CHALLENGER 80 ANTALYA 2
La finale del Challenger 80 di Antalya 2 ha proposto un derby iberico tra Jaume Munar (n.103 ATP) e Carlos Taberner (n.144 ATP). Con due spagnoli in campo e per di più sulla terra battuta, la partita è andata com’era prevedibile: servizi totalmente inoffensivi, a rete il meno possibile e lunghi scambi da fondo in attesa di un errore da parte dell’avversario. Errore che spesso toccava in sorte a Munar che, da giocatore di pura opposizione, si trova in difficoltà quando non ha niente cui opporsi. Infatti il 23enne spagnolo se non riesce ad appoggiarsi al gioco dell’avversario tende ad andare in confusione, come se gli sfilassero la sedia da sotto, facendolo rotolare a terra. Il punteggio molto secco (6-4 6-1), è il risultato dei quattro break subiti da Munar contro il solo conquistato. Probabile che entrambi i contendenti, vista anche la giovane età, entreranno quanto prima in top 100, ma siamo anche convinti che sarà molto difficile per loro riuscire ad avvicinarsi ai vertici assoluti.
Chi invece ha giocato al proprio meglio è stato Alessandro Giannessi (n.165 ATP) che ha disputato un ottimo torneo, stoppato in semifinale solo da un malanno fisico, ancor prima che da Munar. Già nei quarti aveva compiuto un mezzo miracolo contro il 23enne cileno Alejandro Tabilo (n.170 ATP) che sul 7-5 5-3 aveva avuto a disposizione due match point. Lo spezzino però non aveva nessuna intenzione di arrendersi, aiutato in questo da Tabilo che confezionava un autentico suicidio con un incredibile doppio fallo sul secondo dei due match point. Punteggio finale a favore di Giannessi 5-7 7-5 6-1. Nell’occasione abbiamo raggiunto telefonicamente Alessandro, innanzitutto per complimentarci. “Grazie, oggi effettivamente è stata una partita difficilissima che a un certo punto sembrava compromessa. Ora contro Munar sarà un incontro complicato anche se la scorsa settimana nei quarti, sempre qui ad Antalya, ho perso in tre set (3-6 6-2 6-0) e quindi non sono lontano. Poi arrivo in fiducia, anche se un po’ stanco“.
E in semifinale purtroppo il fattore stanchezza ha prevalso sulle buone sensazioni. Infatti la partita, dopo un’illusoria palla break nel primo gioco, si è messa subito male per Giannessi che, a causa di un risentimento muscolare, offriva un’opposizione sempre più flebile fino a che, sul punteggio di 6-0 2-0, era costretto al ritiro. Come ci ha confermato lui stesso, è stato “un vero peccato che la partita sia finita così ma fin dall’inizio mi si è riacutizzato un risentimento muscolare alla gamba. Conoscendomi so che se avessi continuato avrei rischiato un bello stiramento. Allora meglio rinunciare“. Adesso dovremmo rivederlo in campo, gamba permettendo, nel secondo Challenger di Biella, nel tentativo di confermare questo buon inizio di stagione e di risalire in classifica fino a eguagliare, perché no, quel n.84 che nel 2017 fu il suo best ranking.
CHALLENGER 80 QUIMPER 2
La vittoria nel secondo Challenger bretone arride allo statunitense di origini vietnamite Brandon Nakashima (n.157 ATP) che prevale sullo spagnolo Bernabe Zapata Miralles (n.153 ATP) con il punteggio di 6-3 6-4. Il primo set vede lo statunitense più aggressivo e in grado, sulla risposta, di mettere spesso in difficoltà Zapata Miralles che deve fronteggiare diverse palle break. Non gli riesce nel sesto game e il break si rivela decisivo per il 6-3 finale. Nel secondo parziale ancora aggressivo sulla risposta Nakashima che però sull’1-0 non sfrutta ben quattro palle break. Continua in ogni caso a comandare il gioco con bella autorità e lo spagnolo, sulla difensiva, si arrangia come può. L’equilibrio s’interrompe nel settimo gioco quando Nakashima brekka finalmente Zapata Miralles e si porta a condurre 4-3 e servizio. Lo spagnolo ha un ultimo sussulto sul 5-4 per l’avversario, ma non riesce a trasformare due palle break che avrebbero forse potuto riaprire la partita. Nakashima può così alzare le braccia al cielo per festeggiare la sua seconda vittoria Challenger dopo quella di Orlando nel 2020.
Quanto agli italiani, ottimo il torneo di Federico Gaio che si ferma ai quarti (6-3 7-5) contro lo slovacco Lukas Lacko (n.200 ATP ma ex n.44) che si dimostra assolutamente ingiocabile sul proprio servizio (92% di punti sulla prima). Bisogna però dire che il nostro tennista, seppur poco efficace in risposta (solo il 20% di punti realizzati) e sempre in difficoltà sul servizio (solo il 60% sulle prime e ben 8 palle break da difendere), ha comunque sempre lottato con coraggio, senza mai arrendersi come altre volte in passato. Nel primo set Gaio non sfrutta le uniche due palle break che avrà a disposizione in tutto il match, più concreto il suo avversario che sul 3-2, grazie a uno sciagurato doppio fallo di Gaio, si procura una palla break che sfrutta immediatamente. Il secondo set vede il nostro tennista ancora in sofferenza sul proprio servizio, ma sempre molto reattivo e talvolta anche brillante nel rimanere in partita. Si arriva così sul 5-5 quando Gaio finisce i miracoli a disposizione e perde il servizio decisivo. In ogni caso per lui un ottimo risultato (soprattutto per le due belle vittorie nei turni precedenti contro Hugo Gaston e Marc-Andrea Huesler) e buone sensazioni per il prosieguo della stagione.