Barty non cerca scuse: "L'MTO non deve essere decisivo, io ho fatto sì che lo diventasse"

Australian Open

Barty non cerca scuse: “L’MTO non deve essere decisivo, io ho fatto sì che lo diventasse”

La n. 1 del mondo è delusa ma non si abbatte dopo la sconfitta nei quarti di finale dell’Australian Open. Sul trattamento richiesto da Muchova: “Se il suo caso era fuori dal regolamento, il fisioterapista l’avrebbe detto”

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Ashleigh Barty - Australian Open 2021 (via Twitter, @AustralianOpen)
 

Non è facile digerire una sconfitta quando si è avanti un set e un break e la tua avversaria sembra essere svuotata fisicamente. Diventa poi più difficile digerirla quando sei la n. 1 del mondo, ed è ancora più dura quando avviene nello Slam di casa. Questa è la situazione che si trova adesso a vivere Ashleigh Barty dopo la disfatta per 6-2 al terzo contro Karolina Muchova, ma l’australiana non ha comunque perso l’aplomb che la contraddistingue. Il momento chiave del match è stato il medical time-out chiamato dalla tennista ceca dopo il terzo game del secondo set. Dopo quella pausa Muchova è tornata in campo più pimpante e ha ribaltato il punteggio. Mi sarebbe piaciuto essere stata un po’ più tagliente nel game successivo al medical time-out ha spiegato Barty in conferenza stampa.

“Ho iniziato bene con il primo punto, poi ho fatto un paio di errori di sufficienza in quel game. Forse successivamente ho cercato di essere troppo aggressiva e ho commesso troppi errori nei momenti importanti, anziché entrare nello scambio e costruire i punti. Ho avuto palle break e sul 3-3 c’è stato quel game critico che ha deciso il set. Sono solo delusa dal fatto che non sono stata in grado di riprendere il controllo del match dopo che lei mi ha brekkato”. È normale che i giornalisti abbiano insistito su questo tasto, dato che quella pausa fondamentalmente ha deciso l’esito del match, ma Barty non gli ha mai dato soddisfazione e non si è mai espressa fuori dalle righe.

“Non sta a me esprimermi sulla decisione di chiamare un medical time-out e sul motivo per cui l’ha chiamato. Ci sono delle regole per chiamare il dottore e il fisioterapista, e per ricevere il trattamento fuori dal campo. […] Se il suo caso era fuori dal regolamento il fisioterapista e il dottore l’avrebbero detto. Così funzionano le leggi del nostro gioco, è per questo che ci sono i medical time-out e ovviamente lei oggi ne aveva bisogno. […] Se la regola sia o non sia giusta? Non sono io a scrivere il regolamento, io e tutti noi giocatori ci conformiamo ad esse”.

Sul comportamento di Muchova ha poi aggiunto. “D’altra parte si notava che lei si stava prendendo del tempo abbastanza spesso. Oggi è stata forse la prima giornata veramente calda da un po’ di tempo. Io ho cercato di non concentrarmi troppo su di lei e di pensare a fare il mio gioco. Nel secondo set credo di essere uscita un po’ fuori strada col mio piano e di aver disfatto quello che avevo costruito”. La mentalità di una gran giocatrice sta nel trovare in sé stessa le cause della sconfitta e Barty appartiene a questa categoria. “Io ho giocato un sacco di partite in cui ci sono state delle interruzioni per trattamenti medici. Anche io in passato ho chiamato dei medical time-out, quindi non dovrebbe essere un momento così decisivo in un match. Sono insoddisfatta dal fatto che io abbia fatto sì che lo diventasse. Sono abbastanza esperta dal saper gestire queste cose. Ma si impara e si va avanti”.

Un’altra caratteristica che la contraddistingue è quella di non abbattersi e questa sconfitta rappresenta una dura prova sotto quest’aspetto. “È una sconfitta che mi spezza il cuore, ovviamente. Ma mi farà scoraggiare, rovinerà il fatto che ho avuto un buon inizio di stagione? Assolutamente no. Il sole sorgerà anche domani e noi continueremo il nostro lavoro. Si vince o si impara, e oggi credo che ci sia moltissimo da imparare per me e per il mio team. Ne trarremo le cose positive e non permetteremo a questa ora di tennis in particolare di inficiare ciò che stiamo facendo”.

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