Australian Open: l'Italia corregge il tiro con Fognini e Berrettini al secondo turno

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Australian Open: l’Italia corregge il tiro con Fognini e Berrettini al secondo turno

Fabio e Matteo passano senza perdere set, ma il romano deve sudare contro Anderson in un primo set da batticuore. Per il ligure c’è ora il derby con Caruso, il top 10 trova Machac

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Una buona mattinata per la spedizione italiana all’Open d’Australia, dopo una nottata da dimenticare, e la parte bassa del tabellone si tinge d’intenso azzurro con quattro interpreti al secondo turno – e ne avremo certamente uno al terzo, poiché l’urna ha disposto un derby. Alle belle vittorie di Salvo Caruso e Lorenzo Sonego si sono infatti aggiunte quelle di Fabio Fognini e Matteo Berrettini, che hanno staccato il pass per il secondo turno esibendo per giunta due prove piuttosto convincenti.

[16] F. Fognini b. P.H. Herbert 6-4 6-2 6-3

Nessun fastidio per Fabio contro il volleatore alsaziano Pierre-Hugues Herbert, uno che sul veloce può sempre essere dirimpettaio sgradevole. Invece non c’è stata partita, o meglio c’è stata fino al tre-due Herbert nel primo set, momento chiave della contesa: Fabio si è appellato all’aiuto del fisioterapista per un fastidio alla caviglia, e da lì non si è più giocato.

In difficoltà nel contenere il palleggio pesante di Fognini, Pierugo si è presto smarrito, incapace di pensare a qualsivoglia soluzione per sottrarsi al macello, cui si è infatti docilmente sottoposto. Non ci è dato sapere molto circa le proprietà taumaturgiche del suddetto professionista sanitario, ma dopo il time-out medico il ligure ha cambiato volto e approccio, e in meno di due ore ha raggiunto Caruso all’interessante derby previsto nel secondo round.

[9] M. Berrettini b. K. Anderson 7-6(9) 7-5 6-3

Molto più ingarbugliata la matassa infine sbrogliata da Matteo Berrettini. Nonostante la classifica bugiarda e imposta dall’ennesimo passaggio sotto i bisturi, Kevin Anderson è pur sempre un ex top 10 e finalista Slam, provvisto di un tennis scheletrico legato al combinato servizio-dritto particolarmente mortifero sulle superfici rapide. E infatti il primo set, rivelatosi poi decisivo per la china presa dall’incontro, è stato più volte sul punto di sfuggire di mano al battitore romano. Otto i set point annullati da Berrettini prima di portare a casa la frazione al termine del tredicesimo gioco: tre consecutivi al servizio – due ace, una battuta vincente – sul 4-5, altri tre consecutivi sul 6-3 nel tie-break e poi, sempre al tie-break, gli ultimi due spaventi sul 7-6 e sul 9-8 Sudafrica. Prima, va detto, Matteone aveva avuto le sue chance nell’undicesimo gioco, quando si era procurato due interessanti palle break tuttavia cancellate da Anderson con il provvidenziale aiuto dell’archibugio.

Scampato il pericolo il nono favorito in gara si è un po’ sciolto, anche se i tremori dell’esordio hanno continuato a rallentargli il braccio sul fidato dritto, oggi meno delpotresque del consueto. Comunque lo spilungone da Johannesburg ha continuato a lottare affidandosi alle certezze della vita, e sfiorando l’80% di prime in campo, con le percentuali di conversione che immaginerete, ha condotto in volata anche il secondo set: tuttavia, complici uno smash sparato fuori a campo spalancato e a due drittacci sballati, Anderson ha sciaguratamente perso bussola e servizio nel dodicesimo gioco, consegnando de facto il match all’italiano. A Berrettini è bastato un altro solitario break, stavolta all’ottavo gioco del terzo set, per ottenere il permesso di andare al secondo turno, che giocherà da favoritissimo contro il qualificato ceco Tomas Machac. Abbastanza per uscire confortati da questi primi giorni all’Happy Slam, specie perché insieme alla vittoria è arrivato il premio per il punto della giornata.

Un match difficile, non c’è che dire – ha detto Matteo nell’intervista in campo -. Lui è perfettamente in grado di non farti vedere la palla per minuti. Bisogna avere pazienza, e aspettare l’occasione. Perché chiedevo scusa mentre esultavo dopo il set point nel secondo set? Ho preso un nastro che mi ha favorito, non sono abbastanza bravo per prenderlo di proposito, e mia mamma mi ha insegnato a essere educato“. Il prossimo ostacolo si può saltare, facendo attenzione, poi potrebbe palesarsi Karen Khachanov. “Ma prima ho una vittoria da godere, poi un secondo turno da giocare. Non conosco Machac, non l’ho mai visto, da domani inizieremo a studiarlo“. Per sopravvivere là in basso bisogna stare sui libri, ma il sentiero verso gli ottavi non sembra malaccio.

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