista e conquistato il primo punto ATP ormai quasi sei anni fa “È sempre bello tornare qui anche se il villaggio non è proprio lo stesso del 2015, è quello accanto, ma i campi sono gli stessi. Fa strano, sono passati tanti anni ma sembra ieri. Nell’ultimo allenamento dicevo a Vincenzo che è cambiato tutto; allora mi giocavo un punto ATP e per pochi spiccioli ero avvelenato…“. Siamo andati a spulciare l’archivio ATP e precisamente Matteo si aggiudicò 292 dollari e due punti ATP per aver battuto il n.392 Miki Jankovic e il n.947 Gabor Borsos. La vittoria di oggi gli ha fruttato invece 5700 dollari, una cifra venti volte superiore.

Fa strano, decisamente. Così come rinchiudersi nell’ennesima bolla tennistica. “Guarda, la sera facciamo le feste…” scherza Matteo sul suo soggiorno turco. “Siamo in una sorta di bolla perché ci sono clienti nel villaggio (il Limak Arcadia Sport Resort, ndr). Noi ci siamo posti l’obiettivo di essere molto prudenti, di evitare tutti i contatti tranne quelli necessari. Mi dispiace perché sono un ragazzo abbastanza socievole, ma è una cosa che adesso bisogna fare“.

La chiusura è sui giochi Olimpici di Tokyo 2021, ai quali gli atleti italiani rischiano di partecipare senza il tricolore – come gli atleti russi e bielorussi – per via di un procedimento disciplinare del CIO che emetterà un verdetto il 27 gennaio. “Sarebbero comunque delle Olimpiadi, anche se perderebbero qualcosa – l’inno e la bandiera sono le cose che ho sempre sognato di portare lì“.

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