Medvedev: "Non sono un outsider, sono lo sfidante. So cosa succede in una finale Slam"

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Medvedev: “Non sono un outsider, sono lo sfidante. So cosa succede in una finale Slam”

Il nuovo numero 3 del mondo può diventare numero 2 battendo Djokovic: sarebbe il primo non-Fab dai tempi di Hewitt. Dopo aver dominato Tsitsipas: “Quel passante? Non so come ho fatto”

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Daniil Medvedev – Australian Open 2021 (foto via Twitter @AustralianOpen)
 

L’ultimo incontro perso risale alla fine dello scorso ottobre. In quel di Vienna, fu addirittura l’acciaccato Kevin Anderson a battere in due set un Daniil Medvedev che, pur semifinalista a New York, era lontanissimo da quello ammirato nella seconda metà del 2019. Proprio da Kevin Anderson, di nuovo avversario al successivo Masters 1000 di Bercy, è iniziato il riscatto del venticinquenne moscovita che non ha più perso un incontro. Considerato il favorito nella parte bassa del tabellone Slam, Daniil non ha tradito le attese, regolando tutti in tre set tranne Krajinovic dal quale si è fatto recuperare due set di svantaggio prima di sperimentare la sua prima vittoria al quinto set al settimo tentativo. Ma non è semplice imbattibilità da novembre: in questo lasso temporale ha sconfitto tutti i top 10, a parte naturalmente quello che si è preso un anno (abbondante) sabbatico.

“Fa molto piacere saperlo” commenta Daniil dopo la vittoria in semifinale contro Tsitsipas. “Sono felice per me stesso perché ricordo quando giocavo già piuttosto bene, ero attorno al n. 20 o 30, ma ero in difficoltà contro i primi dieci. Peccato che Roger non stia giocando, mi sarebbe piaciuto incontrarlo. È sempre un privilegio contro Novak, Rafa e Roger”.

Non considera però quella contro Stefanos, lanciatissimo dopo la vittoria in rimonta su Nadal, la sua miglior prestazione del torneo. “Credo di aver giocato meglio contro Rublev, ma è stato senz’altro un gran match da vincere in tre, specialmente con un terzo set davvero duro. La seconda finale Slam, un risultato fantastico”. Si può pensare che una striscia vincente di questo livello alimenti un serbatoio pressoché inesauribile di fiducia a cui attingere a ogni nuova sfida. Ma non è esattamente così che funziona, almeno secondo Medvedev. “È difficile mantenere l’inerzia, da Londra a Melbourne, con la preparazione in mezzo. Certo, quando batti tutti, è fantastico per la fiducia e perché credo che gli altri comincino a temerti un po’. Allo stesso tempo, però, alcuni sono ancora più motivati per cercare di batterti”.

La semifinale contro il greco stava filando via liscia quando c’è stata una sorta di intoppo nel terzo parziale che avrebbe potuto riaprirla (o, più correttamente, aprirla). Daniil ne è uscito brillantemente, ma resta il dubbio su cosa abbia causato quel calo di concentrazione. “È successo di tutto. Gli spettatori hanno aiutato il gioco di Stefanos sostenendolo. Io mi sono un po’ irrigidito ma non per il punteggio, bensì per il pubblico. Se sei abituato a giocare davanti alla folla, niente ti dà fastidio quando ti senti bene mentalmente e sei concentrato. Ma è stato forse il primo incontro con gli spettatori da Marsiglia [febbraio 2020], tutti erano con lui e così mi è entrato in testa. Sono felice di essere riuscito a ritrovare la concentrazione e cambiare l’inerzia alla fine di quel set”.

Avanti due set a zero e 3-1 nel terzo, Medvedev non ha sfruttato due occasioni per un secondo break che avrebbe definitivamente chiuso la sfida. Non sorprende più di tanto, quindi, che abbia perso il suo unico turno di battuta nel game successivo. Forse quell’irrigidimento è partito proprio da lì. E, gli fanno notare, domenica dovrà verosimilmente fare i conti con situazioni del genere. In che modo pensa di gestirle? “Per me, è tutta questione di esperienza. Ho già giocato una finale Slam e di sicuro ero teso in alcuni momenti. So cosa succede e so come sarà domenica. È lo stesso discorso dell’assenza del pubblico per quasi un anno. Le due palle break non erano consecutive e lui ha giocato bene [prima solida con risposta lunga sul 30-40, ace sul vantaggio esterno]. Avrei potuto fare qualcosa di meglio, ma va bene così, capita. Poi, commetti un doppio fallo e ti ritrovi 15-40. Affosso un dritto facile perché qualcuno ha gridato dietro di me. Tre pari, lui gioca meglio. Il tennis è questo ed è per questo che ci piace. In ogni caso, l’esperienza dell’altra finale Slam sarà la chiave per non essere teso”.

Daniil ritiene normale che il pubblico sostenga quello indietro nel punteggio e di solito non ci fa caso, con l’eccezione di quel terzo set a causa della poca abitudine. Ma sulla palla che lo avrebbe poi mandato a servire per chiudere, pur con tutta la voglia di vedere la sfida allungarsi, gli spalti non potevano non accogliere il suo invito a esultare per quel passantone lungolinea in corsa che ha trafitto Tsitsipas. “Già, erano quasi tutti dalla sua parte e, se vogliamo, quello è stato il momento in cui ho vinto l’incontro. Sì, dopo hai il game di servizio, ma è stato un momento importante, quindi ho voluto che me lo riconoscessero perché è stato un colpo incredibile. Uno dei migliori della mia carriera” dice sorridendo. “A dire il vero, le mie gambe erano rivolte dall’altra parte [in pratica, era in open stance verso i teloni], quindi non ho idea di come abbia fatto”.

Daniil Medvedev – Australiano Open 2021 (foto via Twitter @AustralianOpen)

Battuto Karatsev, Djokovic si è lasciato sfuggire che Medvedev è il favorito del torneo, forse una mossa per mettere pressione all’avversario. A sua volta, subito dopo il match, Daniil ha detto che la pressione è tutta su Nole e non cambia versione: “È lui perché non ha mai perso in otto finali disputate qui. Io, non so come si dica in inglese, non un outsider, sono lo sfidante, quello che sfida l’otto volte finalista e altrettante vincitore. E ne sono felice. Mi piace giocare contro Nole, abbiamo sempre dato vita a grandi duelli”. Il bilancio vede Djokovic avanti 4-3, ma le vittorie di Daniil sono arrivate negli ultimi quattro confronti. Difficile non vedere l’opportunità di farcela. “Dico nessuna pressione, ma la sentiremo entrambi una volta entrati in campo. Io voglio vincere il mio primo, lui il diciottesimo. Non so per chi faranno il tifo. È tutto nei piccoli dettagli. Ma, parlando in generale, non ho nulla da perdere. I precedenti dicono che ogni nostro match è diverso, non è un 10-0. Ma averci già giocato sette volte è un’esperienza enorme. Ieri è stata la prima volta per Aslan contro uno dei Big 3, sempre difficile. Se ci giocherà sette volte potrebbe avere più possibilità”.

Un solo Slam finora vinto (da Dominic Thiem) tra Lost e Next Generation, ma siamo ancora a zero battendo uno dei Big 3. Quello sarà considerato un momento importante per l’atteso cambio della guardia, come del resto lo sarebbe trovare al secondo posto del ranking un nome non appartenente ai Fab Four, evento che non accade dal luglio del 2005. Vincendo domenica, Medvedev riuscirebbe in entrambe le imprese. Cosa porterà in campo per farcela e cosa farà Djokovic per contrastarlo?

“Difficile dirlo. Le vittorie di questi tre mesi, Novak compreso anche se forse non al meglio, ma dove (alle Finals, ndr) ha vinto quattro o cinque volte [cinque]. Non tanto diverso da qui, forse. Ma avrò bisogno di tirare fuori il mio meglio. Non sappiamo mai prima dell’incontro se sarò in grado di farlo. Spero di sì e, in quel caso, avrò la possibilità di vincere. Riguardo a Novak, quando è concentrato al massimo, non sbaglia. È la parte più difficile quando ci giochi. Credo sia anche la parte migliore del mio gioco”

Secondo Nole, è l’intelligenza una delle armi migliori di Daniil e potrebbe essere questo il fattore decisivo della sfida di domenica. Un’arma affinata nei match contro i Big 3. “Ogni volta che li affronti, soprattutto la prima, capisci che è un altro livello, quindi devi fare qualcosa di diverso a cominciare dagli allenamenti e poi in campo. Questo ti aiuta anche a battere quelli che hanno un livello simile. Certo, non molti, ma alcuni di loro. Domenica dovrò dare tutto, non so se sarà una smorzata o un lob, se dovrò servire kick o slice. In ogni istante bisognerà prendere la decisione migliore”.

Medvedev ha avuto occasione di guardare quasi tutti gli incontri di Nole in questo torneo, anche se a volte è andato a letto perché era ormai tardi. La volta contro Taylor Fritz, per esempio. “Pensavo che avrebbe perso perché sentiva dolore. Non poteva essere una finta se ha perso due set. Contro Aslan ha detto di essere al massimo, quindi non mi aspetto niente di facile in termini di prestazione fisica”.

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