I Big Three continueranno a fare la storia

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I Big Three continueranno a fare la storia

Da questa settimana, il leggendario Steve Flink farà parte della squadra di Ubitennis, contribuendo con due articoli speciali ogni mese. Il primo si concentra sulla caccia di Federer, Nadal e Djokovic al record di Slam vinti

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Djokovic, Federer, Nadal (foto di Tasha Pop)
 

I più grandi giocatori di sempre si distinguono per la suprema maestria, lo straordinario talento e lo sconvolgente acume che dimostrano durante le partite. Sono atleti superiori, agonisti di altissimo livello e persone eccezionali, che sanno come raggiungere il successo con la loro volontà, la forza del pensiero e il profondo impegno. Sono migliori di chiunque altro perché trovano il sapore della sconfitta intollerabile e perché riescono a gestire con compostezza ed estro una pressione quasi insopportabile.

E fra questi troviamo Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic, un trio di icone che ha totalmente catturato per quasi due decenni l’immaginario del pubblico sportivo, dominando questo sport con imprese eterne. Pensateci: Federer e Nadal sono appaiati in cima alla classifica maschile dei vincitori di Slam in singolare con 20 titoli ciascuno, mentre Djokovic è appena al di sotto dei suoi due principali rivali a 18. Federer ha 39 anni, Nadal 34 e Djokovic 33, ma ciò non sembra avere importanza: sono tutti e tre inscalfibili e, per molti versi, senza età. Combattono con ferocia il trascorrere del tempo e sono ancora sempre loro a dettare il ritmo e a trionfare nei tornei maggiori.

Dopo che Djokovic si è di recente assicurato il suo nono Australian Open, utile anche a colmare il divario tra lui e i suoi rivali, i tifosi di tutto il mondo hanno ripreso a concentrarsi con rinnovato vigore sull’affascinante rivalità tra questi tre giganti dello sport per la supremazia storica nei prestigiosi eventi del Grande Slam. Alla luce di ciò, siamo stati costretti a riesaminare la competizione tra i tre e a immaginare cosa succederà e chi sarà in cima alla montagna del tennis quando tutto sarà finito.

 

Ma prima di proporvi la mia previsione, lasciatemi riflettere su cosa è accaduto in questi anni che ci ha portati a questa situazione. Il passato non è necessariamente un prologo di quello che succederà, ma vale la pena considerarlo per capire cosa potrebbe riservare il futuro a questo incomparabile trio.

Alla fine del 2005 – con Djokovic già N.83 al mondo ma appena 18enne e non ancora competitivo nelle prove Slam – Federer aveva già collezionato sei titoli – il suo primo major a Wimbledon 2003, poi tre nel 2004 e altri due nel 2005. Lo stesso anno un Nadal 19enne vinceva il suo primo Slam al Roland Garros e quindi, anche se con cinque titoli in meno del suo rivale svizzero, il mancino spagnolo era ufficialmente all’inseguimento.

Tre anni più tardi, alla fine del 2008, Federer incrementava il suo vantaggio su Nadal. Era così a quota 13 titoli Major, mentre Nadal portava il suo totale a cinque, ma Federer aveva ancora un margine maggiore rispetto a qualche anno prima. Ciononostante, dopo aver vinto il suo quarto titolo al Roland Garros quell’anno, Nadal era riuscito a uscire vittorioso anche ai Championships, fermando Federer sui prati dell’All England Club in un’epica finale che lo aveva portato a vincere Wimbledon per la prima volta.

Rafa Nadal e Roger Federer – Wimbledon 2008 (foto via Twitter, @Wimbledon)

Si è trattato di certo di un momento cruciale non solo nella rivalità Nadal-Federer, ma anche nella storia del gioco. Federer aveva vinto Wimbledon per cinque anni di fila fino ad allora, ma ora Nadal era riuscito a prevalere sul migliore giocatore al mondo su erba e sul suo terreno preferito. Nel mentre, Djokovic lasciava il segno a Melbourne durante la stagione 2008, vincendo il suo primo titolo all’Australian Open e rivendicando qui il suo primo Major. Anche quello è stato un momento decisivo nella storia del tennis e chiaramente un segno premonitore sul futuro del carismatico serbo.

Spostiamoci alla fine del 2011, con Djokovic che celebrava una stagione spettacolare vincendo 3 dei 4 titoli del Grande Slam. Aveva iniziato quella stagione magnificamente, dominando 41 match di fila prima che Federer lo eliminasse nelle semifinali del Roland Garros. Grazie a quella spettacolare stagione, Djokovic si ritrovava a quel punto con quattro titoli del Grande Slam nel suo palmares, ma Federer e Nadal erano ancora molto al di sopra di lui con rispettivamente 16 e 10 titoli. Nel 2009, con il suo sesto titolo a Wimbledon Federer aveva straordinariamente superato il record di Pete Sampras di 14 Major, ma purtroppo ne aveva poi vinto solo uno nel 2010 e nessuno nel 2011. Nadal ne aveva raccolti cinque in tre anni per terminare il 2011 un po’ più vicino a Federer, anche se ancora ben distante. Inoltre, sia Federer che Nadal capivano che Djokovic era adesso inequivocabilmente e irrevocabilmente a caccia di Slam. Sembrava però ancora inconcepibile che Djokovic potesse mai raggiungere Federer, ma gli appassionati più arguti sapevano che Djokovic aveva appena iniziato ad esplorare il suo pieno potenziale.

Il serbo, però, avrebbe poi raccolto solo altri tre Slam dal 2012 al 2014, meno di quello che molti dei sopracitati osservatori avevano previsto. Nadal ne accumulava quattro in quei tre anni, mentre Federer solo uno – Wimbledon 2012. Al calo del sipario del 2014, il conteggio era il seguente: Federer 17, Nadal 14, Djokovic 7.

Consideriamo ora la situazione a fine 2017. In quella stagione Federer e Nadal si erano spartiti i quattro Slam, mentre Djokovic aveva avuto una stagione difficile. Nel 2015 e nel 2016, Djokovic si era affermato come il primo tennista del circuito maschile ad aver vinto quattro Major di fila dai tempi di Rod Laver che aveva completato il suo secondo Grande Slam nel 1969. Djokovic aveva vinto tre Slam nel 2015 e altri due nel 2016, per poi accusare problemi al gomito che gli avevano impedito di aggiungerne altri alla sua collezione. Alla fine del 2017, Federer aveva raggiunto i 19 titoli, Nadal 16 e Djokovic 12. Gli esperti di tennis erano concentrati sulla gara tra Federer e Nadal, due competitors che stavano letteralmente segnando la storia, restando però ben attenti alle incursioni di Djokovic.

Comunque, poiché Nadal era cinque anni più giovane di Federer, c’era la crescente sensazione che potesse essere lui l’uomo che avrebbe eguagliato o superato Federer in numero di major vinti. Djokovic stava lottando con i suoi problemi fisici. La maggior parte delle autorità tennistiche credevano che il serbo sarebbe stato destinato a concludere la sua carriera al terzo posto in questa classifica, presumibilmente avrebbe superato Sampras, ma era ancora un’ipotesi azzardata pensare che avrebbe superato Federer e Nadal.

Ma guardate cosa è successo da allora: dopo un’operazione al gomito, Djokovic dalla metà del 2018 è tornato ancora una volta al top del suo gioco, rientrando nel giro delle vittorie nel momento in cui contava di più. Quell’anno si era assicurato il titolo a Wimbledon e allo US Open, aggiungendo poi altri due Major nel 2019, e ad oggi è stato vittorioso agli ultimi tre Australian Open. Ha vinto sei degli ultimi 10 Major, portando il suo totale di titoli del Grande Slam a 18.

Nel frattempo, Nadal ha raggiunto Federer a quota 20 lo scorso autunno con il suo tredicesimo trionfo all’Open di Francia. La continuità dello spagnolo, prevalentemente al Roland Garros, è stata la sua più grande forza. Ha stabilito un record nel circuito maschile vincendo almeno un Major per dieci anni consecutivi (2005-2014), e in 14 delle precedenti 16 stagioni, dal 2005 al 2020, ha vinto uno o più Major. Si è così guadagnato il suo posto accanto a Federer in cima alla lista. Il Maestro svizzero, comunque, è stato fuori dai giochi nei Major dalla semifinale dell’Australian Open nel 2020 persa per mano di Djokovic. Prima di allora, aveva avuto due match point nella finale di Wimbledon 2019 per poi perdere da un incredibile Djokovic, inchinandosi galantemente al tiebreak al quinto sul 12-12. Ha così perso un’opportunità d’oro per spodestare sia Nadal che Djokovic nello stesso torneo dello Slam, un’impresa da lui mai realizzata.

A pagina 2, le previsioni di Flink sugli ultimi anni dei Big Three

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ATP

ATP Miami: Ruud cade, Ruusuvuori approfitta del buco, Rublev col pilota automatico si prepara per Sinner

Negli altri match del giorno la sorpresa è la sconfitta di Ruud per mano di Van de Zandschulp; l’olandese troverà Ruusuvuori che continua nel buon momento. Rublev mostruoso, brutto cliente per Sinner

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Andrey Rublev – ATP Dubai 2023 (foto di Roberto dell'Olivo)

Riportiamo qui di seguito il risultato e il dettaglio dei match della prima giornata del torneo maschile di Miami 2023 a nostro avviso più interessanti

[26] Van De Zandschulp b. [3] C. Ruud 3-6 6-4 6-4

Continua il momento no del norvegese, numero 4 del mondo ma che da lunedì vedrà concretizzarsi una notevole emoraggia di punti. Casper infatti l’anno scorso aveva raggunto proprio a Miami la sua prima finale 1000, sconfitto da Alcaraz. Alla luce delle statistiche (per una legenda dei grafici potete rivedere qua), il match è stato senz’altro combattutto, con Ruud che non ha sfigurato, specie al servizio, ma che però nei momenti topici non è riuscito a salire di livello e a far valere la sua migliore classifica. Se andiamo infatti a vedere le principali metriche vediamo che sulle prime di servizio in campo entrambi i giocatori hanno fatto registrare un ottimo 69% con una percentuale di realizzazione sulla prima di 75% (48/64) per Ruud e 67% (56/83) per Van de Zandschulp. Anche in risposta, le performance di realizzazione sulla seconda di servizio hanno visto prevalere Ruud, con un a 55% (21/38) contro il 48% (14/29) dell’olandese. In generale quindi ci si sarebbe aspettati una vittoria di Cristian che infatti ha anche vinto più punti del suo avversario (110 a 103). La chiave del match insomma sono stati i punti importanti, con Ruud che ha convertito solo il 13% delle proprie occasioni, (2/15), contro il 50% (3/6) di Van De Zandschulp. Match che insomma ha visto alcuni game fiume, come il decimo gioco del secondo set o quasi tutti i game alla fine del match, nei quali la bagarre è stata notevole e va dato atto all’olandese di aver mantenuto i nervi saldi, anche grazie al contributo del servizio; sono stati 12 alla fine gli ace dell’olandese, contro i 6 del norvegese.

 

[6] A. Rublev b. [29] M. Kecmanovic 6-1 6-2

Oggi Rublev andava di fretta e non c’è stato scampo per il malcapitato Kecmanovic. A vedere il match la differenza sembrava decisamente superiore fra i due: ricordiamo che il serbo è comunque n.35 al mondo. Ma Andrey oggi era decisamente ingiocabile, basti pensare al mostruoso numero di vincenti sparati (34!) in soli 15 game. Partita nella quale il serbo non è mai nemmeno riuscito ad arrivare a palla break, mentre il russo al servizio quando ha messo la prima a sfoderato una percentuale di realizzazione dell’84%. Basta insomma dare anche solo un’occhiata al grafico per confrontare quanto sia striminzita l’area di Kecmanovic comparata con quella di Rublev; decisamente non c’è stata partita e se Rublev riuscirà a mantenere questo livello di forma anche nei prossimi turni decisamente potrebbe diventare una mina vagante molto pericolosa. Insomma per Sinner decisamente non un buon cliente da incontrare, speriamo che possa avere le polveri un po’ più bagnate di oggi

E. Ruusuvuori b. [WC] T. Daniel 6-3 7-6 (3)

Zitto zitto Ruusuvuori continua nel suo buon momento dimostrando di essere un cliente poco simpatico per chiunque su superfici dure. Anche approfittando del buco nel tabellone il finlandese è bravo a giocare una partita giudiziosa e a prevalere sul giapponese Daniel, in precedenza giustiziere di Zverev. Il finalandese troverà Van de Zandschulp che ha sconfitto Ruud. Un match che sarà fra due outsider con una grossa opportunità di fare bei punti e che vedrà il vincitore scontrarsi contro il vincente di Sinner – Rublev. Ma veniamo alla partita. Match tirato nel quale le prime di servizio in campo sono state il 70% per Ruusuvuori e il 65% per Daniel, con una percentuale di realizzazione sulla prima pari a 75% (40/53) e 78% (29/37) rispettivamente. In risposta invece, le performance di realizzazione sulla seconda di servizio sono state pari a 55% (11/20) e 52% (12/23). La combinazione di efficienza al servizio e di incisività in risposta ha portato in dote ai due giocatori un numero di palle break pari a 5 per Ruusuvuori e 7 per Daniel. La gestione della pressione in queste situazioni di break point ha avuto come risultato un tasso di conversione pari a 40% (2/5) e 14% (1/7). La partita insomma è stata decisa dal giocatore che ha gestito meglio i punti importanti; non a caso il secondo parziale si è deciso al tie break, dove il finlandese ha fatto valere il suo maggior peso, spegnendo gli ardori di un Daniel che comunque torna a casa con lo scalpo di Zverev da questo torneo.

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ATP

ATP Miami, Sinner: “Con Dimitrov la chiave è stata la risposta, il secondo set un gioco di scacchi”

Intervista esclusiva di Ubitennis a Jannik Sinner, dopo il successo su Grigor e il passaggio agli ottavi: “Sto provando ad aggiungere qualcosa al mio gioco per essere meno prevedibile”

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Jannik Sinner – ATP Miami 2023 (foto Ubitennis)

Jannik Sinner ha staccato il pass per gli ottavi di finale superando 6-3 6-4 in 1h28′ di match la testa di serie numero 21 Grigor Dimitrov, in quello che era il loro secondo scontro diretto dopo gli Internazionali d’Italia 2020 dove il bulgaro si impose in rimonta con un doppio 6-4, ed ora al prossimo turno troverà il n. 6 del tabellone Andrey Rublevil russo ha sconfitto Miomir Kecmanovic. Dopo la vittoria, nella sala conferenze della Florida, l’azzurro si è concesso in esclusiva ai microfoni dell’inviato di Ubitennis al Miami Open Presented By Itaù Vanni Gibertini. Ecco, di seguito, le parole rilasciate dall’altoatesino.

Vanni Gibertini, Ubitennis: Due set quasi diversi perché nel primo ci sono stati scambi più monotoni, con lui che cercava di tenere la palla bassa. Nel secondo, invece, lui ha decisamente cambiato qualcosa e poi ci sono stati tutti quei break all’inizio che hanno cambiato la dinamica del set. Cosa è cambiato tra i due parziali?

Jannik Sinner: “Sicuramente io avendo vinto il primo comunque non ho dovuto cambiare tanto, è stato bravo lui a cambiare diverse giocate. Insomma, era una partita non dico più equilibrata ma più un gioco di scacchi dove gli scambi erano più lunghi e più tosti. Però niente, credo che alla fine ho risposto molto bene che forse oggi era un pò la chiave della partita e credo quindi di poter essere contento“.

 

Vanni Gibertini, Ubitennis: Quindi sei soddisfatto della tua prestazione al servizio e in risposta?

Jannik Sinner: “In risposta sì, al servizio anche. Soprattutto all’inizio ho servito molto bene, poi forse il lancio di palla ho iniziato a farlo un pò troppo in avanti. Ho sbagliato due, tre giocate con il servizio però fa parte della mia crescita. Ho fatto comunque un serve&volley che ho messo dentro, e che diciamo non accade spesso. In generale sto provando ad aggiungere qualcosa al mio gioco perché devo investire per il futuro. Quello che sto provando a far è cercare di essere meno prevedibile e da questo punto di vista la partita di oggi si è svolta molto bene“.

Vanni Gibertini, Ubitennis: Andrey [Rublev, ndr] al prossimo turno. Partita ovviamente tosta, l’ultima volta vi siete affrontati al Roland Garros lo scorso anno in quello che speriamo sia stato il tuo ultimo ritiro. Cosa ci puoi dire che dovrai fare giocando contro di lui?

Jannik Sinner: “Va bè, la tattica ora non la dico. Lui è sicuramente un giocatore che serve molto bene, tira forte il dritto e anche di rovescio è molto solido. Quindi sarà una partita diversa rispetto a quella con Dimitrov. Quindi certamente dovremo stare entrambi attenti ai nostri game di servizio, e poi vedere quello che succede in risposta. Lui risponde molto bene, ma bisognerà comunque vedere quando giocheremo e in quali condizioni. Oggi ad esempio abbiamo giocato di sera, il campo era più lento perché non c’era vento mentre con il vento la partita cambia “.

Vanni Gibertini, Ubitennis: L’ultima cosa, oggi il pubblico ha creato una bella atmosfera. Te ne sei reso conto anche dal campo?

Jannik Sinner: “Si, si sentiva. Il campo era pieno dal primo punto e alla fine questo è il bello dello sport, credo che giocare in quest’atmosfera sia molto, molto bello. C’era pubblico sia per me che per lui e alla fine è stata una partita bella, intensa, di qualità e livello alti che alla fine è quello che conta“.

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ATP

ATP Miami: Sinner liquida Dimitrov e accede agli ottavi. Ora c’è Rublev

Jannik Sinner continua il suo buon momento sconfiggendo in due set Grigor Dimitrov. Agli ottavi trova Andrey Rublev

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Jannik Sinner – ATP Miami 2023 (foto Ubitennis)

(da Miami il nostro inviato)

[10] J. Sinner b. [21] G. Dimitrov 6-3 6-4

Le file che arrivavano fino alla fontana della Plaza centrale già durante il match tra Keys e Krejcikova lasciavano presagire che l’incontro tra Jannik Sinner e Grigor Dimitrov sarebbe stato uno dei più ambiti per gli spettatori di questa domenica al Miami Open presented by Itaù. E così è stato, con il Grandstand pressochè gremito in ogni tribuna, pieno di fans di uno e dell’altro giocatore. Un bello spettacolo per il pubblico del tennis, che si sta sempre più ritrovando dopo gli anni post-COVID piuttosto dimessi, e un bel risultato per Jannik Sinner, che ha messo in campo una prestazione decisamente convincente per raggiungere il quarto turno a Miami per la terza volta in carriera.

 

LEGGI ANCHE: Sinner in conferenza: “Con Dimitrov la chiave è stata la risposta, il secondo set un gioco di scacchi”

Un match dai due volti, con un primo set un po’ più monocorde, fatto di scambi sulle diagonali e impostato in maniera più tradizionale da Dimitrov, e un secondo set decisamente movimentato con ben cinque break ma soprattutto splendidi scambi ad alta velocità.

PRIMO SET – Con uno splendido tramonto che arrossava il sole a ovest del Grandstand, il match iniziava con Dimitrov che provava a utilizzare il suo rovescio tagliato per tenere la palla bassa e impedire a Sinner di caricare con in colpi da fondo, soprattutto il rovescio. L’italiano pareva centratissimo e commetteva pochissimi errori, lasciando a Grigor il compito di dover prendere i rischi. Un game di servizio da dimenticare sul 2-2 con un doppio fallo e tre errori gratuti costava a Dimitrov il break a zero, e quel passaggio a vuoto era sufficiente per consentire a Sinner di siglare il primo set per 6-3 in 35 minuti.

SECONDO SET – Alla fine del primo parziale una buona fetta di spettatori sulle tribune avevano guadagnato i ristoranti fuori dal Grandstand, forse prevedendo una rapida fine della partita. Ma costoro non avevano fatto i conti con Dimitrov, che approfittando di uno dei consueti brevi cali di attenzione di Sinner (quattro errori anche per lui) si prendeva il break di vantaggio in apertura di set per l’1-0, e poi allungava sul 2-0 recuperando un game da 0-40 appoggiandosi alla prima di servizio.

Se nel primo set il bulgaro aveva giocato in maniera più conservativa, nel secondo appiattiva le traiettorie dei suoi colpi e soprattutto iniziava a giocare molto di più aprendo il campo, senza rimanere bloccato sulle diagonali. Questa modifica nel suo gioco, accoppiata alla capacità di spinta e di rincorsa da parte sia sua sia di Jannik davano vita a scambi molto vivaci, conclusi a volte da colpi estremamente spettacolari.

Sinner era però molto abile a mantenere il contatto con il suo avversario, sfruttando un doppio fallo nel turno di battuta seguente e ottenendo subito il controbreak per il 2-2. Il ritmo saliva, sul 30-30 Dimitrov si prendeva di prepotenza il gradino più alto del podio negli highlights odierni, e Sinner seguiva il suo avversario alzando il suo livello di gioco.

Dimitrov tornava in vantaggio di un break sul 3-2, ma questa volta non riusciva a consolidare: uno smash di Sinner cancellava la palla del 4-2, si esaltava nel corri e tira e poi incassava il controbreak sul quinto doppio fallo di Dimitrov. Nel game probabilmente più importante del match, Sinner rimontava da 15-30 e teneva la battuta con un serve and volley passando in vantaggio 4-3. Due game più tardi Dimitrov provava a tagliare il campo come un panettone utilizzando le traiettorie esterne al servizio, ma Jannik metteva la marcia superiore in risposta entrando in campo a martellare sulla seconda e aggrediva il turno di servizio di Dimitrov. Il bulgaro annullava i primi due match point con il servizio, ma sul terzo l’ennesima risposta aggressiva di rovescio chiudeva il match dopo 87 minuti di gioco.

Sinner affronterà al prossimo turno Andrey Rublev, testa di serie n. 6 e recente finalista al Dubai Duty Free. I precedenti tra i due sono in parità (2-2) ma due di questi sono terminati in ritiro: il primo a Vienna nel 2020 e l’ultimo, lo scorso anno al Roland Garros, quando Sinner dovette abbandonare il torneo per un infortunio al ginocchio.

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