Australian Open: Djokovic soffre, ma vince. Thiem facile, derby canadese al terzo turno

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Australian Open: Djokovic soffre, ma vince. Thiem facile, derby canadese al terzo turno

Nole impiega più di tre ore e mezza per superare un ottimo Frances Tiafoe. Gli amici d’infanzia Shapovalov e Auger-Aliassime si giocheranno un posto negli ottavi

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Novak Djokovic - Australian Open 2021 (via Twitter, @AustralianOpen)
 

DJOKOVIC, CHE FATICA – Con sofferenza, molta più di quanto ci si potesse aspettare alla vigilia, Novak Djokovic si qualifica per il terzo turno dell’Australian Open. Gli ci sono volute più di tre ore e mezza e quattro set (6-3 6-7 7-6 6-3), ma alla fine il serbo è riuscito ad avere ragione di un combattivo Frances Tiafoe, autore di una grandissima partita, soprattutto nei due set centrali.

Il primo set inizia su binari piuttosto prevedibili con Nole estremamente centrato e padrone degli scambi. Avanti 4-1, il serbo cede la battuta, ma stronca subito l’abbozzo di rimonta riprendendosi il break di vantaggio nell’ottavo gioco e chiudendo poi in scioltezza col punteggio di 6-3. È nel secondo set che la partita inizia ad accendersi veramente. Tiafoe riesce a difendere i propri turni di battuta con maggiore scioltezza: salva due palle break nel terzo gioco, ma poi non corre più rischi. Dall’altra parte, anche Djokovic fila liscio ed è dunque il tiebreak a decidere il destino del parziale. Dopo aver cambiato campo sul 3-3, Tiafoe riesce a trovare lo strappo decisivo vincendo tutti i successivi quattro punti e pareggiando il conto dei set.

Djokovic non ci sta e s’invola subito sul 3-0 nel terzo set. Avrebbe anche due palle del 4-0, ma non riesce a convertirle. Inizia così la rimonta di Tiafoe che impatta sul 3-3. Il ritmo è molto alto e lo statunitense riesce a fare quasi partita pari anche negli scambi da fondo. Più di una volta riesce a mettere in difficoltà Nole con i suoi fondamentali, così diversi tra loro eppure oggi entrambi efficaci. Il dritto con quella preparazione bislacca e un po’ ariosa riesce spesso a imporsi, quando c’è sufficiente tempo, mentre il rovescio, raccoltissimo nel movimento (stile Kyrgios per intendersi), trova diagonali stretti molto insidiosi e anche più di un lungolinea. Sul 5-4, da campione qual è, Djokovic cerca di alzare ancora il ritmo e, approfittando anche di qualche imprecisione di Tiafoe, si procura due set point. Lo statunitense però li cancella entrambi e mantiene il parziale in equilibrio.

Equilibrio che si spezza nuovamente nel tiebreak. Tiafoe gioca bene i primi due punti, ma li perde entrambi. Prima con un contropiede di dritto che termina fuori di poco e poi con un tentativo (intelligente) di smorzata che si ferma sul nastro. Sotto 4-2, lo statunitense si fa poi prendere dalla fretta e regala il parziale a Djokovic.

Nel quarto, la battaglia si fa ancora più serrata. Djokovic arriva a palla break nel terzo gioco, ma Tiafoe non ha ancora intenzione di arrendersi e si tiene in partita fino al 3-3. Qui, sul punteggio di 30-30, lo statunitense sfora clamorosamente i 25 secondi concessi tra un punto e l’altro e, dal momento che non era la sua prima violazione, il giudice di sedia, Damien Dumusois, gli toglie la prima di servizio. Tiafoe protesta vigorosamente, chiamando in causa il lungo scambio appena concluso e l’eccessiva fiscalità di Dumusois, ma ovviamente non può far niente per cambiare la decisione (giusta, peraltro). Lo statunitense perde il punto e anche il successivo, sbagliando la direzione del rovescio dopo che il nastro gli aveva accomodato la palla per una facile chiusura e subendo così il passante di Nole. Tiafoe va a sedersi inveendo ancora contro Dumusois, anche se in realtà dovrebbe prendersela più con se stesso per la leggerezza commessa nell’ultimo punto.

La sua partita di fatto finisce qui perché, ormai imbufalito, non ha più la concentrazione per rimanere nello scambio, figuriamoci per vincerlo. Djokovic dall’altra parte è completamente libero di testa e gioca a braccio sciolto, il che non è mai una bella notizia per gli avversari. Dopo 3 ore e 34 minuti, il serbo può esultare per lo scampato pericolo, mentre Tiafoe esce arrabbiato e senza salutare Dumusois. Al prossimo turno Nole aspetta il vincente del match tra Reilly Opelka e Taylor Fritz.

THIEM E DIEGUITO IN SCIOLTEZZA – Nessun problema invece per Dominic Thiem che ha impiegato appena un’ora e quaranta per superare un avversario potenzialmente insidioso come Dominik Koepfer. 6-4 6-0 6-2 il punteggio che ha chiuso la partita. In conferenza stampa, l’austriaco ha poi parlato delle condizioni di gioco, molto più rapide dell’anno passato: “Preferisco le condizioni dello scorso anno. È probabilmente uno degli Slam più veloci che abbia mai giocato. Dovrò abituarmici, ma sì, se potessi scegliere, sceglierei le condizioni dell’anno scorso“. Per il momento l’adattamento procede discretamente bene, vedremo se con il passare dei turni la situazione si complicherà o meno.

Tutto molto facile anche per Diego Schwartzman che ha lasciato appena cinque giochi al francese Alexandre Muller (6-2 6-0 6-3) in poco più di un’ora e mezza di gioco. Al prossimo turno, l’argentino avrà un match tutt’altro che semplice contro il qualificato Aslan Karatsev, uno dei giocatori più in forma degli ultimi mesi. Il russo ha demolito con un impietoso 6-0 6-1 6-0 Egor Gerasimov, che al primo turno aveva sorprendentemente eliminato Benoit Paire in quattro set.

DERBY CANADESE – Denis Shapovalov e Felix Auger-Aliassime si daranno battaglia per un posto negli ottavi di finale dell’Australian Open. Entrambi hanno superato agevolmente i propri avversari di secondo turno: Denis ha rifilato un netto 6-1 6-3 6-2 a un annoiato Bernard Tomic, ormai più spogliarellista che tennista; mentre Felix ha eliminato James Duckworth col punteggio di 6-4 6-1 6-2.

I due si sono affrontati già tre volte sul circuito maggiore (2-1 per Denis i precedenti) e in molti ricorderanno il loro primo confronto allo US Open 2018, quando Felix fu costretto a ritirarsi in lacrime per un problema cardiaco. Entrambi però di fatto giocano uno contro l’altro da quando avevano 8/9 anni, come ricorda perfettamente Auger-Aliassime. “L’ho incontrato per la prima volta quando avevo otto anni. Avevano radunato i migliori giocatori under 12 e avevano organizzato questi campi nazionali a Toronto. Giocava già con una racchetta da adulto e faceva il rovescio a una mano a nove anni. Ricordo che rimasi molto impressionato quando lo vidi quella prima volta e sono ancora impressionato da quello che fa“. Un po’ più sbiaditi i ricordi di Shapovalov invece: “Abbiamo giocato quando eravamo under 12 in una qualche competizione nazionale. Dice che l’ho battuto 6-0 6-0, ma onestamente non ricordo quel match. Abbiamo giocato così tante volte che ormai la situazione inizia a farsi un po’ nebulosa“.

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