Melbourne, prima da urlo di Berrettini e Fognini (Scanagatta). Super Berrettini bello e vincente (Crivelli). Fognini e Sonego, è una bella Italia (Azzolini). Il tifoso Nadal: «Sveglio la notte per Sinner» (Mastroluca). Welcome Murray, il re di Wimbledon ricomincia da Biella (Crosetti)

Rassegna stampa

Melbourne, prima da urlo di Berrettini e Fognini (Scanagatta). Super Berrettini bello e vincente (Crivelli). Fognini e Sonego, è una bella Italia (Azzolini). Il tifoso Nadal: «Sveglio la notte per Sinner» (Mastroluca). Welcome Murray, il re di Wimbledon ricomincia da Biella (Crosetti)

La rassegna stampa di mercoledì 10 febbraio 2021

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Melbourne, prima da urlo di Berrettini e Fognini (Ubaldo Scanagatta, La Nazione)

Assorbito il contraccolpo negativo, ma non inatteso, della sconfitta di Jannik Sinner contro il dodicesimo tennista del mondo Shapovalov e di altri due tennisti del primo giorno dell’Australian Open (Mager e Travaglia), il tennis azzurro maschile ha vissuto a Melbourne una giornata decisamente migliore, al di là delle quattro vittorie azzurre ottenute di fronte alle 2 sconfitte patite da Cecchinato con McDonald e da Seppi con Cuevas. Anche se il bilancio del primo turno per la partecipazione di 9 uomini in tabellone resta negativo – 4 vittorie e 5 sconfitte – le quattro vittorie della seconda giornata sono state estremamente convincenti e promettenti. Infatti hanno vinto tutti in 3 set senza macchia. Berrettini contro il temibile sudafricano Anderson, quasi 35 anni, due volte finalista di Slam (US open 2017 e Wimbledon 2018) che ha un tennis simile al suo e lo batteva in altezza (2m e 3cm contro il metro e 96 del romano) e perfino nell’efficacia del servizio ma muovendosi decisamente peggio, Sonego contro l’americano Querrey, Caruso contro il modesto svizzero (139 Atp) Laaksonen, Fognini contro il francese Herbert, n.84 dopo essere stato n.1 del mondo…ma come doppista. Quattro vittorie 3 set a zero e una certezza: un italiano al terzo turno perché Fognini e Caruso al secondo giocheranno un derby. Mentre stanotte Berrettini è superfavorito contro il ceco Machac, appena n.199 emerso dalle qualificazioni e un match vinto per ritiro dell’avversario, e Sonego contro il quasi quarantenne Feliciano Lopez, dovrebbe far valere la sua maggior freschezza fisica anche se lo spagnolo con il suo serve & volley d’antan è un gran rompiscatole.

Super Berrettini bello e vincente (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Appostato in trincea impugnando la racchetta come uno scudo da opporre ai razzi dello spilungone sudafricano, la vita è più bella se la folla sta dalla tua parte. E con Ajla Tomljanovic, la fidanzata australiana, il cuore della Margaret Court Arena batte fin dal primo punto per Berrettini, come accadeva per la Clijsters quando sembrava sul punto di sposare Hewitt. Matteo ringrazia con una partita solidissima e una vittoria di sostanza e intelligenza contro Anderson. Così, assorbita a fatica le delusione Sinner, l’Italia si rialza con un poker: accanto a Berretto, festeggiano l’approdo al secondo match Sonego, Fognini e Caruso, con la certezza che almeno un tricolore sventolerà sul terzo turno, visto che Fabio e il siciliano di Avola adesso si affronteranno in un intrigante derby. Quella di Berrettini contro l’ex top ten di Johannesburg per larghi tratti non è una partita di tennis, ma un bombardamento quasi a schema unico: servizio, dritto. Solo che quello dell’azzurro viaggia a una velocità di crociera leggermente più bassa del solito, mettendolo negli impicci, alias otto set point da annullare nel primo parziale. Gestiti con freddezza i momenti più caldi, Matteo procede alla vitale conquista del set e poi, tornato finalmente a martellare, con due break chirurgici nel secondo e nel terzo sterilizza le velleità del rivale, scusandosi pure per un punto decisivo favorito dal nastro: «Me l’hanno insegnato a casa, l’educazione prima di tutto. È stato un match difficile, lui è perfettamente in grado di non farti vedere la palla per minuti. Finalmente ho capito cosa provano gli avversari contro di me quando servo bene. L’importante è aver disputato una partita intensa e di livello, la chiave è stata saper pazientare in attesa delle opportunità sul suo servizio, mantenendo l’energia e l’attenzione sempre alta nei miei turni di battuta». […] Ora lo aspetta il sorprendente qualificato ceco Machac e di meglio forse non si poteva chiedere, insieme a un primo turno che non ha richiesto supplementi di fatica. […]

Fognini e Sonego, è una bella Italia (Daniele Azzolini, Tuttosport)

È il giorno delle vittorie che fanno bene. Abbioccato dalla repentina sconfitta di Sinner (ma contro Shapovalov, che ha tre stagioni in più nel circuito, ci sta.. Basta rendersene conto), il nostro tennis cercava sentieri meno tormentati e li ha trovati subito nelle prove di Berrettini e Sonego, Fognini e Caruso. Lorenzo Sonego mette in campo una bella reazione e alla fine si fa i complimenti. Ha superato Sam Querrey che, in piccolo (per risultati ottenuti, non per dimensioni fisiche) ricorda l’Anderson battuto da Matteo. Uno che prende la rete su tutti i colpi, e grande e grosso com’è davvero non lascia tranquilli quelli che si apprestano a passarlo. Ma Lore non ha subito, tutt’altro.. Ha imposto tennis e carattere, e questa è la novità più lieta. Ha dettato lui le trame e i tempi di gioco. Una crescita importante, sotto il profilo del temperamento e della personalità. «Per battere tennisti come Querrey occorre mostrarsi più forti. È stato un match importante, per me. Ho governato gli scambi, ho costruito il gioco. Soprattutto, sono stato sempre sul pezzo. Bravo Lorenzo, me lo dico da solo…». Ha convertito tre palle break sulle dieci avute a disposizione, ha servito bene (11 ace) e ha totalizzato 16 punti in più (107-91) con 36 winners. Un bel viatico per affrontare Feliciano Lopez con qualche tranquillità in più. Fognini e Caruso si preparano al derby. Fabio ha giocato da maestro esperto e il francese Herbert ha presto rassegnato le dimissioni. Unico batticuore, la sospensione chiesta da Fognini per un lungo massaggio alla caviglia. Ma alla ripresa tutto è filato liscio. Contro il siciliano (vittorioso su Laaksonen) è in palio il terzo turno contro Cuevas o De Minaur. Il tabellone promette bene.

Il tifoso Nadal: «Sveglio la notte per Sinner» (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Rafa Nadal punta al ventunesimo Slam, e a superare i major di Federer. Novak Djokovic sempre più vicino a battere il record dello svizzero per settimane al numero 1 del ranking: potrebbe superarlo già il prossimo 8 marzo. Puntano alla storia, e le vittorie al primo turno contro Laslo Djere e Jeremy Chardy rappresentano un primo passo. «Sono qui per cercare di dare il meglio ogni giorno» ha detto Nadal, che non ha dato segno dei problemi alla schiena delle ultime due settimane. Dopo la partita, ha fatto i complimenti a Sinner con cui si è allenato durante la quarantena obbligatoria. «Sono rimasto sveglio fino all’una di notte per vedere la partita con Shapovalov. Mi spiace per Jannik, che è un ragazzo splendido. Ci siamo allenati benissimo, ha fatto bene a tutti e due». Djokovic, grande favorito, potrebbe vincere il suo nono Australian Open e diventare il secondo giocatore dopo Nadal a conquistare così tante volte uno stesso Slam. «Roger e Rafa sono due leggende di questo sport, li rispetto tantissimo. Hanno influenzato positivamente il mio gioco e la mia crescita» ha detto il numero 1 del mondo. Ha stupito Serena Williams, che riparte all’inseguimento del ventiquattresimo Slam in singolare. All’esordio, nella prima giornata, ha completato il successo numero 88 in cento partite all’Australian Open. Ha sorpreso per condizione atletica e per il nuovo completo ispirato, come ha sottolineato in conferenza stampa, a “FloJo”, la sprinter Florence Griffith-Joyner, tre volte oro olimpico a Seul 1988, morta a 38 anni per una crisi epilettica. «Era un’atleta straordinaria, mi ricordo che cambiava continuamente il suo outfit – ha spiegato – Il team della Nike mi ha proposto questo design, e l’ho trovato estremamente brillante». Negli incontri di primo turno, i top player hanno vinto in maniera più o meno agevole. Fuori invece Victoria Azarenka, sconfitta da Jessica Pègula, che ha chiesto un medical time out nel secondo set per problemi di respirazione. «Sono venuta, ho perso, pazienza. La vita va avanti» ha detto, protestando poi per la regola che impone di dover comunicare le ragioni dei malesseri.

Welcome Murray, il re di Wimbledon ricomincia da Biella (Maurizio Crosetti, La Repubblica)

E alla fine eccolo qui, perché alla fine un tennista è un tennista e un campo è un campo. Così, mentre l’universo del tennis è tutto schiacciato a Melbourne, Australia, sir Andrew Barron Murray ricomincia da Biella, Piemonte. Colui che fu il numero uno al mondo ha giocato (e vinto) contro il numero 203, un tedesco di nome Maximilian Marterer (Murray adesso è il numero 125) e lo ha fatto in un posto che si chiama “PalaPaietta” (Pietro Paietta, partigiano), dove c’è un piccolo bar che serve anice e sambuca, e i seggiolini di plastica sono cementati nei gradoni. Ma lo sport è sport ovunque, e un uomo è un uomo anche quando il suo sole sta tramontando, forse anzi lo è di più. […] Trionfare, cadere, soffrire, piangere, quasi ritirarsi, farsi operare due volte all’anca, precipitare nel ranking al posto 839 che sa di abisso, poi ricominciare come se sulla mensola del salotto non ci fossero le due coppe d’oro di Wimbledon, né il trofeo dell’Us Open e nemmeno quello delle Atp Finals, e meno che mai due medaglie d’oro olimpiche (ci sarebbe anche una Davis, en passant, quella però non sta in salotto). Tutto glorioso, tutto cancellato. Perché ogni partita vuole la sua luce o il suo buio, dietro non c’è niente, non c’è niente davanti. Mai un atleta come Murray era venuto fin qui, a Biella. Lo hanno sistemato in un relais a quattro stelle, una vecchia cascina trasfigurata nel lusso. «Ma lui è uno qualunque, mai una bizza da star, mai un capriccio», racconta Cosimo Napolitano, organizzatore di questa incredibile apparizione (e papà di Stefano, oggi n.280 del mondo): «Ora che vedo Murray giocare qui, a Biella, posso crederci davvero». Era fermo da quattro mesi, e il corpo lo sa. Perde il primo set al tie-break, vince il secondo (6-2) e il terzo (6-3). «So di non essere finito e voglio tornare a dormire nel mio letto, a Wimbledon» aveva detto a Sky. Un buon modo di raccontare rasa e desiderio. Ed è stato bello setacciare nella polvere del presente le pagliuzze d’oro di una classe che ancora, se vuole e se può, brilla: la proverbiale smorzata, il rovescio quando entra, il soliloquio e quel modo di arrabbiarsi senza interlocutore. Andy Murray aveva addirittura rischiato di dover passare le qualificazioni, poi è arrivata la wild card e comunque a Biella giocherà due tornei Challenger fino al 21 febbraio. Naturalmente nel vecchio palazzetto non c’era pubblico, ma qualcuno è riuscito ad entrare e ha portato i bambini. Beati loro.

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