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ATP Cagliari, ottimo esordio di Musetti sulla terra: “Questo è il mio habitat naturale”

Lorenzo Musetti lascia soltanto un game a Dennis Novak e vola verso la prima testa di serie, Dan Evans. Che sulla terra non ha mai brillato

Last updated: 08/04/2021 9:24
By Michelangelo Sottili Published 06/04/2021
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9 Min Read

L. Musetti b. D. Novak 6-0 6-1

Tutto molto facile – anche troppo – per Lorenzo Musetti contro Dennis Novak in questo esordio al Sardegna Open di Cagliari. Che l’amico e coetaneo di Dominic Thiem non stesse attraversando un gran periodo lo si era già capito, ma non contro Musetti ha saputo opporre la benché minima resistenza nei 52 minuti di un match del quale è difficile dire dove finiscano i demeriti dell’uno e i meriti dell’altro. Se Dominic Thiem si è preso una pausa – non sappiamo quanto per il problema al piede e quanto per la comprensibile poca voglia di infilarsi in una bolla dietro l’altra per i prossimi due mesi –, probabilmente Novak non può permettersi altrettanto e una gita in Sardegna per cinquemila e rotti euro non ha saputo negarsela.

Non è stata un’esibizione sfacciata alla Paire, tutt’altro, nel senso che non c’è stato dolo, ma il risultato non è stato poi molto dissimile. Non che ciò vada in alcun modo a discapito di Lorenzo che, alla fine, ha travolto un avversario più esperto, circa di pari classifica, mettendo in campo un tennis delizioso e spettacolare. Dopo i continui cambi di superficie dall’inizio della stagione (ha giocato su terra in Turchia e alle Canarie, sul veloce indoor e sul cemento all’aperto), Lorenzo torna su quella preferita: le sensazioni il giorno prima dell’esordio erano buone e quel 90° posto ATP dopo i bei risultati di Acapulco e Miami gli danno un’ulteriore spinta: “Finalmente sono entrato in top 100, era uno degli obiettivi stagionali. Mi sento abbastanza in fiducia, mi piacciono questi campi – in questi giorni sto sentendo bene la palla qui a Cagliari. Il club è bello e c’è sempre il sole. Penso di poter sorprendere nella stagione su terra battuta, non vedo l’ora di giocare“. Non rientra invece tra gli obiettivi la partecipazione alle Next Gen Finals, anche se “significherebbe molto giocarci. In generale, non vedo l’ora di giocare qualsiasi torneo in Italia ora che ne abbiamo diversi”.

  • LEGGI ANCHE – Gli altri italiani a Cagliari: vince Cecchinato, fuori Travaglia

IL MATCH – “Avevo un po’ paura prima di entrare perché dovevamo giocare all’una e invece siamo entrati quasi alle tre” dirà Musetti meno di un’ora dopo l’ingresso sul Centrale rimasto ostaggio di Millman e Coria per tre ore e un quarto. La paura vola via in fretta spazzata dal vento (“sono entrato consapevole di dover sfruttare il vento a mio favore ed è quello che ho fatto”) e Lorenzo scocca rovesci lungolinea che coniugano estetica ed efficacia. Novak fatica a gestire praticamente tutto, non ultimi i drittoni che gli arrivano carichi. Quando Dennis gioca una smorzata-assist, sembra di leggere il sottotitolo “non ci volevo neanche venire” e l’azzurro è bravo a rimanere cattivo e concentrato fino a prendersi il set 6-0 contro un avversario del quale non sapeva molto fino a 24 ore prima: “Non lo conosco, non ci ho mai giocato. Non ho visto il match con Fognini [all’ATP Cup]. Chiederò a qualcuno che ci ha giocato”. Pare che quel qualcuno gli abbia dato una bella dritta.

Non cambia molto nel secondo parziale, anche se Musetti concede addirittura una palla break, subito annullata con un drop shot, soluzione che potrebbe sembrare di cattivo gusto, ma non è certo colpa di Lorenzo se l’altro si presenta in campo con una pancia da bagordi natalizi arrivati a Pasqua senza soluzione di continuità. La sfida assume contorni farseschi al quinto gioco, con il nostro che, avendo ormai provato tutti i colpi, si esibisce in un lob in tweener frontale su cui l’altro fallisce lo smash. Forse non a caso, è anche il game della bandiera austriaca (a mezz’asta per essere generosi), culminato con un azzurro tentativo di “smorzata che torna indietro” a cui manca però la parte in cui la palla deve prima andare avanti.

“Peccato per quel game ceduto” commenterà il teenager di Carrara che trasforma il match point con un preciso pallonetto che certo Novak non insegue, anche perché è già a rete pronto per stringere la mano all’avversario. Al prossimo turno, Musetti affronterà la prima testa di serie Dan Evans: “Il tabellone io lo guardo, non ho nessun problema a dirlo. E secondo me lo guardiamo tutti, chi dice di non guardarlo dice una cavolata! Evans lo conosco solo di nome, un po’ come giocatore, ma non ci ho mai giocato né mi sono mai allenato con lui. Magari vedrò qualche sua partita. Credo che sia il primo torneo su terra, poi con queste condizioni non gli sarà facile abituarsi”. Sul rosso, infatti, l’inglese gioca poco e raccoglie meno: 4 vittorie e 12 sconfitte nei main draw ATP, mentre l’ultimo incontro vinto risale a Barcellona 2017.

L’esordio da top 100, con tutto ciò che comporta, si è quindi concluso nel migliore dei modi: “Adesso c’è più pressione, ci sono più aspettative, ma sono sempre giovane e quindi spero di confermarmi anche questa settimana. Spero di fare un torneo simile a quello dell’anno scorso sempre in Sardegna”. In ottobre, aveva infatti raggiunto le semifinali al Forte Village.

Se a proposito del dualismo con Sinner è convinto che “possa tirare fuori il meglio da noi: le motivazioni ci sono e speriamo di poter fare tutta la carriera insieme con questa amicizia/rivalità”, è interessante come si pone davanti al problema emerso in tutta la sua evidenza nella sconfitta contro Marin Cilic a Miami: la posizione arretrata. “Ci stiamo lavorando, come lavoriamo su qualsiasi altra cosa. Credo di essere già migliorato tanto su quello. Comunque io ho delle preparazioni ampie e i miei tempi per prepararmi richiedono un po’ più di spazio. È ovvio che la mia posizione di partenza sia leggermente dietro la riga, non posso starci sopra. Anche in allenamento sto cercando di avvicinarmi il più possibile per non subire troppo“.

Dopo il match odierno, in conferenza gli è stato chiesto se – come sembra – sta svolgendo un lavoro particolare sulla posizione da assumere per il primo colpo dopo la risposta, con l’obiettivo di avvicinarsi al campo. Conferma: “Sì, è una cosa che mi sta facendo fare molti miglioramenti. La posizione di partenza non credo di poterla cambiare troppo, e non andrebbe nemmeno bene. Ma cercare di avvicinarsi subito dopo alla riga, quello sì. Su questa cosa ci stiamo focalizzando di più“.

“La terra battuta è comunque il mio habitat naturale“, dice Lorenzo con grande convinzione. “Si tende a giocare un po’ più indietro rispetto al veloce. Vedremo se sarò migliorato in questi tre giorni da Miami, così almeno le critiche non ci saranno. Credo a 19 anni si debba avere qualcosa da migliorare, altrimenti vorrebbe dire essere già arrivati e non ci sarebbe gusto. Per fortuna” aggiunge sorridendo, “c’è qualcosa da migliorare”.

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