Non si fermano i guai per il mondo del tennis, fiaccato come ogni settore dalla pandemia di Covid-19. Proprio in questi giorni, infatti, il governo francese ha imposto un duro lockdown (che dovrebbe durare almeno quattro settimane) simile a quello affrontato durante la prima ondata, che costrinse gli organizzatori del Roland Garros a posticipare l’edizione 2020 a settembre. Una situazione che potrebbe mettere a rischio anche lo Slam parigino del 2021, a detta del Ministro dello Sport francese Roxana Maracineanu. “Stiamo discutendo con loro (la Federazione francese di tennis, ndr) per vedere se sarà necessario cambiare la data in concomitanza con una possibile ripresa di tutti gli sport e dei grandi eventi“, ha dichiarato Maracineanu alla radio France Info.

Il resto delle dichiarazioni di Maracineanu non induce all’ottimismo. “Oggi, sebbene lo sport di alto livello sia stato preservato, cerchiamo di limitare i rischi di cluster, di diffusione del virus all’interno degli sport professionistici“. Lo sport professionistico sta proseguendo in Francia nonostante il lockdown, ma un Roland Garros senza tifosi (o molto limitati) per il secondo anno consecutivo sarebbe un bagno di sangue economico per la FFT, il cui bilancio è già stato colpito pesantemente dalla pandemia. Un barlume di speranza arriva dalle recenti parole del presidente francese Emmanuel Macron, che nel suo piano di chiusure e riaperture in ottica Covid-19 ha parlato di metà maggio come una possibile data di fine lockdown.

Al momento il Roland Garros è in programma dal 23 maggio, ma sembra che gli organizzatori debbano quantomeno prepararsi al peggio. La speranza della FFT, quella di evitare il rinvio o eventualmente la disputa di uno Slam a porte chiuse, è tutta nelle riaperture previste da Macron, ma molto dipenderà dalla stentata campagna vaccinale francese, al momento sotto le aspettative (alla data del 29 marzo, con 353 dosi somministrate per 100.000 abitanti, i dati francesi erano inferiori a quelli italiani).