Da Berrettini alla Giorgi, in 14 al primo Slam (Scanagatta). Italtennis è già record (Mastroluca). Largo! C'è l'Italia (Azzolini). Parla Panatta: «Quest'Italia vincerà uno Slam, se ce l'ho fatta perfino io...» (Crivelli). Nadal guarito, caccia al 21° Slam. Spettacolo Sinner-Shapovalov (Mastroluca)

Rassegna stampa

Da Berrettini alla Giorgi, in 14 al primo Slam (Scanagatta). Italtennis è già record (Mastroluca). Largo! C’è l’Italia (Azzolini). Parla Panatta: «Quest’Italia vincerà uno Slam, se ce l’ho fatta perfino io…» (Crivelli). Nadal guarito, caccia al 21° Slam. Spettacolo Sinner-Shapovalov (Mastroluca)

La rassegna stampa di domenica 7 febbraio 2021

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Da Berrettini alla Giorgi, in 14 al primo Slam (Ubaldo Scanagatta. La Nazione)

Parte stanotte, alle una italiane, il primo Slam dell’anno, dopo i 6 eventi che hanno caratterizzato la settimana appena conclusa a Melbourne, finalmente con il pubblico nelle varie tribune e senza mascherine. Il grande favorito è il solito Djokovic, che ha vinto l’Open d’Australia già 8 volte e vorrebbe vincerne 9, come gli Wimbledon vinti da Roger Federer che stavolta ha preferito restarsene a casa con Mirka e i 4 gemelli. Riprenderà l’8 marzo a Doha. Gli italiani sono 14, nove uomini, cinque donne. Tre dei nostri sono teste di serie, negli Slam non è successo quasi mai. E potevano essere quattro con Sinner n. 36 prima della finale con Travaglia. Fosse stato testa di serie avrebbe evitato un primo turno orribile: dopo gli intensi sforzi di questi giorni deve giocare infatti subito contro Denis Shapovalov, il canadese di 21 anni n.12 del mondo. Il rischio è che Sinner sia stanchissimo. Almeno avesse potuto scendere in campo nel secondo giorno del torneo, come Berrettini, peraltro anche lui poco fortunato ad essere caduto sul sudafricano Anderson, finalista a US Open 2017 e Wimbledon 2018. Invece anche Travaglia gioca stanotte, come tutta la metà alta del tabellone, e contro Tiafoe, afroamericano di 23 anni, n.62 ed ex n.29 non sarà una passeggiata. E’ andata meglio a Mager, n.96, contro il qualificato russo Karatsev, 113, ma i margini sono risicati. Nella notte scenderanno in campo anche due italiane: Camila Giorgi contro la Shevdova e Sara Errani sfavorita con la cinese Wang, testa di serie n.30.

Italtennis è già record (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Rinascimento italiano a Melbourne. Stefano Travaglia ha raggiunto la sua prima finale ATP. La finale contro Jannik Sinner al Great Ocean Road, uno dei due tornei ‘250″ di questa settimana, è la prima fra due azzurri dal 1988, la settima in totale nell’era Open e la prima dal 1968 su una superficie diversa dalla terra battuta. […] Il risultato di Travaglia certifica la profondità del movimento tennistico azzurro, la compresenza di generazioni magari non di fenomeni, ma di ottimi giocatori sì. Travaglia, guidato da Simone Vagnozzi che ha accompagnato Marco Cecchinato alla storica semifinale del Roland Garros 2018 e al numero 16 del mondo, dà proprio la misura di un lavoro di squadra. Della forza dell’Italia come gruppo, alimentato da una competizione interna stimolante e positiva. Il futuro, lo dicono anche tanti grandi campioni, sembra tutto di Jannik Sinner. Dopo l’anticipo con il titolo vinto a Sofia l’anno scorso, Sinner ha trascorso in Australia due settimane fra i campioni. Si è allenato con Rafa Nadal durante la quarantena, e ha sfidato Novak Djokovic, per un set, nell’esibizione di Adelaide. «Per un ragazzo di 19 anni, allenarsi con qualcuno che ha vinto 20 Slam è la miglior preparazione possibile — ha detto l’azzurro – Da lui, dalla sua intensità in ogni allenamento, posso imparare tantissimo». Contemporaneamente, Matteo Berrettini e Fabio Fognini hanno fatto grande l’Italia in ATP Cup. «Ho 33 anni ma posso ancora giocarmela con tutti e battere chiunque – ha detto Fabio Fognini – È bello vedere Matteo Berrettini, che ne farà 25, e i giovani che devono ancora compierne 20 e hanno molto da lavorare per raggiungere la vetta di questo sport». […]

Largo! C’è l’Italia (Daniele Azzolini, Tuttosport)

C’è un’aria di ritrovata consuetudine. Non di riconquista, badate… A Melbourne di conquiste italiane non se ne sono mai viste. Nel tennis, meno che mai. C’è stato tanto lavoro, durissimo lavoro, e ci sono state le speranze di molte generazioni d’immigrati. Secondo il censimento del 2011 gli australiani di ascendenza italiana erano poco meno di un milione, su una popolazione che supera appena i 24 milioni di individui. I loro nonni giunsero con giacche rattoppate, e hanno costruito strade, grattacieli, rifondato l’agricoltura. La più grande azienda di frutta e verdura che serve i mercati di Melbourne è italo australiana e ha le dimensioni della Lombardia. […] Tornando al nostro sport, non era mai successo che una larghissima partecipazione d’italiani si presentasse nello Slam con tre teste di serie e nove presenze in campo maschile (cinque invece le ragazze). E addirittura richiamasse tante attenzioni, commenti e aspettative già prima del via. L’Italia in finale nell’ATP Cup, trascinata a colpi di mazza da Berrettini (squassato il povero Bautista Agut) e corredata dalle geometrie che solo Fognini sa costruire (battuto Pablo Carreno Busta). E due italiani in finale nel 250 che Melbourne ha promosso come viatico agli Australian Open, sui campi del circolo sulla Great Ocean Road. Travaglia che lotta come se non ci fosse un domani. E Sinner che infila avversari con relativa facilità. Una voglia d’Italia che farà da architrave alla prima settimana dello Slam. Intanto arriva anche la benedizione di Daniil Medvedev, il russo che si propone per un futuro da numero uno: «Giocano un tennis fantastico gli italiani, Fognini è un vero artista, Matteo fa impressione. Sinner ha un gran futuro. Ma ancora di più mi colpisce l’onda di tennisti che hanno invaso la classifica. Quanti sono gli italiani nei primi cinquecento? Non ho mai fatto i conti, ma quando li guardo penso che in futuro incontreremo solo italiani». […]

Parla Panatta: «Quest’Italia vincerà uno Slam, se ce l’ho fatta perfino io…» (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Quanti anni abbiamo passato ad arrovellarci con la stessa domanda: quando succederà di nuovo? Quando un nuovo Panatta illuminerà il nostro orizzonte tennistico e ci riporterà In vetta a uno Slam, come accadde nel magico 1976 di Parigi? Forse la risposta è più vicina di quanto potessimo augurarci, se stiamo al vento azzurro che spira dall’Australia a poche ore dal primo Major stagionale. Berrettini e Fognini ci hanno portato in finale nella Atp Cup, giocata all’alba contro la terribile Russia di Medvedev e Rublev, mentre nel Melbourne 1, torneo di preparazione agli Australian Open, la partita per il titolo stanotte ha visto di fronte Sinner e Travaglia, alla prima finale in carriera, la settima tra due italiani nell’Era Open. E allora chi meglio di Adriano può aiutarci a tracciare un filo rosso tra la sua generazione dorata e quella che sta per sbocciare. Panatta, è una nuova età dell’oro dopo quella vissuta dal tennis italiano ai tempi suoi? «Intanto fatemi dire che sono contento dei risultati: sono bravi giocatori e bravi ragazzi. Io penso che sia impossibile paragonare epoche così diverse, però le vittorie fanno sempre bene a un movimento: successe per noi e sta accadendo anche adesso. E poi risvegliano la passione popolare. Noi portammo il tennis fuori dai circoli, trasformandolo in uno sport per tutti. In un certo senso i campioni di adesso sono figli nostri».

Ma le similitudini sono sotto gli occhi di tutti. Berrettini, è romano come lei.

Sì, ma tira più forte. Matteo è un giocatore molto solido, quando sta bene è dirompente, evidentemente ha ritrovato una condizione fisica adeguata e i risultati si vedono. Non batti così facilmente Thiem se non possiedi qualità tecniche straordinarie.

E Fognini può ricordare Bertolucci per qualità del braccio?

Direi di si, anche se Fabio è più imprevedibile e dal nulla può trovare una soluzione a sorpresa. L’ho sempre difeso perché Fabio è un grandissimo giocatore, con un talento smisurato. Ha tutti i colpi, ha fantasia e accelerazioni impressionanti. Per mio gusto personale mi sento più affine a giocatori con le sue caratteristiche, che erano un po’ anche le mie. Secondo me Musetti, per lo stile di gioco, può ripercorrere la stessa strada.

Invece Sinner ha un gioco granitico, una sorta di Barazzutti 4.0.

Vero, ma è anche capace di trovare lampi di genio. Jannik è il prototipo del giocatore moderno, dal servizio ai colpi da fondo e poi ha una testa da campione maturo nonostante i vent’anni non ancora compiuti. Magari non prende gli occhi, però è fortissimo e può ancora migliorare.[…]

Forse la differenza più importante tra la vostra generazione e quella odierna è la formazione: voi avete fatto lo stesso percorso fin dal settore giovanile.

Chiaramente le opportunità adesso sono molto diverse: quando mai, per esempio, noi potevamo pensare di allenarci in America? Oggi c’è una sinergia tra le strutture federali e l’iniziativa privata, noi siamo stati il frutto dell’intuizione di un uomo, Mario Belardinelli, che praticamente dal nulla ha trovato spazio per il tennis al Centro Federale di Formia. Per dirle: noi avevamo a disposizione appena due campi in terra battuta, e all’aperto. Soprattutto d’inverno, non riuscivamo neppure ad allenarci tutti i giorni. Anzi, speravamo che piovesse così potevamo giocare a calcio in palestra. […]

Per tornare al tema iniziale: anche lei come tanti ex campioni del passato, da Becker a Wilander, ritiene che Berrettini e Sinner possano già vincere uno Slam?

Bisogna sempre fare i conti con quei due, Djokovic e Nadal, che non mollano e sono ancora i favoriti, in attesa di capire come starà Federer, soprattutto a Wimbledon. Ma sicuramente prima o dopo ci arriveranno. Del resto, se ci sono riuscito io…

Nadal guarito, caccia al 21° Slam. Spettacolo Sinner-Shapovalov (Alessandro Mastroluca)

Rafa Nadal ci sarà. Craig Tiley, CEO di Tennis Australia, ha rassicurato tutti sulla regolare presenza del numero 2 del mondo che ha saltato l’ATP Cup per un fastidio alla parte bassa della schiena. «Ha preso questa decisione per un’estrema prudenza, sta proteggendo le sue opportunità di conquistare il suo ventunesimo Slam», ha detto Tiley. Nadal in questi giorni ha continuato ad allenarsi con la stessa intensità che Jannik Sinner ha avuto modo di vedere da vicino nelle due settimane di quarantena obbligatoria ad Adelaide. Gli effetti si vedono anche nei tornei, però. E i tifosi italiani sperano che si vedano ancora nella mattina italiana di domani, quando sarà protagonista del primo turno più affascinante dell’intero tabellone di singolare maschile. Sulla Margaret Court Arena, infatti (secondo match dalle 9) affronterà il canadese Denis Shapovalov. Gli ingredienti per una grande partita contro il numero 12 ATP ci sono tutti. E chissà che non si possa ripetere quanto successo al Roland Garros l’anno scorso. In entrambi i tornei, l’esordio lo mette di fronte alla testa di serie numero 11. A Parigi, ha dominato Goffin per poi arrivare ai quarti giocandosela alla pari proprio con Nadal. Nella prima giornata dell’Australian Open, che prenderà il via stanotte (dalle 24 ora italiana), debutteranno altri quattro azzurri. Stefano Travaglia affronterà Frances Tiafoe. Il marchigiano non è mai andato oltre il secondo turno a Melbourne, ma il livello di tennis espresso questa settimana, su questi stessi campi, lascia ben sperare. Decisamente, più semplice l’esordio di Gianluca Mager che debutta contro il russo Aslan Karatsev, debuttante in uno Slam. Il programma della prima giornata si aprirà con due azzurre in campo dall’una di questa notte, entrambe sul campo 8. Prima Camila Giorgi, alla nona partecipazione di fila all’Australian Open dove non ha mai superato il terzo turno, rientra contro la kazaka Yaroslava Shvedova, rientrata dopo tre anni di stop per maternità. Poi, Sara Errani, qui capace centrare i quarti nel 2012, incontrerà per la prima volta la cinese Qiang Wang, numero 34 del ranking.

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